Il settimo studio della SWG, commissionato dall’Ambasciata Britannica alla vigilia del XXXII Convegno di Pontignano, fornisce un’istantanea aggiornata e una prospettiva interessante sulla percezione degli italiani nei confronti del Paese che ospita circa 600 mila loro connazionali.
Di seguito i passaggi più significativi.
Gli italiani e il Regno Unito
Il Regno Unito si conferma al quarto posto tra i Paesi che gli italiani sentono più vicini, con una percentuale crescente di giovani rispetto al 2023 per i quali il Regno Unito resta saldamente al terzo posto, primo assoluto tra i Paesi fuori dal bacino Mediterraneo.
Più di un italiano su due (56%) dichiara di essere stato nel Regno Unito negli ultimi 5 anni. Tra questi, l’85% dichiara di volerci tornare. La percentuale di quanti vorrebbero tornarci sale ulteriormente nel caso di chi vive nel centro (90%) e nel sud d’Italia (88%) e tra i 35-44enni (94%).
Il 14% degli italiani ha trascorso oltremanica almeno un anno della sua vita. Tra questi, 3 su 5 (59%), in leggera flessione rispetto allo scorso anno (3 su 4), ne parlano come di una esperienza positiva. Tra questi, spiccano i laureati e le donne, per cui 7 su 10 (69%) parlano positivamente della loro esperienza prolungata nel Regno Unito.
Circa un italiano su due (47%) ha almeno un amico o un parente che attualmente risiede nel Regno Unito. Tale percentuale cresce tra i laureati (53%) e tra gli abitanti del sud Italia (54%).
Tre italiani su quattro (72%) riferiscono che i loro amici e parenti oltremanica parlano in maniera positiva della loro esperienza in UK, con una percentuale ancora maggiore di giovani (82%) e di donne (76%) che hanno riportate esperienze positive dal Regno Unito dai loro amici e parenti.
Città, università e opportunità di studio, natura, opportunità di lavoro e carriera, arte e cultura sono tra gli aspetti maggiormente apprezzati del Regno Unito dagli italiani.
Più della media, i più giovani in particolare apprezzano le opportunità di lavoro e di carriera nel Regno Unito (77% vs 69%) ma anche l’arte e la cultura (79% vs 69%), la capacità di innovare (68% vs 61%) e i prodotti made in Britain (54% vs 45%).
La propensione degli italiani verso il Regno Unito
La propensione a visitare il Regno Unito resta fortissima.
L’84% degli italiani dichiara che vorrebbe andare o sicuramente si richerà nel Regno Unito in futuro. Tale percentuale sale ulteriormente tra i giovani 18-24enni (97%) e i laureati (90%). Nello specifico, se 4 italiani su 10 dicono che sicuramente visiteranno il Regno Unito in futuro, e tale percentuale sale a oltre 6 su 10 tra i più giovani.
L’attrazione del Regno Unito come destinazione turistica resta particolarmente alta: 9 italiani su 10 riferiscono che la loro propensione ai viaggi oltremanica è rimasta invariata o addirittura cresciuta (per 1 italiano su 3) nel corso dell’ultimo anno. Nel caso dei giovani, la metà dichiara che la voglia di recarsi nel Regno Unito è aumentata negli ultimi 12 mesi.
Se si registra una lieve flessione della propensione allo studio e al lavoro oltremanica, per i più giovani (18-24 anni) la voglia di studiare e/o lavorare in UK è aumentata o quanto meno rimasta invariata per circa 9 su 10 (rispettivamente 92% e 84%).
Il nuovo salario minimo per entrare nel Regno Unito
Rispetto al provvedimento recentemente introdotto nel Regno Unito di innalzare il salario minimo per il rilascio di un Visto ai cittadini stranieri per lavorare oltremanica, questa misura è motivo disincentivante a visitare il Regno Unito soltanto per il 5% di coloro che si dicono meno propensi ad andarci.
Il 45% degli intervistati lo consdiera una misura positiva, che evita l’applicazione di stipendi troppo bassi e denota l’interesse del Paese ad attrarre dall’estero lavoratori anche per posizioni più qualificate e meglio retribuite.
A pensarla in questo modo è una porzione ancora più significativa di giovani (18-24 anni), per cui più della metà (52%) non lo considera una complicazione per trovare lavoro e trasferirsi nel Regno Unito. Solo il 6% dei giovani ritiene questo provvedimento il sintomo di un Paese meno aperto e ospitale.
Electronic Travel Authorisation
La metà degli italiani non era a consocenza della futura introduzione di una Autorizzazione Elettronica, che sarà necessario ottenere prima di viaggiare nel Regno Unito (Electronic Travel Authorisation – ETA). Più informati i giovani, con 3 su 4 (76%) che hanno dichiarato di esserne al corrente.
1 italiano su 3 considera l’ETA un ostacolo a recarsi nel Regno Unito, mentre per oltre la metà del campione l’ETA costituisce une misura che non comperterà particolari difficoltà e che mostra l’interesse legittimo a un maggior controllo su chi entra nel Paese (52%).
Il Governo Starmer
Il governo Starmer insiediatosi a Londra lo scorso luglio non cambierà lo stato delle relazioni tra Italia e UK per la metà degli italiani, con una proporzione lievemente superiore di quanti ritengono che la relazione bilaterale potrà migliorare sensibilmente anziché peggiorare con il cambio di guardia a Downing Street.
Relazioni UK-UE
Il reset delle relazioni tra UK e UE voluto dal governo Starmer è visto positivamente dalla maggioranza degli italiani. 8 italiani su 10 ritengono infatti importante che il Regno Unito mantegna relazioni strette e fruttuose con l’Ue, poiché un loro ulteriore avvicinamento potrà favorire maggiore mobilità dei giovani e più scambi commerciali tra le due sponde della Manica, nonostante la Brexit.
Relazioni UK-Italia
Riguardo le relazioni bilaterali in senso più ampio, a fronte di una solida maggioranza di italiani (7 su 10) che ritene opportuno il mantenimento di legami solidi, sono i laureati quelli che, tra tutti, sono quelli maggiormente in favore di una relazione stretta tra UK e Italia (3 su 4).
Per circa 8 italiani su 10, scambi commerciali e investimenti, ricerca scientifica e innovazione, istruzione e università e libera circolazione delle persone sono le aree su cui la relazione bilaterale dovrebbe concentrarsi. Con percentuali maggiori in tutti questi ambiti spiccano i laureati, per i quali particolare attenzione dovrebbe essere dedicata anche alla collaborazione in materia di ricerca scientifica e innovazione, immigrazione e politica estera.
In politica estera, le posizioni di Italia e Regno Unito sono ritenute compatibili dalla maggioranza degli italiani (65%), con un picco del 74% tra i laureati. Con particolare riferimento ai due maggiori conflitti in Ucraina e Medio Oriente, solo una esigua minoranza ritiene che le posizioni dei due Paesi siano divergenti, anche se, in merito, quasi 4 italiani su 10 non si sentono di esprimere un parere.
La Famiglia Reale
3 italiani su 4 dichiarano di seguire notizie e informazioni sulla Famiglia Reale britannica, soprattutto le donne (+8% degli uomini). Per quanto riguarda le relazioni con l’Italia, oltre la metà degli italiani ritiene che il Regno di Re Carlo III sarà nel segno della continuità con quello di sua madre, la Regina Elisabetta II, con una proporzione più che doppia di quanti ritengono che Carlo favorirà un utleriore avvicinamento, anziché un allontanamento, tra Italia e Regno Unito (16% vs 7%). Le donne sono leggermente più fiduciose degli uomini in tal senso (+4% degli uomini).
In particolare, all’attuale Sovrano si riconosce un forte impegno in materia di questioni ambientali (protezione dell’ambiente e lotta ai cambiamenti climatici), cultura (recupero del patrimonio artistico e valorizzazione dei beni culturali) e sostenibilità (economia verde e sviluppo di sistemi economici più equilibrati e sostenibili).