“Considero le relazioni diplomatiche tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Figi cordiali, costruttive e in continua evoluzione”: Diego Massimiliano De Giorgi, primo Console Onorario in assoluto dello Stato Insulare dell’Oceania nel Bel Paese, non nasconde la sua soddisfazione per il lavoro svolto negli ultimi cinque anni.
Manager classe ’87, banchiere di investimento e professionista con esperienza in intelligence strategica e diplomazia economica, dal 2020 è il più alto rappresentante della Repubblica composta da 322 isole, di cui 106 abitate permanentemente e 522 isolotti, che ha oggi come unica sede diplomatica in Italia, con competenza sull’intero territorio nazionale, proprio il Consolato Onorario con sede in Roma, in Via Napoleone III.
Nonostante la sua giovane età, De Giorgi ha già ricoperto ruoli di rilievo in diverse Organizzazioni, tra i quali spiccano la presidenza di Kauris Holdings Limited, una consulenza globale presso Tiphonas Capital e il ruolo di Consigliere Speciale del Presidente dell’Associazione Italiana per le Nazioni Unite, Franco Frattini.
Oggi si occupa prevalentemente di affari internazionali e di affari pubblici globali per organizzazioni private e pubbliche, governi e attori non statali in diversi settori, ed è Senior Advisor per le Relazioni Bilaterali e Multilaterali dell’Ambasciata d’Afghanistan a Roma, nonché Vice Rappresentante Permanente presso la FAO della Repubblica Islamica di Afghanistan.
Console, come si lega la sua storia personale alla Repubblica di Figi, Stato insulare dell’Oceania che Lei rappresenta in Italia? “La mia storia personale si intreccia in modo profondo ed autentico con la Repubblica di Figi, non solo per radici familiari e affettive, ma anche per un senso di appartenenza che ho coltivato sin dall’infanzia. Le Figi non sono per me soltanto un luogo geografico: rappresentano una cultura viva, un insieme di valori – come il rispetto, l’accoglienza e il legame con la comunità – che hanno formato la mia identità. Essere Console di Figi in Italia significa portare ogni giorno, in un contesto internazionale, l’anima di questo stupendo Paese: la sua storia, la sua resilienza, la sua ricchezza culturale e naturale. In un certo senso, rappresentare le Figi è un’estensione del mio vissuto personale: ogni progetto di cooperazione, ogni occasione di dialogo istituzionale o culturale, è anche un modo per onorare e poter contribuire attivamente al futuro di questa interessante nazione insulare mettendo a disposizione competenze, relazioni e passione per rafforzare i legami tra i due Paesi nonché promuovere la conoscenza delle Figi nel contesto italiano ed europeo”.

Come definirebbe oggi le relazioni diplomatiche fra Italia e Figi? “In qualità di Console delle Figi, considero le relazioni diplomatiche tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Figi cordiali, costruttive e in continua evoluzione. Sebbene geograficamente distanti, questi due Paesi condividono valori comuni quali il rispetto per la dignità umana, la cooperazione internazionale e l’impegno per uno sviluppo sostenibile. Nel mio ruolo, ho avuto modo di constatare quanto l’Italia sia attenta ed aperta al dialogo con le realtà dell’area del Pacifico, e quanto le Figi, a loro volta, siano interessate a rafforzare i legami con i partner europei attraverso scambi culturali, economici e istituzionali sempre più intensi. Questa relazione, che ha solide basi diplomatiche, si arricchisce oggi di nuove opportunità, in particolare nei settori del turismo sostenibile, della tutela ambientale e della formazione. Il mio impegno personale è quello di favorire un dialogo sempre più dinamico e concreto, creando solidi e duraturi ponti di collaborazione che valorizzino le rispettive identità e promuovano una conoscenza reciproca sempre più profonda”.
Rifugio di pensionati in cerca di un clima mite, destinazione ambita di giovani desiderosi di aprire una propria attività, ma anche di famiglie alla ricerca di pace e tranquillità, le isole Figi sono tutto ciò che più si avvicina all’idea del “mollo tutto e cambio vita in un paradiso terrestre”. Se dovesse definire la Repubblica di Figi con tra aggettivi, quali sceglierebbe? “Se dovessi definire la Repubblica delle Figi con tre aggettivi, sceglierei senza esitazione: accogliente, autentica e rigenerante. Accogliente, perché il popolo figiano incarna uno spirito di ospitalità raro e sincero, che fa sentire ogni visitatore parte di una comunità, più che semplice ospite. Autentica, perché le Figi hanno saputo conservare con orgoglio le proprie tradizioni, la propria identità culturale e il profondo legame con la natura, offrendo un’esperienza genuina, lontana dalle logiche del turismo omologato e di massa. Rigenerante, infine, perché vivere o anche solo trascorrere del tempo in queste isole significa riconnettersi con se stessi, riscoprire ritmi umani, e ritrovare un equilibrio spesso perduto nella frenesia del mondo contemporaneo di tanti altri Paesi. Questi aggettivi, ci tengo a sottolinearlo, non sono solo una descrizione oggettiva ma riflettono anche la mia personale esperienza e il profondo legame che ho sviluppato nel rappresentare questo straordinario Paese”.
La comunità di stranieri alle Figi è in forte crescita grazie a una disposizione che prevede una grande apertura da parte del governo per l’assegnazione di tratti di spiaggia privati, favorendo anche le pratiche per poter diventare residente. Quali consigli si sentirebbe di dare a chi è interessato a investire o trasferirsi nel Paese? “A chi guarda con interesse alla possibilità di investire o trasferirsi nella Repubblica delle Figi, mi sento di offrire un consiglio semplice ma essenziale: avvicinarsi al Paese con rispetto, curiosità e spirito di integrazione. Le Figi offrono opportunità concrete e stimolanti, sia dal punto di vista imprenditoriale – grazie a una legislazione favorevole, in particolare per gli investimenti nel settore turistico e immobiliare – sia da quello umano, grazie a un ambiente sereno, un clima mite e una comunità accogliente. Il governo figiano ha dimostrato grande apertura verso chi desidera stabilirsi nel Paese, agevolando le pratiche di residenza e l’accesso a proprietà, inclusi tratti di costa. Tuttavia, invito sempre gli interessati a conoscere profondamente la cultura locale, a costruire rapporti fondati sul dialogo e sulla fiducia reciproca, e a considerare il trasferimento non solo come una scelta di vita, ma come un’opportunità di crescita personale all’interno di un contesto sociale e naturale di straordinaria ricchezza. Nel mio ruolo di Console, sono a disposizione per fornire informazioni, contatti e orientamento a chi desidera intraprendere questo percorso con consapevolezza e rispetto per il Paese che rappresento”.
Qual è il suo ricordo più bello legato al ruolo di Console Onorario? “Nel corso del mio mandato come Console Onorario di Figi, ho avuto il privilegio di vivere numerosi momenti significativi – incluso l’aver organizzato la prima visita ufficiale in Italia post-pandemia di un membro del governo figiano, accogliendo il Ministro dell’Agricoltura On. Vatimi Rayalu presso la FAO – ma il ricordo che porto con più affetto e orgoglio riguarda il primo evento ufficiale da me organizzato per promuovere la cultura figiana in Italia. Vedere persone di ogni età avvicinarsi con autentico interesse alle tradizioni, alla musica, alla cucina e ai valori del popolo figiano è stato per me molto più di una soddisfazione istituzionale: è stato un momento di vera connessione tra due mondi apparentemente lontani, ma profondamente affini nei valori umani. Quel giorno ho percepito con chiarezza il senso profondo del mio ruolo: essere un ponte tra culture, un punto di riferimento per chi desidera conoscere, comprendere e avvicinarsi alla Repubblica delle Figi. È un ricordo che continua a motivare il mio impegno quotidiano, con dedizione e senso di responsabilità”.
E quello più brutto? “Nel mio ruolo di Console Onorario della Repubblica di Figi ho vissuto molte esperienze stimolanti e gratificanti ma, come in ogni incarico di responsabilità, non sono mancate anche situazioni complesse. Il ricordo più difficile è legato a un momento in cui ho dovuto fornire assistenza consolare a una cittadina figiana che si trovava in grave difficoltà in Italia. Si trattava di una circostanza umanamente toccante, in cui ho dovuto affrontare non solo aspetti burocratici delicati, ma anche il peso emotivo di rappresentare l’unico punto di riferimento in un momento di vulnerabilità per quella persona. È stato un episodio che mi ha profondamente segnato, perché mi ha ricordato quanto il ruolo consolare implichi, oltre al dovere istituzionale, una forte componente umana: quella di saper essere presenti, con empatia e prontezza, quando la distanza da casa si fa più pesante. Anche nelle difficoltà, tuttavia, ho trovato conferma dell’importanza di questo incarico, che vivo con senso di servizio e con l’impegno costante a rappresentare le Figi con dignità, rispetto e attenzione verso ogni singolo individuo”.
Lei è anche Senior Advisor per le Relazioni Bilaterali e Multilaterali dell’Ambasciata d’Afghanistan a Roma e Vice Rappresentante Permanente presso la FAO della Repubblica Islamica di Afghanistan. Che momento sta vivendo oggi il Paese? E quanto è difficile oggi rappresentarlo in contesti ufficiali? “Rappresentare oggi la Repubblica Islamica di Afghanistan in contesti ufficiali è, al tempo stesso, un grande onore e una grande responsabilità. Il Paese sta attraversando una fase estremamente delicata, segnata da profonde trasformazioni politiche, sociali e umanitarie. Il popolo afghano continua a vivere una realtà complessa, in cui si intrecciano speranze di pace, richieste di riconoscimento internazionale e il bisogno urgente di sostegno e solidarietà da parte della comunità globale. Nel mio ruolo di Senior Advisor per le Relazioni Bilaterali e Multilaterali dell’Ambasciata a Roma e Vice Rappresentante Permanente presso la FAO, sento fortemente il peso umano e istituzionale di dare voce a un Paese che oggi, più che mai, ha bisogno di essere ascoltato, compreso e supportato. La difficoltà maggiore consiste nel rappresentare una nazione la cui immagine è spesso filtrata da dinamiche geopolitiche e narrative complesse, mentre dietro ogni dato e ogni notizia ci sono persone reali, famiglie, giovani, donne e uomini che desiderano semplicemente un futuro migliore. Continuare a portare avanti il dialogo multilaterale, promuovere la cooperazione internazionale e far emergere le esigenze del popolo afghano è una missione che svolgo con profondo senso di impegno, consapevole che, anche nei contesti più difficili, la diplomazia può e deve essere uno strumento di speranza”.
Prossime attività in programma? “Nel mio ruolo di Console delle Figi, guardo con entusiasmo alle prossime attività in programma, che mirano a rafforzare ulteriormente i legami tra la Repubblica di Figi e l’Italia, sia sul piano istituzionale che culturale. Stiamo lavorando all’organizzazione di eventi volti a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale figiano, con particolare attenzione all’artigianato, alla musica tradizionale e alla sostenibilità ambientale, tematica centrale per le isole del Pacifico. Inoltre, sono in corso contatti per sviluppare nuove opportunità di collaborazione accademica e turistica, anche in sinergia con realtà italiane interessate a conoscere più da vicino le Figi come destinazione non solo turistica, ma anche di scambio culturale ed economico.

Nel mio incarico di Senior Advisor per le Relazioni Bilaterali e Multilaterali dell’Ambasciata della Repubblica Islamica di Afghanistan a Roma, e di Vice Rappresentante Permanente presso la FAO, le prossime attività in programma si concentrano su due direttrici fondamentali: il consolidamento della cooperazione con le agenzie del polo agroalimentare delle Nazioni Unite e il rafforzamento dei rapporti bilaterali con le istituzioni italiane e con altri partner strategici presenti in Italia. Stiamo attualmente lavorando all’organizzazione di una serie di incontri tecnici e diplomatici volti ad affrontare le priorità più urgenti per l’Afghanistan in materia di sicurezza alimentare, resilienza climatica e sviluppo rurale. A ciò si affiancano iniziative volte a mantenere alta l’attenzione internazionale sulla situazione umanitaria nel Paese, affinché il popolo afghano non venga dimenticato. Personalmente, ritengo fondamentale che, anche in un contesto complesso come quello attuale, l’Afghanistan continui ad avere una voce autorevole nei consessi multilaterali, e che la diplomazia rimanga uno strumento di costruzione e speranza. È con questo spirito che affronto ogni attività in programma, nella consapevolezza del valore umano e strategico del mio ruolo”.
Intervista di Marco Finelli