“Per il contribuente italiano il costo delle basi Usa in Italia è, si stima, di circa 100-200 milioni di euro annui. Questi costi comprendono manutenzione, servizi e altre spese legate alla presenza delle forze americane in Italia, tuttavia con i conflitti in corso e la possibilità di un intervento americano in Iran questi valori aumenteranno del 20/30 per cento”. E’ quanto si legge in una nota che riporta le dichiarazioni del Presidente di Federcontribuenti, Marco Paccagnella, intervenuto sul dibattito in atto nel governo e in Parlamento circa un rafforzamento e un impiego tattico delle basi americane in Italia, nella prospettiva di un allargamento del conflitto tra Israele e Iran.
“Le basi Usa in italia – ricorda Paccagnella – sono regolate da accordi bilaterali tra i due Paesi, che risalgono principalmente agli anni successivi alla seconda guerra mondiale. Gli Stati Uniti sono responsabili principalmente della gestione e del mantenimento delle basi, ma l’Italia contribuisce a una parte considerevole dei costi, come la manutenzione delle infrastrutture e la gestione dei servizi comuni. Mi riferisco, ad esempio, ad energia, acqua e sistemi di trasporto, che servono sia le forze italiane che quelle americane. Questi costi – sottolinea il presidente di Federcontribuenti – sono in parte assorbiti dallo stato Italiano, e ciò incide sul bilancio pubblico”.
Il tema delle basi Usa in Italia, fa presente l’esponente dell’Associazione dei contribuenti italiani, ”è oggetto di discussioni politiche, in particolare per quanto riguarda il costo che il contribuente italiano sostiene e il carico finanziario potrebbe essere elevato, soprattutto in contesti come negli anni precedenti, di austerità o difficoltà economiche”.
