Giovedì scorso, a Villa Monticello, sede dell’Ambasciata Svizzera in Italia, si è tenuta una conferenza che ha affrontato il tema del possibile contributo dell’arte in favore della pace nell’attuale situazione geopolitica con un approccio decisamente innovativo: “Pace, Arte, Geopolitica”, per l’appunto, era il titolo della stessa, fortemente voluta dalla sede diplomatica elvetica per esplorare le complesse, ma comunque possibili, interazioni fra i tre universi.
Le questioni relative alla pace, uno fra gli obiettivi più importanti per l’umanità, sono infatti oggi tema estremamente cruciale, mentre i cruenti conflitti in corso alle porte dell’Europa creano in molti la percezione di impotenza e sopraffazione, specie dinnanzi alle immagini di crisi e violenza, legate a conflitti armati e catastrofi.
La conferenza, introdotta dall’Ambasciatrice di Svizzera in Italia Monika Schmutz Kirgöz, ha dato voce a ospiti d’eccezione, professionisti in materia di pace e di risoluzione dei conflitti, personalità attive nel campo dell’arte, i quali hanno dato il loro contributo per cercare di delineare una possibile via d’uscita in grado di favorire una presa di coscienza sulle sfide cruciali che riguardano il mondo d’oggi. La necessità di condividere conoscenze specifiche con specialisti della tematica è, del resto, più viva che mai.
Per l’occasione, a Villa Monticello, sede dell’Ambasciata di Svizzera a Roma, erano presenti circa cento personalità svizzere, italiane e internazionali, tra cui politici, intellettuali, artisti e membri delle Forze armate, con l’obiettivo di riflettere su come costruire nuovi ponti per una pace duratura.
L’evento si iscrive nelle attività per commemorare il 75°anniversario delle Convenzioni di Ginevra. Queste costituiscono la base del diritto internazionale umanitario e la Svizzera ne è lo Stato depositario. La conferenza si è rivelata una preziosa occasione per riflettere sull’attualità.
L’evento era completato dalla mostra “Dialoghi sull’umanità”, che illustra con le opere di fotografi internazionali lo stretto legame esistente tra produzione artistica ed elaborazione e risoluzione dei conflitti armati.
L’arte appare come uno strumento per promuovere la pace e la riconciliazione nelle zone di conflitto. Gli sviluppi geopolitici e le strutture di potere, influenzando le forme di espressione artistica, la delineano contemporaneamente come strumento di comunicazione politica e di protesta. Ne scaturisce quindi che le opere d’arte si ergono a testimoni della storia, documentando e riflettendo gli eventi passati ed attuali, nonché plasmando attivamente la creazione di una memoria collettiva.