E’ Vincenzo Arcobelli il primo degli eletti al Consiglio Generale degli Italiani all’estero, organismo di consulenza del Governo e del Parlamento sui grandi temi che interessano le comunità del Bel Paese oltre i confini nazionali che, complessivamente, si compone di 63 Consiglieri, di cui 43 eletti direttamente e 20 di nomina governativa.
L’assemblea Paese, riunitasi lo scorso 9 aprile a Washington, nella sede dell’Ambasciata d’Italia, volta ad eleggere i due membri territoriali per gli Stati Uniti ha riconfermato il Consigliere uscente, risultato il più votato.
“Ora, con ancor più coraggio e determinazione – dice Arcobelli, palesando tutta la sua soddisfazione – dobbiamo andare avanti nelle nostre battaglie, abbiamo ancora molte cose da migliorare, ed un CGIE da rendere più pluralista e meno monocolore. Auspico che durante il nuovo insediamento non si verifichi quanto già avvenuto nel 2016 per l’elezione degli organi interni. Mi riferisco allo scandaloso scempio dettato da una cinica partitocrazia che ha portato e porterà alla polverizzazione del CGIE, e degli organi dì rappresentanza dì base (Comites). L’obiettivo è di contrapporsi alle dinamiche della demagogia e dei sofismi, per assumere una posizione equilibrata, indipendente, istituzionale e nell’esclusivo interesse delle nostre collettività all’estero”.