Vanderlei Henrique da Silva Ciccarelli è Console Onorario della Repubblica Federativa del Brasile a Pescara, con competenza sulla Regione Abruzzo. Nominato dal Ministero delle Relazioni Estere del Brasile e riconosciuto dalla Repubblica Italiana, dal 2024 svolge funzioni di rappresentanza consolare, tutela dei cittadini e cooperazione istituzionale. Giurista di formazione, con una lunga esperienza nella consulenza documentale e nell’assistenza ai cittadini in mobilità internazionale, vive in Italia dal 2016 ed è titolare di doppia cittadinanza italo-brasiliana.
La sua storia personale e professionale si intreccia con quella della Comunità brasiliana residente in Abruzzo, circa 2.600 persone, di cui è oggi punto di riferimento. Ricevere l’exequatur e aprire ufficialmente il Consolato Onorario a Pescara ha rappresentato per lui un momento di forte valore simbolico: “È stato un onore particolare – racconta – proprio perché avviene in un Paese con cui ho un legame genealogico e culturale diretto”.
La doppia cittadinanza e l’esperienza diretta del percorso migratorio consentono oggi a Ciccarelli di interpretare con profonda sensibilità un ruolo che è al tempo stesso giuridico, culturale e umano. La sua attività come Console Onorario del Brasile in Abruzzo non si limita infatti alla rappresentanza formale: è il segno di un’identità sospesa tra due mondi, capace di unire tradizione e futuro, radici e nuove prospettive.
In questa dimensione, il Consolato del Brasile a Pescara è diventato in poco più di un anno non solo un presidio di tutela per i cittadini, ma anche strumento di dialogo e cooperazione. Un ponte stabile tra istituzioni e comunità, tra Italia e Brasile.
Console, qual è stato il percorso personale e professionale che l’ha portata a diventare Console Onorario del Brasile in Abruzzo? “Il mio percorso nasce da una solida formazione giuridico-amministrativa e da oltre dieci anni di esperienza nella consulenza documentale, legale e nel supporto a cittadini in mobilità internazionale. Dal mio arrivo in Italia nel 2016 ho lavorato stabilmente a Pescara e nei Comuni limitrofi, costruendo relazioni professionali con enti pubblici, amministrazioni locali e realtà associative. L’attività come imprenditore individuale, unita al tirocinio presso i Servizi Demografici di un Comune, e all’esperienza nel progetto ANPR, mi ha permesso di conoscere a fondo la struttura amministrativa italiana. Parallelamente, il sostegno costante alla comunità brasiliana in Abruzzo ha consolidato il mio ruolo di riferimento territoriale, portando alla nomina a Console Onorario nel 2024”.

Quali emozioni ha provato nel ricevere l’exequatur e nell’aprire ufficialmente il Consolato Onorario a Pescara? “Ricevere l’exequatur è stato un onore particolare proprio perché avviene in un Paese con cui ho un legame genealogico e culturale diretto. Aprire la sede del Consolato Onorario a Pescara significa sancire un percorso personale che si intreccia con la storia migratoria tra i due Paesi che, generazioni fa, aveva lasciato l’Italia per il Brasile. È stato un momento di grande responsabilità istituzionale ma anche di riconnessione storica e personale”.

In che modo la sua esperienza personale la aiuta a interpretare questo incarico diplomatico? “Avere vissuto personalmente il percorso migratorio mi consente di comprendere con realismo e sensibilità le difficoltà che i cittadini brasiliani affrontano quando arrivano in Italia. In più, come detto, la mia formazione giuridica, combinata all’esperienza maturata nelle amministrazioni italiane e nel settore dei servizi, mi permette oggi di orientare con competenza i connazionali nelle procedure burocratiche. La doppia cittadinanza facilita la mediazione culturale e istituzionale, rendendo più immediato il dialogo con le autorità locali e con il Consolato Generale del Brasile a Roma”.

Se dovesse descrivere il Brasile di oggi con una parola, quale sceglierebbe? “Dinamico. Un Paese in continua evoluzione, ricco di energia sociale, creatività e capacità di trasformazione”.
Quali sono ai giorni nostri le principali esigenze della Comunità brasiliana residente in Abruzzo, che conta circa 2.600 persone? “Le esigenze principali riguardano l’integrazione culturale, la tutela dei diritti, la mediazione con le istituzioni e la gestione delle situazioni di vulnerabilità. La presenza storica di italiani in Brasile crea un legame naturale tra le due Comunità, ma spesso i nuovi migranti necessitano di orientamento su sanità, lavoro, scuola e sicurezza. Il Consolato opera quotidianamente per supportare queste dinamiche, valorizzando anche la connessione storica tra i due Paesi”.

Ricordo più bello da Console Onorario? “I momenti in cui il lavoro istituzionale produce un impatto diretto sulla vita delle persone sono quelli che ricordo con più soddisfazione. Tra questi, gli interventi coordinati con le autorità italiane per assistere cittadini in gravi situazioni di vulnerabilità, inclusi casi di violenza domestica e rientri assistiti in Brasile. Vedere la collaborazione tra due Paesi funzionare concretamente rappresenta la parte più gratificante del mandato”.
E il più brutto? “Gli episodi di violenza che hanno coinvolto connazionali in Abruzzo sono senz’altro le esperienze più difficili. In particolare, seguire da vicino casi di aggressioni e violenze sessuali richiede lucidità, presenza e un forte sostegno istituzionale. Questi episodi mettono in evidenza l’importanza di una rete di protezione efficiente e la responsabilità del ruolo consolare”.
Tra le personalità diplomatiche conosciute finora ne ricorda qualcuna in particolare? “Ho avuto l’onore di collaborare con l’Ambasciatore del Brasile in Italia, con il Console Generale a Roma e con rappresentanti dei corpi istituzionali italiani, tra cui Prefetti, Questori e Sindaci. La visita del Console Generale del Brasile a Roma Luiz Cesar Gasser è stata particolarmente significativa e ha mostrato attenzione e rispetto per il lavoro svolto in Abruzzo. Il dialogo costante con queste figure rafforza l’efficacia delle azioni consolari”.

Quali iniziative il Consolato intende promuovere per rafforzare i legami tra cittadini brasiliani e istituzioni locali? “Le principali linee d’azione riguardano essenzialmente attività di tutela sociale e prevenzione della violenza; iniziative culturali e progetti nelle scuole; collaborazione con enti locali per una migliore integrazione; promozione della storia dei rapporti Italia-Brasile, anche valorizzando il ritorno in Italia di cittadini brasiliani di origine italiana. La nuova sede consolare, attualmente in fase di ristrutturazione, sarà uno spazio aperto alla comunità e alle istituzioni”.

Quali settori economici offrono a suo avviso maggiori opportunità di collaborazione tra imprese locali e brasiliane? “Le possibilità sono numerose: agroalimentare, automotive, benessere, turismo, istruzione, servizi e tecnologia. L’Abruzzo dispone di eccellenze industriali e artigianali che possono dialogare con il vasto mercato brasiliano. Il Consolato può facilitare l’apertura di questi canali attraverso incontri, scambi informativi e reti istituzionali”.
Il Consolato può dunque diventare un ponte per favorire scambi commerciali e investimenti? “Certamente. Il ruolo consolare, unito alla conoscenza del territorio e al dialogo costante con le istituzioni italiane, consente di creare condizioni favorevoli agli scambi economici. Possiamo facilitare contatti tra imprese, orientare investitori e accompagnare progetti bilaterali. Il Consolato opera come interlocutore stabile e accreditato, valorizzando allo stesso tempo le politiche economiche dei due Paesi”.

Un’ultima domanda. Dici Brasile e pensi inevitabilmente anche al calcio: lei per quale squadra tifa? “Tifo per il Flamengo, una squadra che rappresenta storia e passione. Ma vivendo in Italia da molti anni, seguo con grande rispetto anche il calcio italiano, che rimane un pilastro culturale importantissimo in questo Paese”.
Intervista di Marco Finelli


Parabéns, meu querido amigo Vanderlei!
Seu trabalho exemplar como advogado e Cônsul Honorário do Brasil em Pescara, na Itália, é motivo de grande orgulho, respeito e admiração para todos nós. Sua dedicação, ética e compromisso com o Brasil e com a comunidade brasileira no exterior merecem pleno reconhecimento e gratidão.
Desejo-lhe ainda mais sucesso em sua trajetória pessoal e profissional. Que Deus o abençoe abundantemente e continue iluminando seus caminhos.