L’Amb. Amedeo Guillet è uno dei diplomatici italiani con una vita straordinariamente avventurosa. Non è certo un caso che su di lui siano state scritte ben due biografie, entrambe molto interessanti ed avvicenti da leggere. Si tratta di quella di Vittorio Dan Segre, “La guerra privata del tenente Guillet” (Corbaccio Editore, 1993) e quella di Sebastian O’Kelly, “Amedeo. Vita, avventure e amori di Amedeo Guillet, un eroe italiano in Africa Orientale” (Rizzoli, 2002).
Grazie all’impegno dei due curatori, il figlio Alfredo Guillet e Rosangela Barone, all’interesse dell’Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente (ISMEO) e al contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione italiana è stato pubblicato qualche tempo fa un’imponente opera di Amedeo Guillet dal titolo “La mia tela yemenita” (ISMEO, 2022).
Come sottolinea l’Amb. Pasquale Terracciano in una nota all’inizio del libro “La mia tela yemenita non è solo un libro di straordinarie memorie, ma anche una significativa fonte storiografica, a disposizione di chi vorrà approfondire alcuni momenti cruciali nella storia dello Yemen e del ruolo svolto dalla diplomazia italiana al tempo.”
Il libro mette anche in luce gli storici rapporti privilegiati fra Italia e Yemen ed il ruolo dell’uno a favore dell’altro. Tra i tanti esempi di questo rapporto privilegiato si può ricordare da un parte che l’Italia fu il primo stato a riconoscere l’indipendenza dello Yemen dall’Impero ottomano e, dall’altra, che lo Yemen ha avuto un ruolo importante in favore dell’Italia nel quadro dei negoziati alle Nazioni Unite sulla questione del Trentino Alto-Adige.
Le quasi mille pagine de “La mia tela yemenita” sono suddivise in due volumi, ricchissimi di approfondite note esplicative e bibliografiche e soprattutto di foto ed illustrazioni originali. Un eccezionale album di immagini che ripercorre tutta la vita di Amedeo Guillet e permette di scoprire e conoscere tanti altri aspetti della sua personalità e delle sue passioni.
Per comprendere meglio la natura del libro è importante leggere le note esplicative dei due curatori che sono qui riportate solo per la parte iniziale:
“L’obiettivo dell’Autore, Amedeo Guillet, nel dettare il presente testo è stato quello di lasciare alle successive generazioni di Yemeniti e delle persone interessate allo Yemen, quindi non solo ad un ristretto numero di specialisti, il contributo di testimonianze emerse dalla sua associazione con lo Yemen e gli Yemeniti nel corso nella sua non breve esistenza. La sua scomparsa prima della revisione delle bozze di La mia tela yemenita ha posto i sottoscritti curatori, suoi assistenti nella stesura del testo («garzoni di bottega» del «maestro tessitore») di fronte alla drammatica alternativa: abbandonare il progetto di pubblicazione o farsi carico della responsabilità della revisione delle bozze e dell’affidamento del testo alle stampe – una responsabilità pesante, se si tiene conto che parte della dettatura da parte di Amedeo Guillet è stata fatta in età avanzata e che un buon numero di descrizioni di eventi e personaggi ‘secondari’, a suo tempo fatte, sarebbero state probabilmente soppresse da lui, se avesse curato personalmente la pubblicazione. Noi curatori, di converso, abbiamo ritenuto importante preservarle, in particolare quelle evocative di atmosfere non conosciute – spesso inimmaginabili – da parte delle attuali generazioni dei Paesi coinvolti.”
Amedeo Guillet, La mia tela yemenita, (a cura di Rosangela Barone e Alfredo Guillet), ISMEO, Roma, 2022, 2 Voll., pp. 981, € 150.
I due volumi possono essere consultati gratuitamente in versione digitale sul sito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale (Volume 1, Volume 2).
Amedeo Guillet, detto Comandante Diavolo, (1909 – 2010), è stato un ufficiale della cavalleria italiana e un diplomatico italiano. Come diplomatico, a partire dal 1947 prestò servizio a Il Cairo. Nel 1956 fu nominato incaricato d’affari prima e Ministro plenipotenziario poi, nello Yemen (1956-1962). Fu in seguito Ambasciatore d’Italia in Giordania (1962 – 1968) e in Marocco (1968 – 1971). Concluse la sua carriera come Ambasciatore in India (1971-1975). Sono state scritte su di lui due biografie da Vittorio Dan Segre e da Sebastian O’Kelly. Ha vissuto fra l’Irlanda e l’Italia ed è morto a Roma nel 2010 all’età di 101 anni.
Recensione a cura dell’Ambasciatore Stefano Baldi