Valorizzare le radici e quei cittadini originari di Montemarciano che stanno svolgendo la propria professione nel mondo, portando prestigio anche al Comune d’origine. Il Consiglio Comunale non ha avuto dubbi che a meritare il saluto e il plauso del civico consesso, riunito ieri presso il Centro sociale di Marina, fosse l’ambasciatore italiano in Iraq Maurizio Greganti, originario di Montemarciano.
Il diplomatico si trova in questi giorni nel paese per festeggiare il Natale e le festività con la famiglia. Nel corso della seduta del Consiglio comunale è stato salutato dai concittadini, dalla giunta e da tutto il Consiglio con la consegna di una pergamena e del libro fotografico sulla storia di Montemarciano che il vicesindaco Andrea Tittarelli ha voluto consegnare all’ambasciatore, come segno di amicizia e di orgoglio per il suo prestigioso incarico.
La piccola ma sentita cerimonia di consegna – tra i punti all’ordine del giorno – è stata fortemente voluta da tutto il Consiglio Comunale e anticipa un momento istituzionale più importante, che è il conferimento della cittadinanza onoraria, cerimonia che avverrà una volta espletate le formalità
burocratiche necessarie.
L’ambasciatore, nato a Senigallia, ha trascorso l’infanzia a Montemarciano. In paese vivono ancora i familiari più prossimi. Il padre, commerciante, negli anni Settanta era titolare di un negozio in centro, anche per questo la sua è tra le famiglie più note del paese. L’ambasciatore Greganti ha
mantenuto un legame d’affetto saldo con Montemarciano, dove nonostante i gravosi impegni che il suo prestigioso incarico richiede, torna di frequente per brevi visite.
Nella pergamena, firmata dal sindaco Damiano Bartozzi e dal presidente del Consiglio comunale Paolo Magrini, in poche righe traspare tutto l’orgoglio della comunità: «il Consiglio comunale di Montemarciano saluta l’Ambasciatore d’Italia in Iraq sua eccellenza Maurizio Greganti esprimendo anche a nome dell’intera comunità locale l’orgoglio che un montemarcianese ricopra un incarico così importante in quella culla della civiltà che oggi rappresenta una delle aree del mondo più delicate e la certezza che le sue capacità umane e professionali siano un prezioso supporto al servizio dello Stato e della pace».