Con l’obiettivo di continuare a consolidare l’Italia come primo partner commerciale della Colombia nell’Unione Europea, l’ambasciatrice in Italia, Gloria Isabel Ramirez, si è recata a Trieste dove ha tenuto importanti incontri con autorità e uomini d’affari per cercare di aprire più spazi e mercati con la Colombia.
Proprio per quanto riguarda il caffè, secondo l’Italian Coffee Committee, l’industria italiana ha fatturato negli ultimi anni oltre 3,6 miliardi di euro e di questi il caffè colombiano nel solo 2021 ha chiuso con cifre di Export di oltre 60 milioni di euro, con una tendenza in aumento.
A queste opportunità si aggiungono l’apertura di spazi ai mercati offerti dalle banane e dall’olio di palma, tenendo conto della forza agroindustriale e alimentare del porto italiano di Trieste.
L’Ambasciatrice Ramírez ha sottolineato che Trieste è il capoluogo della regione Friuli-Venezia Giulia nell’Italia nord-orientale, e questa posizione privilegiata è un potenziale grazie al fatto che si tratta di una città portuale che occupa uno stretto lembo di territorio tra la costa del Mar Adriatico al confine con la Slovenia e in tal senso è simile a Santa Marta, anch’essa situata nel nord della Colombia, che grazie alla sua posizione geografica in mezzo al mare Atlantico, le fa avere 7 postazioni di ormeggio con un profondità naturale fino a 17 metri, che le consente di accogliere navi di grandi dimensioni e di essere all’altezza delle esigenze del commercio estero, diventando quindi ideale per realizzare un gemellaggio tra i due porti, che sarà gestito direttamente dai rispettivi sindaci, come riportato dall’Ambasciatore colombiano.
É interessante sottolineare che in un recente rapporto DANE, l’Italia è diventato il paese europeo che ha acquistato di più dalla Colombia nel 2021, raggiungendo cifre di oltre 800 milioni di euro e con queste alleanze strategiche e diplomazia commerciale, si prevede di continuare a migliorare il commercio equilibrio a favore della Colombia.
Alla destra dell’Ambasciatrce il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza. A sinistra, l’imprenditore Enrico Samer e il professor Gaetano Longo