“Oggi celebriamo una delle tradizioni più antiche del Messico, sempre più conosciuta nel mondo: “el Día de Muertos”. In questo giorno noi messicani ricordiamo i nostri cari, i familiari e gli amici che non ci sono più. Oggi è il giorno in cui il ricordo sconfigge l’oblio”: lo ha detto Carlos García de Alba, celebrando in Ambasciata la ricorrenza, molto sentita dai messicani.
L’evento, che ha richiamato il pubblico della grandi occasioni, è iniziato con il saluto dell’Ambasciatore, il quale ha sottolineato l’importanza che riveste “il Giorno dei Morti in Messico: “è una tradizione storica, culturale e artistica molto cara – ha spiegato – riconosciuta e apprezzata sempre di più nel nostro Paese. Voler ricordare e celebrare la vita dei nostri morti è una esigenza che fu sentita anche dalle culture originarie del Messico, quindi per più di tremila anni abbiamo avuto una concezione simile per quanto riguarda la morte e il suo significato”.
Successivamente si è svolta l’inaugurazione dell’Altare dedicato ai Defunti, quest’anno in memoria del Già Ambasciatore del Messico in Italia, Octavio Rivero Serrano, dell’Ambasciatore Carlos Sada, e del Presidente Emerito della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, scomparso un mese fa.
Nell’occasione, il pubblico ha avuto l’opportunità di gustare il tradizionale “Pan de Muerto” e la cioccolata calda. L’evento è stato allietato da un concerto di canto e pianoforte della cantante messicana Georgina Trujillo e del pianista italiano Carlo Cieri.
Successivamente, il Capo Missione dell’Ambasciata del Messico in Italia, a nome dell’Istituto dei Messicani all’Estero del Ministero degli Affari Esteri, ha consegnato il premio “Mexicanos distinguidos” all’eccezionale musicista messicano residente in Italia, Israel Varela.
Varela è un importante batterista, cantante, cantautore e produttore musicale. È oggi uno dei musicisti di maggior successo della sua generazione, in particolare per quanto riguarda la musica Jazz/World/Flamenco. La sua musica ha raggiunto più di 30 Paesi. La sua originalità e il suo stile gli hanno permesso di esibirsi con artisti di fama, tra cui Yo-Yo Ma, Andrea Bocelli, Pino Daniele, Joaquín Cortés, Marcus Stockhausen, Mike Stern, Pat Metheny e Rita Marcotulli.
In Italia la sua musica è sempre più apprezzata e riconosciuta, così come le radici messicane e gli elementi che la ispirano, come si è potuto riscontrare chiaramente durante il concerto che ha tenuto lo scorso anno presso la prestigiosa Casa del Jazz, in occasione del Centenario della sede dell’Ambasciata. Israel Varela ha così contribuito a elevare il nome del Messico, motivo per cui gli è stato conferito questo riconoscimento.
Cresce intanto l’attesa per la sfilata che si terrà domenica mattina per le strade del centro di Roma. Alle 11, come per gli anni passati, un corteo folkloristico partirà da Piazza del Popolo dirigendosi verso Piazza Navona. Successivamente andrà in scena lo spettacolo di Catrinas e dei trampolieri Artefatti Stilts, con un momento musicale a cura del gruppo Mariachi “Romatitlán”.
Ricco il programma di eventi con mostre, spettacoli di danza e laboratori per i più piccoli.
L’ALTARE DELL’AMBASCIATA DEL MESSICO
L’altare dell’Ambasciata è decorato con dettagli dell’arte Huichol o Wikárica.
Significato dell’arte Huichol – Wikárika ed i suoi colori
Quando contempliamo un pezzo d’arte huichol, la prima cosa che salta agli occhi sono i colori.
Questa straordinaria qualità è dovuta al fatto che, secondo la sua visione del mondo, attraverso i colori gli dèi parlano agli uomini. Questo è uno dei pochi processi artistici al mondo la cui creazione è invariabilmente legata ad un senso mistico, lo spirito come materia prima dell’arte, e viceversa. Qualsiasi pezzo di questa arte è basato su esperienze associate con “hikuri” o peyote, da questa interazione emergono quei colori e forme che vediamo nell’arte wixárika.
Nessun’altra cultura preispanica ha una gestione del colore così complessa come il popolo wixárika. L’artigianato di questa etnia nacque come un’offerta agli dèi, ma anche come un modo per comunicare alla sua comunità, e anche al resto degli uomini, i messaggi della divinità. Secondo le loro credenze, quando c’è comunicazione tra gli dèi e le persone, attraverso colori vivaci, forme e figure, si apre un “nierika”, un portale.
Gli artisti più apprezzati sono gli sciamani, propriamente chiamati “maraakames”, che plasmano le loro esperienze dirette con gli dèi nella loro arte; colori brillanti, intensi, fosforescenti.
Il significato di alcuni dei simboli dell’arte Wixárika, presenti nell’altare dell’Ambasciata.
VENADO AZUL – IL CERVO BLU
È l’animale centrale nella sua mitologia per la sua importanza nella creazione del mondo, aiutante del nonno fuoco (Tatewari) e successivamente creatore di peyote e mais. C’è un centro dove abita il magico Cervo Blu, e lì vanno gli uomini nel loro lungo pellegrinaggio. Il cervo è cibo dell’anima, e brilla come vestito di stelle con i germogli del peyote, la sua carne è saggia e collega gli uomini con l’Asse del Mondo.
EL PEYOTE – IL PEYOTE
Il Peyote, del náhuatl “peyotl”, il cui nome scientifico è Lophophora williamsii, è un piccolo cactus senza spine che cresce nella regione centrale del Messico. Gli Huicholes identificano il Peyote con lo spirito del cervo e fanno un pellegrinaggio annuale per andare a cercarlo. Ottenere Peyote è ottenere Hikuri, la cui traduzione dall’huichol allo spagnolo sarebbe “cuore del dio cervo”. Da questo è data la comunicazione tra gli uomini e gli dèi, il portale mitico della loro cultura, significa l’inizio della vita e l’ordine del mondo. Gli Huicholes venerano il peyote che è, come il cervo e mais, il suo spirito guida.
OJO DE DIOS – OCCHIO DI DIO
È un’altra specie di portale, nierika, che è anche uno scudo protettivo per il pellegrino per concentrarsi sull’ora. La forma del si’kuli si riferisce ai cinque punti cardinali, alle cinque direzioni dell’universo. (Nord, Sud, Est, Ovest e il centro, punto di partenza del tutto). Nel suo senso cerimoniale, l’Occhio di Dio è un’offerta fatta agli dèi per chiedere la buona crescita dei bambini, un elemento che sintetizza la visione del mondo del suo popolo, i genitori sono incaricati di elaborare l’occhio di Dio che i loro figli porteranno alla festa del tamburo. In questa festa i bambini e le bambine vengono presentati agli dèi e iniziati alla vita cerimoniale del popolo wixárika.
AGUILA – AQUILA
Ponte di comunicazione tra gli dèi e l’uomo. Gli Huichole considerano l’aquila un animale sacro, con poteri magici che risiedono nelle sue code e nelle sue ali: si afferma che, volando molto in alto, tutto vedono e sentono. Le piume permettono al mara’akáme (allo sciamano) di percepire tutto ciò che accade sopra e sotto la terra; con esse realizza sortilegi per la guarigione dei malati, l’apparizione del Sole e la caduta della pioggia.
CALAVERAS – TESCHI
Uno dei simboli più conosciuti di questa celebrazione è il teschio, chiamato calavera, che è possibile trovare anche nelle incisioni delle popolazioni preispaniche e dona un’interpretazione molto importante: la morte è un rito di passaggio e per questo la vita deve essere celebrata ogni giorno.
Le calaveritas sono di diversi ingredienti e dimensioni, ma le più popolari sono quelle realizzate con alfeñique, una tecnica araba che è stata adattata dagli spagnoli e portata in Messico. L’alfeñique viene creato da una miscela di zucchero di canna con albumi, succo di limone e una pianta chiamata «chaucle».
ALTRI ELEMENTI DECORATIVI
Il cibo preparato è molto importante, in quanto serve a sfamare i morti dopo il lungo viaggio verso la terra dei vivi. Vengono quindi esposti i cibi che piacevano di più ai propri cari ed un bicchiere d’acqua, per dissetare. C’è poi il dolce tipico della festa, il Pan de Muerto, le candele, che devono restare accese tutta la notte per illuminare la strada di casa dei defunti, e gli immancabili fiori arancioni tipici di questa festa, i cempasùchil (calendule).
IL CANE Xoloitzcuintle, traghettatore delle anime.
Fin dai tempi preispanici, il Xoloitzcuintle, particolare razza di cane, è stato venerato, poiché c’era la credenza che questo animale fosse guardiano degli spiriti e guidava le anime dei morti nella lunga e difficile strada attraverso Mictlán, la città dei morti. Si pensava che la sua missione fosse quella di aiutare le anime a passare attraverso un fiume profondo che attraversa la terra dei morti.
LE DEDICHE DELL’ALTARE DELL’AMBASCIATA
I defunti ai quali quest’anno si è dedicato il particolare ricordo sono:
- Già Ambasciatore del Messico in Italia nel periodo 1986-1988, Octavio Rivero Serrano;
- Ambasciatore Carlos Sada;
- Presidente Emerito della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.