“I cambiamenti previsti dal nuovo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento concernente modifiche al regolamento di organizzazione del Ministero di cui al decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 2010, n. 95, rischiano di ridurre la portata strategica delle politiche per gli italiani all’estero a un insieme di servizi amministrativi. Una visione miope e inadeguata rispetto alla realtà di una comunità globale sempre più ampia, articolata e dinamica.” Lo ha dichiarato la Senatrice La Marca (PD), eletta in Centro e Nord America, intervenendo nel corso dell’audizione dell’Ambasciatore Riccardo Guariglia, Segretario Generale del MAECI, che si è tenuta martedì 29 luglio, presso le commissioni riunite Affari Esteri di Senato e Affari Costituzionali della Camera.
Prendendo la parola in seguito all’audizione dell’Ambasciatore, la Senatrice ha sollevato alcune criticità relative allo schema di decreto del Presidente della Repubblica che modifica l’organizzazione del Ministero e che riguardano la gestione delle comunità italiane nel mondo.
“In primo luogo – ha spiegato La Marca – il cambio di denominazione della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie in Direzione Generale per i Servizi ai Cittadini all’Estero appare tutt’altro che neutro. È il segnale di un approccio burocratico e riduttivo che svuota di contenuto la funzione strategica delle politiche per gli italiani nel mondo. Passaporti, cittadinanza, anagrafi consolari sono fondamentali, ma non sono tutto. Chi si occuperà delle politiche culturali, della promozione degli oriundi, delle relazioni con le nuove generazioni? Dove finisce la dimensione politica e propositiva della presenza italiana all’estero?”.
Altro nodo critico segnalato dalla Senatrice riguarda la centralizzazione delle pratiche di cittadinanza iure sanguinis presso un unico ufficio che verrebbe creato all’interno del MAECI. “Una scelta a mio avviso sbagliata – ha dichiarato – che rischia di accentrare inefficienze, creare colli di bottiglia e allontanare i cittadini dalle istituzioni. Con oltre sei milioni di italiani all’estero, molti dei quali interessati a procedure complesse come quelle per il riconoscimento della cittadinanza, è difficile comprendere come un solo ufficio possa gestire efficacemente un carico così ingente”.
Infine, La Marca ha espresso perplessità sull’indicazione, contenuta nel testo, di trasmettere le domande di riacquisto della cittadinanza per posta. “È una previsione anacronistica, che contrasta con gli obiettivi dichiarati di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e del MAECI stesso. Serve una semplificazione reale, non un ritorno a modalità superate”.
“In un contesto geopolitico complesso, in cui la presenza italiana nel mondo può rappresentare una risorsa strategica per il Paese – ha concluso La Marca – è essenziale che l’organizzazione del Ministero non si limiti a rispondere a pratiche, ma sappia proporre politiche lungimiranti. Serve una visione all’altezza delle sfide globali e delle aspettative delle nostre comunità all’estero”.