di Bruno Scapini
Una rivoluzione prima di divenire tale è un movimento di pensiero che nasce da un moto dell’anima. E’ un’idea di empatia che investe le capacità percettive dell’individuo per assumere gradualmente le forme e i contenuti di un radicale cambiamento. Ecco, questo è, in estrema sintesi, il senso che si coglie nel visitare la Mostra d’arte, promossa e patrocinata dall’Ambasciata della Federazione Russa in Roma, e organizzata d’intesa con le altre Missioni diplomatiche dei Paesi BRICS in Italia, dal titolo “The New Art of The New World”.
L’evento, inaugurato ieri presso la splendida cornice offerta dal Centro di Scienza e Cultura della Federazione Russa, Paese che detiene quest’anno la Presidenza dei BRICS, si è svolto in presenza di un folto pubblico costituito prevalentemente da rappresentanti del Corpo Diplomatico accreditato in Italia, da giornalisti ed esponenti del mondo della cultura, offrendo l’opportunità tutta speciale di apprezzare, in un’unica congiunta esposizione, le opere, principalmente dipinti e sculture, di artisti provenienti dagli stessi Paesi membri dell’Associazione BRICS.
Al di là della indubbia validità artistica della Mostra, di cui si apprezza la levatura per qualità delle opere esposte – ognuna delle quali peraltro testimonia delle particolarità valoriali delle realtà dei rispettivi Paesi -, è chiaramente riconoscibile nell’iniziativa il fine supremo di presentare nella dimensione culturale la nuova prospettiva solidaristica che accomuna il Gruppo dei Paesi BRICS, attualmente 10, ma con la previsione di ulteriori adesioni per decine di altri Stati.
Dai 5 Paesi originari, infatti (Brasile, Russia, India e Cina) altri se ne sono aggiunti nel tempo (Sudafrica e più recentemente Iran, Arabia Saudita, Egitto, Etiopia e Emirati Arabi Uniti) con una prospettiva di allargamento nel prossimo futuro decisamente sorprendente. Dalle finalità che questi Paesi si pongono e dal tipo di cooperazione “multi-level” che intendono affrontare, l’Associazione, sebbene non ancora istituzionalizzata formalmente in consolidate strutture intergovernative, si presenta come embrione di una nuova realtà destinata a trasformare l’impostazione secolare della attuale Comunità internazionale – ancora relegata a obsoleti principi e metodi di “governance” basati sulla prevalenza economico-finanziaria e sulla presunta superiorità della civiltà occidentale – per favorire invece una solidarietà tra popoli e Stati informata al rispetto reciproco, all’uguaglianza sovrana e alla parità di benefici ottenibili.
L’esperienza che i Brics preconizzano sembrerebbe così capace di apportare alla Storia delle relazioni internazionali dei cambiamenti profondi, ma soprattutto innovativi, nei modi di relazionarsi tra Governi e tra popoli. È, questa, la prospettiva di invertire i termini dell’ordine finora imposto da un Occidente tronfio dei propri successi del passato, ma decisamente incapace di risolvere oggi le crisi emergenti da una realtà mondiale in rapida e continua evoluzione. Realtà in cui ogni popolo e Nazione aspira giustamente e legittimamente a svolgere un ruolo da protagonista in piena e riconosciuta indipendenza e sovrana libertà.
Questo è il messaggio che la Mostra intende trasmettere ai suoi visitatori. Il tempo della sopraffazione colonialista è scaduto ormai, come anche quello in cui la civiltà giuridica di riferimento poteva essere solo quella occidentale. Le nuove esigenze dei popoli e la consapevolezza emergente di un loro legittimo diritto a condividere equamente i vantaggi e i benefici ricavabili da quell’unico, peraltro bellissimo, Pianeta in cui oggi viviamo, sono infatti i punti di forza di questa piattaforma associativa dei BRICS. Un insieme di Paesi che vedono come loro primario obiettivo la sostituzione del “modus operandi” della Comunità internazionale, passando da quello attualmente impostato sul rispetto coercitivo dei rapporti di forza, ad un altro ispirato al riconoscimento reciproco e paritario delle proprie identità. Come del resto la Storia ci insegna, è il tramonto oggi di un’epoca che si manifesta attraverso l’espressione decadentistica di valori logori e abusati, e l’alba di una nuova che irrefrenabile si preannuncia all’orizzonte.
E’ ormai giunto il momento di liberarci dal dominio fagocitante dell’Occidente, finalizzato a perpetrare se stesso ai danni degli altri popoli e Stati. La dittatura occidentale che pervade ogni ambito, da quello sanitario a quello militare, soffoca le singole libertà. E’ auspicabile pertanto un “contrappeso” autenticamente liberale, costituito da Stati sovrani che promuovano la libertà di espressione e il reciproco auto-aiuto. Al dio-denaro va contrapposto l’Essere umano con le sue virtù naturali, quali la saggezza, la generosità, l’equanimità, l’Amore per la Vita e per il Pianeta che ci ospita.