La scena culturale di Caracas si appresta ad accogliere una delle proposte più significative e urgenti della stagione: “Heridas de Muerte”. Questa produzione, ispirata all’opera Ferite a Morte della scrittrice italiana Serena Dandini, nasce da un’importante collaborazione tra il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero – Venezuela (CGIE), la Società Dante Alighieri di Maracay e l’Istituto Italiano di Cultura di Caracas, in coproduzione con l’Associazione Culturale Humboldt. L’unica rappresentazione avrà luogo sabato 22 novembre 2025, alle ore 17, presso l’Associazione Culturale Humboldt, situata a San Bernardino, a Caracas, con ingresso libero fino a esaurimento posti.
La scelta del periodo temporale conferisce a questo evento un significato particolare. Lo spettacolo viene presentato alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), data stabilita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) per condannare questa grave violazione dei diritti umani e promuovere azioni concrete per la sua eradicazione globale.

Lo slogan per la commemorazione del 2025 è “I loro diritti, il nostro futuro, ora”, un appello che sottolinea l’urgenza di proteggere e promuovere i diritti delle donne, riconoscendo che l’uguaglianza di genere è un pilastro fondamentale. Riconosciamo il potere dell’arte come strumento di comunicazione e di incidenza e come atto di memoria, coscienza e dignità.
L’opera “Heridas de Muerte” ci ricorda che dietro ogni femminicidio c’è una vita interrotta, una storia, una famiglia e una società che perde. Ogni volta che una donna viene aggredita per il fatto di essere donna, tutta la società fa un passo indietro, ma quando la difendiamo, avanziamo uniti”, Gianluca Rampolla, Coordinatore Residente delle Nazioni Unite in Venezuela.

In questo contesto, l’opera “Heridas de Muerte” trascende la mera rappresentazione artistica per costituirsi in un potente atto di coscienza civica e culturale. L’iniziativa non solo cerca di onorare la memoria delle vittime di femminicidio, ma si allinea allo spirito fondamentale del 25 novembre: mobilitare la società, interrogare l’indifferenza sociale e rendere visibile l’urgenza etica di garantire vite libere dalla violenza. Offrendo questa “confessione postuma” con accesso gratuito, la produzione italo-venezuelana sottolinea con sensibilità e rigore che la lotta per la dignità e la sicurezza delle donne è un imperativo sociale che deve occupare il centro della coscienza collettiva.
Nel tentativo di collegare la denuncia artistica all’azione sociale, alla conferenza stampa ha partecipato in modo speciale l’organizzazione femminista Tinta Violeta, i cui rappresentanti hanno tenuto una conferenza formativa rivolta ai giovani delle scuole che sostengono l’iniziativa.
Inoltre, il giorno dello spettacolo, Tinta Violeta allestirà un stand informativo presso l’Associazione Culturale Humboldt per fornire informazioni, consulenza e materiale sulla prevenzione e l’assistenza in materia di violenza di genere, traducendo il messaggio dell’opera in azioni concrete.
Tinta Violeta è un’Organizzazione Femminista Autonoma che esiste sotto la forma giuridica di Associazione Civile Senza Scopo di Lucro dall’ottobre 2012. Il suo obiettivo è la ricerca, la promozione, la formazione e la difesa dei diritti umani delle donne, delle bambine, dei bambini, degli adolescenti e delle persone LGBTIQ+.
L’organizzazione nasce dall’esigenza di trasformare la realtà culturale e strutturale sfavorevole a queste persone nel nostro Paese. Ha concentrato la sua azione sull’accompagnamento amorevole, la prevenzione e il rafforzamento delle capacità degli attori dello Stato, delle comunità e delle organizzazioni sociali per rispondere alla violenza di genere e contro le bambine, i bambini e gli adolescenti.

Lungi dall’essere un semplice adattamento del testo originale, questa messa in scena di “Heridas de Muerte”, diretta da Orlando Arocha, si articola come uno spazio di restituzione simbolica che cerca di restituire la voce alle donne assassinate. La regia ha riunito un cast stellare, composto da quattro delle attrici più rispettate della scena nazionale: Marielena González, Marilyn Chirinos, Valentina Garrido e Gioia Arismedi.
Il direttore artistico ha condiviso la profonda visione alla base dell’opera: “Affrontare ‘Heridas de Muerte’ è stato per me un impegno che trascende l’aspetto artistico e tocca l’essenza dell’umanità. Quest’opera non è una semplice rappresentazione, ma una necessità rituale. Alla crudezza di queste ferite, l’autrice aggiunge un senso di ironia e quasi di umorismo che le rende ancora più dolorose, un aspetto che abbiamo voluto onorare. Il palcoscenico diventa uno spazio sacro, una caverna dove l’eco di queste donne messe a tacere si libera finalmente con una lucidità pungente. Abbiamo lavorato affinché la fusione tra parola, immagini multimediali e coro femminile agisse come una catarsi collettiva, un’esperienza sensoriale che ci costringe a guardare la violenza negli occhi. Il teatro, in momenti di crisi dei valori, deve essere più nutriente che mai. Il nostro obiettivo è che, uscendo dalla sala, lo spettatore non solo ricordi la tragedia, ma porti con sé l’intima responsabilità dell’empatia e l’impegno ineludibile della coscienza.

La realizzazione artistica si distingue per il suo design all’avanguardia e la sua capacità di potenziare l’impatto emotivo, utilizzando strategicamente la tecnologia e le risorse artistiche. L’allestimento integra risorse multimediali, con proiezioni che trasformano lo spazio in una “cassa di risonanza visiva” a cura di Luyo Castillo (Audiovisivi), accompagnando ogni racconto come se la memoria stessa fosse proiettata sulle pareti del silenzio. Inoltre, è accompagnata da musica dal vivo, che include la partecipazione di due strumentisti: Gian Piero Freites e Jesuán, e un coro composto da Bárbara Acevedo, Ana Celeste Mucci, Gabriela Villalobos, Ruby Martínez e Rose Ordóñez, il cui suono funge da voce collettiva e da tessuto emotivo che rafforza l’intensità della denuncia. Il design dei costumi è di Antón Figuera, che ricopre anche il ruolo di assistente alla regia, mentre l’illuminazione è curata da Ricardo Nortier, il tutto sotto la direzione generale di Orlando Arocha.
La forza della proposta risiede nel fatto che si ispira al potente testo di Serena Dandini, che affronta le storie da una prospettiva che mescola l’assurdo alla tragedia. “Ogni monologo è una confessione postuma, una cronaca intima e straziante”, sottolineano i produttori. L’opera utilizza l’ironia e un certo umorismo per affinare la denuncia, rompendo il tono monotono ed elevando l’atto a una dimensione sociale e umana. Non si tratta di mostrare la morte, ma di dare voce a coloro che sono state messe a tacere.
Antonio Iachini, Consigliere CGIE per il Venezuela e Vicepresidente del Gruppo 1 presso il Ministero degli Affari Esteri italiano, ha sottolineato l’importanza istituzionale del progetto: “Il ruolo delle donne –Il ruolo delle donne: partecipazione e parità di genere– è un asse fondamentale per la diplomazia culturale. “Heridas de Muerte” è la concretizzazione del nostro impegno a rendere visibile la violenza di genere, salvando queste vite dalla freddezza delle statistiche per renderle protagoniste della propria storia”.

Il presidente della Società Dante Alighieri di Maracay, Mariano Palazzo, ha sottolineato il ruolo della cultura come catalizzatore del cambiamento, affermando che: “Sebbene la nostra missione sia quella di diffondere la lingua e la cultura italiana, è anche quella di promuovere i valori civici che la sostengono. ‘Heridas de Muerte’ è la prova tangibile che il teatro non è solo intrattenimento, ma una tribuna fondamentale per la coscienza sociale. È nostro dovere, in qualità di promotori culturali, amplificare queste voci e contribuire a una riflessione collettiva vitale per la costruzione di una società più giusta, sicura e umana”.

Questa significativa produzione culturale è stata resa possibile grazie alla collaborazione e allo sforzo collettivo del Sistema Paese in Venezuela, a dimostrazione dell’unità delle istituzioni italiane attorno alle cause sociali. Alle istituzioni organizzatrici si aggiungono attivamente i Comitati dell’Oriente e dell’Occidente, la Camera di Commercio Italo-Venezuelana (CAVENIT), la Federazione delle Associazioni dei Club Italo-Venezuelani (FAIV), la Scuola Agustín Codazzi, i collegi S. Bolívar e G. Garibaldi, San Francisco de Asís e Nuestra Señora de Pompei. Questo sforzo è completato dal sostegno della Pasticceria Del Corso, dell’Associazione Regionale Siciliana e del Centro Italiano Venezuelano di Caracas (CIV), la cui convergenza di intenti garantisce la risonanza e l’impatto di questo messaggio.

L’invito a questa funzione speciale intitolata “Heridas de Muerte” è un imperativo culturale e civico. L’appuntamento è sabato 22 novembre 2025, alle ore 17:00, presso l’Asociación Cultural Humboldt, situata a San Bernardino, Caracas. In linea con il suo scopo divulgativo, l’ingresso sarà gratuito fino al raggiungimento della capienza massima. Quest’opera trascende la scena per diventare un potente appello all’empatia e un necessario atto di guarigione collettiva, interpellando la società venezuelana dal potere trasformatore dell’arte italiana e locale ad assumersi la responsabilità di rompere la complicità del silenzio.

Per ulteriori informazioni, @cgievenezuela, @dantevenezuela, @iiccaracas e @asohumboldt.


