Dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite alla vetta della diplomazia italiana in Svizzera, l’Ambasciatore Gian Lorenzo Cornado porta con sé un bagaglio di esperienza lungo quattro decenni, costruito tra le capitali del mondo al servizio del Bel Paese, caratterizzato da rigore istituzionale, visione strategica, discrezione, capacità di dialogo e profondo impegno.
Dopo la Laurea in Scienze Politiche, Cornado ha intrapreso la carriera diplomatica nel 1985, avviando un cammino che lo ha portato a ricoprire ruoli di crescente responsabilità a livello nazionale e internazionale. Tra i più rilevanti, figurano quelli presso le Ambasciate d’Italia in Canada e negli Stati Uniti, i Consolati di Tolosa e Montreal, nonché le prestigiose funzioni di Vice Rappresentante Permanente presso le Nazioni Unite a New York e Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite e le altre Organizzazioni Internazionali a Ginevra.
Il 4 settembre 2023 è stato nominato Ambasciatore d’Italia in Svizzera e nel Principato del Liechtenstein, un incarico che oggi svolge con autorevolezza, consolidando le relazioni bilaterali con un Paese profondamente legato all’Italia per storia, cultura e relazioni umane, e in cui risiede una delle più grandi comunità italiane all’estero. E, non a caso, Italia e Svizzera vivono oggi una delle stagioni diplomatiche più floride della loro lunga relazione. Un legame solidissimo, fatto di rispetto, dialogo e di un’amicizia che attraversa le Alpi, basata su una ritrovata fiducia reciproca.
In questa intervista esclusiva, Gian Lorenzo Cornado ci apre le porte della sua Missione a Berna, raccontando l’evoluzione dei rapporti bilaterali con il Paese elvetico, la forza della Comunità di connazionali oltreconfine e l’orgoglio di rappresentare l’Italia in una delle sedi più strategiche d’Europa. Il suo sguardo navigato intreccia memoria e futuro, istituzioni e umanità, politica e passione. Un racconto sincero che restituisce la diplomazia al suo cuore più autentico: la relazione tra persone.

Ambasciatore, inizierei questa intervista parlando delle relazioni diplomatiche fra Italia e Svizzera. Dovendo scegliere tre aggettivi per definirle, quali utilizzerebbe? “Intense, armoniose e affiatate. In questi ultimi anni, dopo la visita di Stato del Presidente della Repubblica in Svizzera nel novembre 2022, e grazie agli stretti rapporti di amicizia e collaborazione tra il Vice Presidente del Consiglio Tajani ed il Ministro degli Esteri Cassis i rapporti bilaterali tra i due Paesi hanno raggiunto un livello di eccellenza senza precedenti”.

Gli italiani in Svizzera rappresentano una Comunità numerosa e attiva. Quali iniziative sono previste per rafforzare il legame con loro? “In Svizzera risiedono 700.000 connazionali, metà dei quali sono doppi cittadini. Se ad essi aggiungiamo i 200.000 oriundi arriviamo a quota 900.000, ovvero al 10% della popolazione residente in Svizzera. In questo contesto, il legame con la comunità italiana è naturalmente molto forte. Le celebrazioni del 2 giugno hanno visto ad esempio una grande partecipazione di nostri connazionali in tutta la Svizzera. Il prossimo 30 agosto ricorderemo assieme a loro il 60.imo Anniversario della tragedia di Mattmark, la «Marcinelle della Svizzera», dove 56 nostri connazionali e 23 cittadini svizzeri, impegnati nella costruzione della diga di un impianto idroelettrico, perdettero la vita travolti da un valanga staccatasi da un ghiacciaio che investì le baracche in cui alloggiavano nei pressi del cantiere situato a 2200 metri di altezza. All’epoca non esisteva la prevenzione e i ripetuti segnali d’allarme che precedettero la sciagura furono purtroppo ignorati. Il 30 agosto renderemo quindi un doveroso omaggio a quei nostri connazionali che sono caduti sul lavoro e che sono stati protagonisti, loro malgrado, di una delle pagine più dolorose della storia della nostra emigrazione”.
In generale, a suo avviso, com’è percepito il nostro Paese dagli svizzeri? “Il nostro Paese è molto apprezzato e rispettato in Svizzera, innanzitutto perché – come abbiamo visto – il 10% della popolazione, tra connazionali, doppi cittadini e oriundi – è italiana o di origine italiana, poi perché la nostra comunità è presente ai più alti livelli della società, sia nel settore privato che nelle istituzioni federali e cantonali, infine perché vi sono ampie convergenze di vedute tra i Governi di Roma e Berna. Gli Italiani in Svizzera sono, inoltre, grandi promotori di lingua, cultura, cucina italiana, Made in Italy e – in generale – di italianità. In ogni angolo del Paese, non solo nel Canton Ticino, si sente parlare la nostra lingua. Negli ultimi decenni, grazie alla nostra comunità, la Svizzera si è, per così dire «mediterraneizzata» ed è divenuta ancora più bella ed accogliente. Senza contare poi che oltre 2 milioni gli svizzeri visitano ogni anno il nostro Paese”.

Quali consigli si sentirebbe di dare a un imprenditore che oggi guarda con interesse al mercato elvetico? “Di conoscere da vicino il Paese, la sua popolazione, la sua storia, le sue norme e le sue mentalità e di prendere contatto con le numerose aziende italiane che operano in Svizzera. L’Ambasciata, i Consolati, l’ICE e la Camera di Commercio sono pronti a fornire loro assistenza per creare sinergie con il mercato locale”.
Parliamo un po’ di lei. Cosa significa rappresentare l’Italia da Ambasciatore? “E’ un immenso onore per me rappresentare l’Italia, le sue Istituzioni, i cittadini italiani e le aziende italiane in Svizzera, Paese sinceramente amico dell’Italia e nostro convinto sostenitore con il quale condividiamo una frontiera di 800 km, attraversata ogni giorno da decine di migliaia di persone ed un interscambio pari a un miliardo di euro a settimana”.
Come si trova a Berna? “Molto bene. E’ una bella, elegante e gradevole città, ricca di storia”.

Coltiva qualche hobby in particolare nel tempo libero? “Si. Le passeggiate in montagna e in riva ai laghi, sia d’estate che d’inverno, lungo decine di chilometri di sentieri di fronte a paesaggi spettacolari”.
Una carriera diplomatica straordinaria. C’è un aneddoto vissuto da Ambasciatore d’Italia nel mondo che le va di raccontarmi? “L’anno scorso al Bürgenstock, in occasione della Conferenza sull’Ucraina, la Svizzera ha esteso un trattamento di favore all’Italia sul piano protocollare ed ha riservato una straordinaria accoglienza al Presidente del Consiglio Meloni e al Vice Presidente del Consiglio Tajani. E’ stata un’altra importante dimostrazione di amicizia”.

E una scelta che non rifarebbe? “Non vi sono scelte che non rifarei”.
A suo avviso, com’è cambiata la diplomazia italiana nel corso degli anni? “E’ divenuta più politica, più rapida ed operativa. I suoi tempi sono ormai dettati da un’attualità dirompente”.

Fra le tante personalità conosciute in tutto il mondo, ne ricorda qualcuna in particolare? E per quale motivo? “Di Obama ricordo il tratto cortese, di Biden la cordialità, di Trump lo sguardo severo, di Lavrov la grande astuzia, di Trudeau il simpatico accento e di Papa Francesco il sorriso luminoso. Ma la personalità straniera cui mi sento più legato è il Ministro degli Esteri Ignazio Cassis, grande sostenitore dell’amicizia tra l’Italia e la Svizzera e attivo promotore della lingua e della cultura italiana. E’ anche a lui che dobbiamo la storica svolta nei rapporti tra Roma e Berna”.

Se le chiedessi di consigliarmi un buon libro da leggere? “Gli anni con Paolo Fulci. Contiene bellissime testimonianze dell’avvincente e vincente lavoro di squadra della diplomazia italiana negli anni ’90 alle Nazioni Unite”.

In definitiva, qual è il suo ricordo più bello legato alla carriera diplomatica? Ne ho quattro: l’approvazione nel 1998 della risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, proposta dall’Italia, che ha fissato criteri stringenti per l’eventuale avvio di un processo di riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (maggioranza del 2/3 degli Stati membri anziché degli Stati presenti e votanti) che hanno reso di fatto impossibile l’allargamento del Consiglio di Sicurezza a nuovi membri permanenti.
L’arrivo della RAI in Canada nel 2005 dopo 5 anni di mobilitazione della nostra comunità che indussero Governo e Parlamento federale ad approvare una legge per autorizzare la diffusione in diretta 24 ore su 24 dei programmi della televisione italiana, fino a quel momento vietata a causa del veto di un’emittente locale concorrente in lingua italiana e spagnola che temeva di perdere introiti pubblicitari.
La vittoria di Milano su Smirne nel 2008 alle elezioni per Expo 2015 dopo una intensa campagna elettorale promossa in tutto il mondo fino all’ultimo voto.
Il successo dell’azione di contrasto dell’Italia nel 2018 alle politiche strumentali e con scarso fondamento scientifico in materia di nutrizione promosse dall’OMS, fortemente lesive degli interessi dell’industria agroalimentare italiana e della reputazione della dieta mediterranea”.

E il più brutto? “La terribile notte dell’Heysel il 29 maggio 1985”.

Prossime iniziative in programma dell’Ambasciata? “La Settimana della Lingua Italiana in ottobre e la Settimana della Cucina Italiana in novembre. Il prossimo anno, il 17 marzo 2026, giorno del 165.imo anniversario dell’Unità d’Italia, celebreremo inoltre, su impulso del Vice Presidente del Consiglio Tajani, l’800.imo anniversario della morte di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, con la proiezione del film di Franco Zeffirelli «Fratello Sole, Sorella Luna» in 8 città della Svizzera (Basilea, Berna, Ginevra, Losanna, Lucerna, Lugano, San Gallo e Zurigo)”.
Intervista di Marco Finelli
Gian Lorenzo Cornado, uno dei migliori Ambasciatori d’Italia nel Mondo!