Diplomatico di carriera presso il Ministero degli Affari Esteri italiano, Folco de Luca Gabrielli è stato inviato all’ONU a Ginevra, in Uganda e in Iran, per poi ricoprire il ruolo di Console Generale a Hong Kong e a Los Angeles e quello di Ambasciatore d’Italia a Singapore e Brunei fino al 2009, e in Malesia fino al 2012. Successivamente, ha aperto per alcuni anni una società di consulenza in Malesia e ha collaborato con aziende in Italia e a Los Angeles, dove attualmente risiede.
Grande appassionato di golf e amante dello sport in generale, oggi è, fra l’altro, Senior Fellow dell’International Economic Alliance, un’organizzazione apartitica, indipendente e no-profit fondata nel 2004 presso l’Università di Harvard e con sede a Cambridge e dal 2021, e responsabile account Italia di VFS Global, società leader a livello mondiale per quanto attiene alla gestione dei visti, che opera per conto di 69 governi, gestendo una rete globale di oltre 3.400 centri di richiesta in ben 153 Paesi.
Eccellenza, inizierei questa intervista affrontando un tema di assoluta attualità: a fronte della complessa situazione geopolitica a livello globale, in molti oggi si chiedono quale sia la vera “forza” della diplomazia… “La forza della diplomazia risiede nella sua capacità di bilanciare interessi diversi, soprattutto nel complesso panorama geopolitico odierno. Io credo che la diplomazia possa sostenere il dialogo, promuovere la cooperazione ed evitare le conseguenze distruttive dei conflitti. Non si tratta sempre di potere, ma di saggezza, capacità di negoziazione e volontà di impegnarsi per il bene comune”.
Ambasciatore d’Italia in Malesia, Singapore e Brunei. Se le chiedessi di selezionare il suo ricordo più bello legato alla carriera diplomatica? “Dopo una lunga carriera, i miei ricordi, e le esperienze ad essi legate, sono ovviamente tantissimi, ma sono tutti bei ricordi maturati in situazioni di estremo interesse e da osservatori privilegiati. Quando iniziai la mia carriera qualcuno mi disse che, per un diplomatico, le sedi che si ricordano in modo particolare sono la prima e la prima da Capo Missione. Personalmente confermo”.
Non ha dunque ricordi negativi? “Piuttosto che di ricordi brutti, parlerei invece di alcune situazioni oggettivamente difficili e critiche, in termini sia di sicurezza personale che di contesto operativo, ma sono stati al contempo momenti di grande crescita sia personale che professionale, di cui anche la difficoltà è diventata parte di un bellissimo ricordo”.
Lei è oggi responsabile per l’Italia di VFS Global. Di cosa si occupa? “Esatto, oggi mi occupo della gestione account Italia per VFS Global, società che gestisce le attività amministrative e non valutative per le richieste di visti, passaporti e servizi consolari per molti governi. Il nostro compito, da un lato, consiste nel supportare i richiedenti fornendo informazioni, raccogliendo documenti e assistendo nella compilazione delle richieste; dall’altro, solleviamo gli uffici italiani all’estero da una notevole mole di lavoro, consentendo loro di concentrarsi sulla fase decisionale del processo, quella più delicata ed importante. Da una prospettiva generale, è importante sottolineare che VFS Global opera per conto di 69 governi in tutto il mondo, gestendo una rete globale di oltre 3.400 centri di richiesta visti in 153 Paesi. È il più grande e qualificato fornitore di servizi del settore. Dalla sua nascita nel 2001, l’azienda ha elaborato oltre 297 milioni di richieste a livello mondiale. Il Ministero degli Affari Esteri Italiano si è distinto per la gestione delle operazioni di missione, assicurando flussi di lavoro continui, mantenendo standard elevati nell’elaborazione dei visti”.
L’esternalizzazione del trattamento dei visti da parte del governo italiano è iniziata 20 anni fa a Delhi ed è ora estesa a circa 50 Paesi. Se le richieste di visto per l’Italia aumentano, come può il governo affrontare l’ulteriore carico di lavoro? “La richiesta di visti italiani non è mai stata così alta, sia per turismo che per motivi di lavoro o di studio. Negli ultimi 10 anni il numero delle domande di visto è cresciuto del 63% per tutte le categorie, ma principalmente per turismo. Questi crescenti flussi verso l’Italia – indipendentemente dalla tipologia di visto – creano oggettivamente un notevole carico di lavoro aggiuntivo per il governo italiano; ciascuna richiesta deve infatti essere esaminata singolarmente (tempo medio necessario circa 20 minuti ciascuna) e le risorse sono limitate. VFS Global supporta i rispettivi governi nelle fasi operative del processo, dando loro più tempo per valutare le richieste di visto. Dal 2004, il governo italiano ha iniziato a esternalizzare la ricezione delle domande di visto a fornitori di servizi esterni (ESP). L’esternalizzazione alleggerisce il carico di lavoro delle sezioni consolari gestendo la fase di ricezione delle domande. Gli ESP come VFS Global assicurano che le richieste siano compilate correttamente e contengano tutte le informazioni necessarie. Gestendo la ricezione e il controllo preliminare delle domande, VFS Global facilita così solo gli aspetti amministrativi e non valutativi del processo di richiesta del visto e tutto questo a costo zero per il governo italiano. I costi di raccolta delle domande di visto sono coperti da una tassa di servizio e da altri termini e condizioni regolati nel contratto tra l’ESP e le Ambasciate e i Consolati italiani”.