“Ricche, strategiche e dinamiche”: l’Ambasciatrice Elissa Golberg descrive così le relazioni tra Canada e Italia, evocando una sintonia profonda che va ben oltre i confini della diplomazia formale.
La sua voce è quella di una osservatrice illustre che ha vissuto la complessità del mondo da prospettive diverse, anche difficili, portando con sé uno sguardo lucido e umano.
Originaria di Montréal, Golberg ha ricoperto infatti ruoli di altissimo profilo per il suo Paese: è stata Ambasciatrice e Rappresentante Permanente presso le Nazioni Unite a Ginevra, Rappresentante del Canada presso Kandahar in Afghanistan, Direttore Generale per le Politiche Strategiche presso il Ministero degli Affari Esteri del Canada, Leader del Dipartimento per l’Innovazione e la Sperimentazione, Capo della Divisione per la Gestione delle Performance e dei Risultati e Direttore Generale della Task Force per la Stabilizzazione e la Ricostruzione.
Ovunque, servendo il suo Paese, ha sempre contribuito con lungimiranza alla costruzione di ponti tra culture e istituzioni, ricevendo peraltro prestigiosi riconoscimenti, tra cui la NATO ISAF General Service Medal e la Queen’s Jubilee Medal.
Oggi, come Ambasciatrice in Italia, Albania e San Marino, Alta Commissaria in Malta e Rappresentante Permanente presso le Agenzie ONU a Roma (FAO, IFAD, WFP), guida in modo impeccabile e con una passione che sa trasmettere una missione che intreccia diplomazia bilaterale e multilaterale, anche in qualità di Presidente del Comitato Esecutivo del World Food Program, peraltro in un momento storico in cui sicurezza alimentare e clima pongono sfide urgenti e condivise.
Ascoltarla significa immergersi in un universo in cui la lucidità strategica incontra la profondità umana, la leadership si nutre di ascolto, e dove persino il giardinaggio — suo grande hobby — diventa metafora di cura e pazienza.
Ne emerge il ritratto di una diplomatica capace di trasformare ogni gesto professionale in seme di cambiamento, con un pragmatismo raffinato e una visione che sa farsi azione.
Ambasciatrice, inizierei questa intervista parlando delle relazioni diplomatiche fra Canada e Italia. Dovendo scegliere tre aggettivi per definirle, quali utilizzerebbe? “Ricche, strategiche e dinamiche. In sintesi: solide ed eccellenti. Così definirei le relazioni tra Canada e Italia, riprendendo le parole del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e del Primo Ministro canadese Mark Carney, che durante il loro incontro a maggio scorso hanno ribadito la solidità e la profondità del nostro legame bilaterale. Abbiamo valori comuni condivisi, crediamo nei principi democratici, nella protezione delle libertà fondamentali e in un ordine internazionale basato sulle regole. Siamo alleati in materia di difesa e solidi partner economici: il nostro commercio bilaterale è aumentato di circa il 73% negli ultimi 8 anni. È una relazione strategica, alla quale i nostri Primi Ministri hanno dato nuovo impulso nel 2024 lanciando la Roadmap Italia-Canada per una cooperazione rafforzata in molteplici ambiti, come sicurezza ambiente, scienza, tecnologia e innovazione – compresa intelligenza artificiale pace e sicurezza, e anche mobilità giovanile e accademica e gestione della migrazione. L’accordo è strutturato in modo dinamico per evolvere nel tempo, comprendere nuove partnership, e cogliere opportunità crescenti con un costante coinvolgimento di generazioni diverse e attori pubblici e privati. Un esempio perfetto di questa visione condivisa è la creazione del Gruppo consultivo Canada-Italia per affrontare le sfide globali dell’Intelligenza artificiale (IA). Questa partnership ha l’obiettivo di promuovere l’innovazione e affrontare le sfide globali nei settori delle scienze della vita e dell’IA applicata alla ricerca scientifica. Gli sforzi del gruppo mirano a favorire lo sviluppo e l’adozione di tecnologie di IA sicure e responsabili, contribuendo a una prosperità sostenibile. Alla luce dell’attuale contesto geopolitico ed economico, Canada e Italia — in quanto potenze di rilievo, ben oltre la definizione di “medie” — dovrebbero intensificare una collaborazione naturale e strategica, volta a promuovere il successo reciproco dei nostri Paesi nel futuro”.

Questa visione condivisa sulla gestione degli attuali dilemmi globali è emersa chiaramente durante il recente vertice dei leader del G7 a Kananaskis. “Esatto! Le presidenze consecutive del G7 – Italia nel 2024 e Canada nel 2025 – hanno rappresentato una grande opportunità di lavorare insieme e di dare continuità alle azioni intraprese sulle sfide attuali. L’incontro tra il Primo Ministro Carney e la Presidente del Consiglio Meloni a Kananaskis – che ha fatto seguito al loro precedente incontro a Roma, in occasione dell’insediamento di Papa Leone XIV – ha rappresentato anche un momento significativo di avanzamento sul piano bilaterale: i due leader hanno riaffermato la volontà di rafforzare ulteriormente la collaborazione su temi come sicurezza energetica e minerali critici, intelligenza artificiale, commercio e prosperità, sicurezza e difesa, che sono stati al centro della Dichiarazione Congiunta firmata in quell’occasione, che conferma la natura strategica della nostra relazione e delinea un’agenda concreta di azione. I due Primi Ministri sono pienamente consapevoli delle sfide che attendono i nostri Paesi e dell’importanza di rafforzare la collaborazione affinché le rispettive società possano prosperare in un contesto globale sempre più complesso”.
È possibile a suo avviso tracciare un profilo che ben rappresentati i canadesi che vivono in Italia che, secondo statistiche recenti, sono oltre 2.000, radicati prevalentemente nel Lazio e in Lombardia? “Tracciare un unico profilo del Canadese in Italia è una sfida affascinante, proprio perché la nostra comunità è tanto diversificata quanto il Canada stesso! Tuttavia, posso dire che molti dei Canadesi che hanno scelto di vivere in Italia condividono alcune caratteristiche comuni: una profonda curiosità culturale, un forte spirito di adattamento e un amore autentico per il patrimonio artistico, culturale e umano di questo Paese. Nel Lazio e in Lombardia, dove la presenza canadese è più radicata, troviamo professionisti che lavorano nei settori più svariati, artisti, accademici, imprenditori, e tutti contribuiscono attivamente al tessuto sociale ed economico locale. Il Canada è rappresentato anche da un numero crescente di imprese attive in Italia in settori strategici come l’aviazione, l’industria manifatturiera, la tecnologia, la sicurezza e le energie pulite—testimonianza concreta della solidità e della versatilità delle relazioni economiche bilaterali. Vorrei anche menzionare che, oltre ai residenti, il legame tra Canada e Italia si riflette nei flussi turistici: secondo i dati della Banca d’Italia, nel 2024 il numero di visitatori canadesi ha raggiunto livelli record, con 1,1 milioni di presenze. Si tratta di un segnale evidente dell’interesse e dell’affetto che i canadesi nutrono per l’Italia, ma anche del forte legame con le loro radici: molti scelgono infatti di visitare le famiglie in regioni come Abruzzo, Calabria, Campania o Friuli-Venezia Giulia. Ogni anno in Italia ci sono in media 250 eventi artistici e culturali che vedono protagonisti dei Canadesi. Si tratta di concerti, mostre, presentazioni di libri e di film nei principali festival di tutto il Bel Paese. Il Canada ha anche un Padiglione permanente alla Biennale di Venezia, dove ogni anno vengono presentati i migliori artisti e architetti canadesi”.

In generale, a suo avviso, com’è percepito il nostro Paese dai Canadesi? “L’Italia occupa un posto speciale nel cuore dei Canadesi. È vista come una terra di bellezza senza tempo, di creatività e di passione. Ma oltre ai paesaggi mozzafiato e al patrimonio culturale, ciò che colpisce profondamente i Canadesi è il calore umano, la convivialità, la capacità di vivere pienamente ogni momento. C’è grande ammirazione per l’ingegno italiano, per la capacità di innovare nel design, nella moda, nella scienza e nella tecnologia, pur mantenendo un forte legame con le proprie radici. Grazie alla forte complementarità tra i nostri sistemi economici, l’Italia è sempre più riconosciuta come un partner strategico per la crescita condivisa. Entrambi i Paesi possono trarre vantaggio da una più stretta integrazione delle rispettive imprese nelle catene del valore. In questo senso, l’Italia è percepita non solo come una destinazione da sogno, ma anche come un partner strategico e culturale, con cui il Canada condivide una visione del mondo fondata su valori comuni: inclusività, sostenibilità, creatività – e un impegno condiviso per la pace, la democrazia e la libertà. È forse opportuno ricordare che il legame tra i nostri due paesi è stato rafforzato da momenti di grande rilevanza storica. Durante la Seconda Guerra Mondiale, ad esempio, circa 96.000 soldati canadesi hanno svolto un ruolo cruciale nella liberazione dell’Italia, consentendo all’Italia di godere dell’attuale pace e prosperità. La battaglia di Ortona, in cui circa 1300 canadesi persero la vita per liberare la città dal giogo nazi-fascista, è un potente simbolo del sacrificio condiviso e dell’amicizia che unisce il Canada e l’Italia”.

Nel 2024, l’interscambio totale tra i due Paesi ha raggiunto circa 15,5 miliardi di dollari canadesi, registrando numeri significativi. L’import italiano dal Canada oltretutto è cresciuto da 2,7 a 3,3 miliardi CAD, segno di un rafforzamento delle esportazioni canadesi verso l’Italia. “Negli ultimi anni, il commercio tra Canada e Italia ha registrato una crescita significativa, a conferma dei vantaggi concreti derivanti da legami economici sempre più stretti e dalla progressiva eliminazione delle barriere commerciali. Tuttavia, ritengo che insieme possiamo e dobbiamo fare ancora di più e meglio in termini di commercio e investimenti. Nel solo 2024, lo scambio di merci tra i due Paesi ha raggiunto un nuovo record di 16.8 miliardi di dollari canadesi, un aumentato di oltre il 73% rispetto al 2016, anno precedente all’entrata in vigore dell’Accordo economico e commerciale globale tra l’UE e il Canada (CETA), che ha abolito il 99% delle linee tariffarie. Oggi, l’Italia è il secondo partner commerciale del Canada per scambi di beni all’interno dell’Unione Europea. Credo ci siano grandi opportunità per lavorare insieme in ambiti strategici come energia, aerospazio, automotive, fintech, scienze della vita, intelligenza artificiale e tecnologie emergenti. Nel 2023, le esportazioni italiane in Canada hanno raggiunto i 12,9 miliardi di dollari canadesi (8,7 miliardi di euro), risultando cinque volte superiori rispetto alle esportazioni canadesi verso l’Italia. I prodotti del Made in Italy – dai veicoli ai mobili, dall’abbigliamento ai prodotti agroalimentari – godono di un accesso preferenziale al mercato canadese. I consumatori canadesi apprezzano sempre di più le eccellenze italiane, come il vino, l’olio d’oliva, il caffè e il Parmigiano Reggiano. L’Italia è inoltre il Paese con il maggior numero di Indicazioni Geografiche riconosciute dal Canada, a tutela della qualità e dell’identità dei suoi prodotti. Il CETA è un accordo reciproco, che si basa su valori condivisi. Gli agricoltori canadesi e italiani, ad esempio, condividono l’impegno per la protezione delle loro terre, la sostenibilità e la trasmissione generazionale delle aziende familiari. Entrambi i Paesi mantengono standard elevati per i propri prodotti e per soddisfare i requisiti UE in materia di sicurezza alimentare, sia destinati al mercato interno che all’export. In questo contesto, il CETA rappresenta non solo un’opportunità economica, ma anche uno strumento per rafforzare la fiducia tra produttori e consumatori, promuovere la qualità e sostenere una crescita equa e sostenibile”.

Parliamo un po’ di lei. Cosa significa rappresentare il Canada da Ambasciatore? “È un onore rappresentare il popolo canadese all’estero, soprattutto con un partner così importante come l’Italia, ma anche presso le agenzie delle Nazioni Unite con sede a Roma, in un momento così cruciale. Ho la fortuna di lavorare con membri straordinari dell’ambasciata e del consolato e di poter attingere alla mia esperienza passata – sia come ambasciatrice del Canada presso le Nazioni Unite a Ginevra, sia come rappresentante del Canada a Kandahar, in Afghanistan. Fin dall’inizio del mio mandato, ho avuto modo di vivere una fase intensa e ricca di eventi: la fine della pandemia, un nuovo governo italiano, la guerra in Ucraina e l’instabilità e l’incertezza in altre parti del mondo, il G7 e persino l’elezione di un nuovo Papa. Ho viaggiato e sono stata accolta in quasi tutte le regioni di questo fantastico Paese. Come diplomatico, il mio obiettivo è contribuire concretamente alla promozione degli interessi del Canada e costruire relazioni significative con gli italiani e con le loro istituzioni”.

Coltiva qualche hobby in particolare? “Da Canadese, ho sempre apprezzato la possibilità in Italia di dedicarmi tutto l’anno al giardinaggio. Nella residenza ufficiale abbiamo piantato molti nuovi alberi da frutto, realizzato delle aiuole rialzate per coltivare ortaggi di stagione e fiori, che utilizziamo per gli eventi e l’ospitalità, in linea con l’impegno a favore del chilometro zero e l’attenzione del Canada alla sostenibilità. Vi confesso che, essendo originaria di Montréal, poter mangiare a gennaio spinaci coltivati da me è davvero un sogno!”.
È a tutti noto l’impegno del Canada verso l’uguaglianza di genere. Come può, a suo avviso, la diplomazia contribuire attivamente all’empowerment femminile a livello globale? “La diplomazia ha un ruolo fondamentale nel promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile a livello globale. In Canada crediamo che l’uguaglianza non sia solo una questione di giustizia sociale, ma anche una condizione necessaria per la pace, la sicurezza e lo sviluppo sostenibile. Ma, stiamo assistendo a una vera aggressione a livello globale contro l’uguaglianza di genere e i diritti umani—gruppi ben finanziati e organizzati che cercano di cancellare decenni di progressi. Non è solo una questione politica: si tratta di proteggere vite reali, libertà concrete e il futuro di una democrazia inclusiva. Le prove fornite da numerosi studi e relazioni a livello mondiale dimostrano i benefici che derivano alle comunità e alle società quando si promuovono la parità di genere e l’inclusione. Per questo è essenziale rispettare le leggi e le politiche internazionali esistenti, consentire alle donne di esprimere la propria opinione e assumere ruoli di leadership, rafforzare l’emancipazione economica delle donne, investire nelle organizzazioni per i diritti delle donne, combattere la violenza di genere e assicurarsi che i programmi di assistenza a l’esterno servano realmente a colmare i divari. Naturalmente non parliamo solo di donne—parliamo anche di persone di genere diverso, perché l’uguaglianza riguarda tutti”.
Se le chiedessi di consigliarmi un buon libro da leggere? “Se dovessi consigliare un libro, suggerirei Ru di Kim Thúy. RU è la storia del viaggio di una famiglia in fuga dal Vietnam nel 1975, in seguito alla caduta di Saigon. Dopo un periodo trascorso in un campo profughi in Malaysia, la famiglia arriva in Québec, attraverso il programma canadese di sponsorizzazione comunitaria. Questo programma, che permette a cittadini e gruppi della società civile canadese di sponsorizzare rifugiati, ha un ruolo fondamentale nell’accoglienza di decine di migliaia di rifugiati in Canada. Il programma fornisce un sostegno immediato per il reinsediamento, promuove la solidarietà e favorisce l’integrazione a lungo termine. Ru è una lettura accessibile, poetica e intensa, che alterna momenti storici importanti a episodi quotidiani, a volte anche divertenti, del processo di integrazione e reinsediamento. Kim Thúy è stata in Italia lo scorso marzo in occasione del Mese della Francofonia, e ha saputo trasmettere con grande delicatezza il valore dell’accoglienza e della resilienza”.
E un itinerario turistico ideale per un viaggio in Canada? “È difficile scegliere un solo itinerario ideale per un viaggio in Canada, perché il Paese è vasto, variegato e meraviglioso in ogni stagione. Una delle cose più affascinanti del Canada è proprio questa: sembra un luogo diverso ogni volta che lo visiti. In autunno, il foliage trasforma le foreste dell’Ontario e del Québec in un’esplosione di colori caldi. In inverno, i paesaggi innevati delle Montagne Rocciose o del Québec rurale offrono scenari da fiaba, perfetti per chi ama lo sci, le ciaspolate o semplicemente il silenzio della natura. In primavera e in estate, la natura si risveglia: dai laghi turchesi di Banff e Jasper, alla costa atlantica della Nuova Scozia, fino ai grandi spazi aperti del nostro Nord artico, agli spettacoli straordinari dell’aurora boreale – ogni provincia e territorio ha qualcosa di unico da offrire”.

Prossime iniziative in programma dell’Ambasciata? “Abbiamo in programma numerose iniziative nei settori più diversi: dal commercio e dall’innovazione, alla difesa e alla pace, alla promozione della cultura e della diplomazia migratoria. Molte di queste si inseriscono nel quadro della Canada–Italy Roadmap for Enhanced Collaboration già citata all’inizio di questa intervista che guida e “orienta” la nostra cooperazione in molteplici ambiti strategici. Per questo come prima cosa vorrei menzionare il lavoro con il Gruppo consultivo congiunto sull’intelligenza artificiale, la Dichiarazione sulla cooperazione in materia di minerali critici, e le iniziative comuni nei settori prioritari. Inoltre, esploreremo nuove aree di cooperazione con le controparti italiane in occasione delle riunioni ministeriali del G7, che il Canada ospiterà in autunno. In ambito commerciale, stiamo lavorando alla preparazione della missione commerciale del Canada in Italia, che si terrà nell’ottobre 2025 con la partecipazione dell’On. Maninder Sidhu, Ministro del Commercio Internazionale del Canada. La missione rappresenta un’importante occasione per rafforzare le relazioni economiche tra i nostri due Paesi e per esplorare nuove opportunità di collaborazione tra imprese canadesi e italiane, in settori chiave quali difesa e sicurezza (inclusa la cybersicurezza), aerospazio, infrastrutture, tecnologie pulite ed energia. Ciò costituisce un ottimo seguito alla recente visita del nostro Ministro delle Finanze a Roma nel mese di luglio. In ambito culturale sono felice di annunciare che il prossimo 30 agosto alla Mostra del Cinema di Venezia avremo un panel sulle produzioni audiovisive e di realtà virtuale indigene canadesi, organizzato dall’agenzia nazionale Indigenous Screen Office. Questo evento sarà una splendida occasione per l’industria cinematografica italiana e mondiale di conoscere i creativi indigeni, le loro opere e la loro narrativa. Per noi Canadesi, è un momento importante nel percorso di Verità e Riconciliazione iniziato nel 2008 e costruito quotidianamente con i rappresentanti delle comunità indigene di tutto il Paese. Nei prossimi mesi saremo molto attivi anche sul fronte della diplomazia sportiva.

Il 2026 sarà un anno memorabile: l’Italia ospiterà i Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina, mentre il Canada sarà uno dei Paesi ospitanti della FIFA World Cup. Inutile sottolineare quanto gli sport invernali siano parte integrante della cultura canadese: il territorio, il clima e la tradizione rendono il Canada una potenza riconosciuta in discipline come hockey su ghiaccio, sci, curling e snowboard. Non vediamo l’ora che inizino i giochi e di tifare per il Team Canada e di accogliere i nostri atleti! Lo sport è un linguaggio universale, capace di trasmettere messaggi forti su inclusione, parità e cooperazione. Questo patrimonio sportivo si riflette anche nell’impegno del Canada a promuoverlo come strumento di dialogo e collaborazione internazionale. In parallelo, il mio ruolo come Rappresentante Permanente del Canada presso le Agenzie delle Nazioni Unite a Roma (FAO, IFAD, WFP) e come Presidente del Comitato Esecutivo del World Food Program (WFP)– Programma Alimentare Mondiale (PAM) fino alla fine dell’anno mi impegna fortemente in attività multilaterali cruciali per la sicurezza alimentare globale, la resilienza climatica e lo sviluppo sostenibile. È un onore contribuire a questi sforzi in un momento in cui la cooperazione internazionale è più importante che mai. Queste organizzazioni svolgono un ruolo fondamentale nell’affrontare alcune delle sfide più urgenti del nostro tempo – dalla fame e dalla povertà agli shock climatici e alle disuguaglianze nelle aree rurali – e solo attraverso una diplomazia costante e un’azione collettiva possiamo generare un impatto significativo e duraturo. In un momento in cui l’ONU è sotto pressione e gli operatori umanitari sono minacciati come mai prima d’ora per aver aiutato chi è nel bisogno, sento una grande responsabilità come Presidente del Consiglio di Amministrazione, nel garantire che il WFP/PAM possa avere un impatto significativo.

Accanto a queste attività di alto profilo, non perdiamo mai di vista il nostro lavoro quotidiano: l’assistenza ai cittadini canadesi in Italia, Albania, Malta e San Marino resta una priorità, così come il dialogo costante con le nostre comunità. Questi sono solo alcuni esempi – potrei continuare all’infinito, perché in Ambasciata non ci annoiamo mai! Sono molto fortunata ad avere un team straordinario: motivato, competente e profondamente impegnato. È anche grazie a loro che possiamo portare avanti con passione tutte queste iniziative, grandi e piccole”.
Intervista di Marco Finelli