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David Mekvabishvili, Ambasciatore di Georgia presso la Santa Sede: “È quasi impossibile descrivere le emozioni e i sentimenti che ho provato nel presentare le mie credenziali a Sua Santità Leone XIV”

Redazione by Redazione
26 Giugno 2025
in Interviste
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David Mekvabishvili, Ambasciatore di Georgia presso la Santa Sede: “È quasi impossibile descrivere le emozioni e i sentimenti che ho provato nel presentare le mie credenziali a Sua Santità Leone XIV”
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Nel solenne scenario del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Leone XIV ha ricevuto lo scorso 17 giugno, in Udienza, S.E. il Signor David Mekvabishvili, Ambasciatore di Georgia presso la Santa Sede, giunto per presentare le Lettere Credenziali. Un momento altamente formale, certo, ma anche carico di emozione e profondità personale, come racconta lo stesso Ambasciatore, definendolo “un’esperienza indimenticabile, una meravigliosa sintesi di spiritualità e vita laica”. Con una formazione in relazioni internazionali e diritti umani, e un curriculum che intreccia diplomazia, cultura e missioni umanitarie, Mekvabishvili porta a Roma l’identità orgogliosa, ospitale e antica del suo Paese. Il dialogo con il Papa, intriso di ascolto, visione globale e umanità, segna per il diplomatico georgiano non solo l’inizio di un incarico, ma l’avvio di un cammino fatto di ponti, fiducia e valori universali condivisi.

Eccellenza, proviamo a descrivere l’emozione che ha provato nei giorni scorsi nel presentare le sue Lettere Credenziali al Santo Padre Leone XIV? “È quasi impossibile descrivere le emozioni e i sentimenti indimenticabili che ho provato nel presentare le mie credenziali a Sua Santità Leone XIV. Varcare la soglia dello Stato della Città del Vaticano con la consapevolezza di incontrare il Successore di San Pietro non è solo un momento di grande solennità, ma anche una grande esperienza personale, una meravigliosa sintesi di spiritualità e vita laica. Quando mi sono trovato di fronte al Santo Padre, ho sentito tutto il peso, tutta l’importanza della missione che mi è stata affidata: essere un ponte tra il mio Paese e la Santa Sede nel dialogo, nella cooperazione, nella ricerca del bene comune, ispirandomi ai valori universali della dignità umana, della pace e della solidarietà. Le parole di Sua Santità, colme di saggezza e visione globale, hanno confermato ancora una volta, quanto sia importante il ruolo della Santa Sede nella vita della società internazionale. E’ stata un’esperienza che custodirò gelosamente e che servirà da fonte di ispirazione per tutta la mia carriera”.

Quale aspetto l’ha colpita maggiormente nell’incontro con il Papa? “Quando ho incontrato Sua Santità Papa Leone XIV, sono rimasto profondamente colpito dalla sua straordinaria capacità di creare una sorta di sintesi tra autorevolezza spirituale e personalità umile e gentile. In una conversazione breve ma schietta, ho potuto constatare non solo la chiarezza con cui affronta le grandi sfide del nostro tempo – dalla pace tra i popoli, alla salvaguardia del mondo, al dialogo interreligioso e alla dignità dei più vulnerabili – ma anche una genuina vicinanza, permeata di ascolto, compassione e sincera attenzione per la persona che ha di fronte. Tutto questo insieme mi ha lasciato un’impressione indimenticabile”.

E del Vaticano? “Il Vaticano è  quel piccolo Stato dell’Universo, in cui storia, fede e diplomazia si intrecciano in modo naturale. Camminare tra le mura vaticana, attraversare cortili e stanze ricche di spiritualità, cultura e arte secolari, è stato come entrare in un luogo dove il tempo diventa infinito e ogni gesto assume un significato simbolico. Il Vaticano colpisce non solo per la sua straordinaria bellezza artistica, ma anche per la sua funzione vitale: è un centro morale e spirituale che continua a esercitare una voce autorevole nel mondo moderno. È un senso di continuità tra passato e presente”.

Come definirebbe oggi le relazioni fra Georgia e Santa Sede? “Oggi, le relazioni tra la Georgia e la Santa Sede possono essere definite come cordiali, costruttive e in costante crescita. Tutto ciò si basa sul rispetto reciproco e su un dialogo sincero, caratterizzato dai valori comuni, quali la dignità umana, la promozione della pace, la tutela del patrimonio spirituale e culturale e il rispetto delle minoranze religiose. Nel corso degli anni, si è instaurato un rapporto di fiducia. Le visite ufficiali ad alto livello di entrambe le parti confermano la comune volontà di rafforzare la cooperazione. Come Ambasciatore del mio Paese presso la Santa Sede, sono pienamente consapevole di quanto sia ardua la missione che dovrò svolgere per il processo di ulteriore rafforzamento delle relazioni secolari, sia a livello bilaterale che multilaterale. Da questo punto di vista, assume una particolare importanza la vicinanza che la Santa Sede ha sempre dimostrato al popolo georgiano nei momenti storicamente delicati, con parole di sostegno e azioni concrete di solidarietà”.

C’è un aneddoto legato in qualche modo a questi suoi primi giorni da Ambasciatore in Vaticano che le va di raccontarmi? “Tra i tanti momenti interessanti che ho avuto durante i miei primi giorni da Ambasciatore presso la Santa Sede, ce n’è uno in particolare che mi ha colpito per la sua semplicità e profondità. Al termine della cerimonia di presentazione delle mie credenziali, un membro della corte papale, dopo un cortese saluto, mi ha sussurrato con un sorriso: “Benvenuto in questo piccolo luogo che visiona il mondo intero”. Queste parole hanno suscitato in me una sensazione meravigliosa, perché riflettono l’essenza stessa del Vaticano: un territorio piccolo, ma con una visione universale, capace di far dialogare storia e attualità, fede e ragione, spiritualità e diplomazia”.

Se dovesse descrivere la Georgia con tre aggettivi, quali userebbe? “Sceglierei: antica, orgogliosa, ospitale. Antica, perché la Georgia è una terra dalle radici profonde, con una storia millenaria che risale agli albori della civiltà, crocevia di culture, religioni e imperi. La sua spiritualità, la sua lingua, la sua arte e la sua architettura parlano di una continuità identitaria unica. Orgogliosa, perché il popolo georgiano è riuscito a mantenere la propria indipendenza spirituale e culturale, anche nei momenti più difficili. Questo è un Paese che guarda al futuro con determinazione, senza dimenticare il passato. Ospitale, perché chiunque visiti la Georgia prova un piacere indimenticabile, pieno di calore umano e rispetto. L’ospitalità non è solo una tradizione, ma una vera qualità dell’anima georgiana. Quindi, queste tre parole, che non possono riflettere appieno la ricchezza del Paese, ma, a mio parere, ne trasmettono accuratamente l’essenza più profonda”.

A proposito di Georgia, nonostante la forte identità religiosa (il cristianesimo ortodosso è praticato da circa l’83% della popolazione) il Paese garantisce la libertà di culto e ospita da secoli una convivenza armoniosa tra le diverse fedi. “E’ esattamente così: la Georgia, dove il cristianesimo ortodosso è profondamente radicato e rappresenta l’identità spirituale della stragrande maggioranza della popolazione, è anche un esempio storico della convivenza di diverse confessioni religiose. Fin dall’antichità, diverse comunità religiose hanno trovato dimora sul suolo georgiano: cattolici, musulmani, ebrei, armeni e altri gruppi religiosi hanno convissuto in un clima di reciproco rispetto. Ancora oggi è possibile vedere chiese, moschee e sinagoghe sorgere a breve distanza l’una dall’altra, non solo come simboli architettonici, ma anche come segni tangibili di un tessuto sociale pluralistico e aperto. La Costituzione della Georgia garantisce la libertà religiosa e questa apertura è parte integrante della sua identità moderna”.

A proposito di diplomazia, c’è una figura che la particolarmente ispirata in questa sua carriera? “È molto difficile indicarne uno, fortunatamente l’umanità ha avuto ed ha oggi molti rappresentanti di spicco, comunque io nominerei il Padre della diplomazia georgiana, Sulkhan-Saba Orbeliani (XVII secolo), celebre statista e scrittore che cercò e perseguì un orientamento e una direzione europea, svolgendo numerose missioni diplomatiche sia in Europa occidentale che in Medio Oriente. L’odierna scelta europea della Georgia, le sue radici storiche, il suo significato e la sua rilevanza sono una continuazione del percorso tracciato dal grande Sulkhan-Saba”.

Se le chiedessi di consigliarmi un buon libro da leggere? “Ai lettori stranieri, per chi ancora non lo conosce, consiglierei vivamente di leggere il poema di Shota Rustaveli “Il cavaliere nella pelle di tigre”, che non è solo un capolavoro letterario georgiano, ma anche un tesoro culturale dell’umanità, che riflette e narra al meglio l’identità della nazione georgiana, i suoi costumi e le sue tradizioni”.

Coltiva qualche hobby in particolare? “Il mio hobby è uno stile di vita sano e, quando ho tempo libero, mi piace uscire con gli amici”.

Prossime iniziative in programma dell’Ambasciata? “Attualmente l’Ambasciata sta lavorando a diverse iniziative, volte ad approfondire ulteriormente i legami amichevoli tra la Georgia e la Santa Sede. In particolare: l’organizzazione di eventi culturali congiunti e il dialogo interreligioso e tutela dei diritti umani: sarebbe auspicabile organizzare seminari sul ruolo delle religioni nella promozione della pace e della libertà religiosa nel Caucaso e oltre, in collaborazione con le strutture vaticane competenti e alcune istituzioni accademiche. La Georgia, con la sua storia di convivenza multietnica e multireligiosa, può essere un esempio e un punto di partenza per una discussione più ampia. Abbiamo in programma anche iniziative per i giovani e per la loro l’istruzione: l’Ambasciata prevede infatti di sostenere programmi di scambio tra giovani georgiani e istituzioni educative vaticane, con particolare attenzione a un maggiore coinvolgimento dei nostri ricercatori negli Archivi e nella Biblioteca Vaticana. Programmeremo anche incontri istituzionali volti al dialogo bilaterale, come la pianificazione e la promozione di colloqui e visite ad alto livello per rafforzare la cooperazione diplomatica su questioni globali, tra cui la promozione della giustizia sociale, la tutela ambientale e la risoluzione pacifica dei conflitti. L’obiettivo principale di tutte le iniziative sarà sempre quello di costruire ponti, difendere i valori comuni e affermare l’identità della Georgia come Paese profondamente europeo, spiritualmente ricco e aperto al dialogo”.

Chiuderei questa intervista dando qualche consiglio di viaggio a chi desidera recarsi in Georgia come turista. “Con grande piacere! Chiunque viene in Georgia scopre un Paese meraviglioso. Consiglierei di iniziare la visita da Tbilisi, con le sue splendide strade, antichi monumenti storici e architettonici, i bagni sulfurei ed i palazzi moderni, che insieme creano la migliore combinazione di modernità e tradizione. Poi proseguire verso Mtskheta, l’antica capitale e culla della spiritualità georgiana. Gli amanti della natura non possono a non vedere i Monti Kazbegi e le torri medievali della Svaneti. E naturalmente, non perdere la possibilità di assaggiare il vino fermentato nelle giare di terracotta accompagnato da un banchetto tradizionale georgiano. In Georgia non si è mai solo un turista: si è ospiti e amici, e in Georgia un ospite è un dono di Dio”.

Intervista di Marco Finelli

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