“Rappresento Malta come Ambasciatore in uno degli Stati più importanti per il mio Paese, ne sono consapevole”: Carmel Vassallo, dopo una lunga e onorata carriera militare, e una parentesi più breve nella diplomazia, non nasconde la sua soddisfazione per la sua Missione in Italia, una Nazione che, come dice lui, gli ha dato molto a livello personale, come moltissimo ha dato al suo Paese nel percorso post indipendenza. Rappresentante militare presso il Comitato militare dell’UE, parte attiva nei negoziati sul confine blu con la Commissione europea in preparazione dell’adesione di Malta, promosso al grado di Brigadiere nel 2004 e nominato Comandante delle Forze Armate maltesi, durante il suo mandato ha portato a termine una riorganizzazione generale delle stesse, partecipando a operazioni guidate dall’UE e dalle Nazioni Unite nel Mediterraneo.
Carattere eclettico, mentalità militare, a contraddistinguerlo il suo grande senso pragmatico, con la curiosità di essere l’unico fra gli Ambasciatori accreditati a Roma a essere anche un pilota di elicotteri. Prima di arrivare in Italia Carmel Vassallo è stato Ambasciatore residente della Repubblica di Malta ad Ankara, in Turchia.
Eccellenza, come definirebbe oggi le Relazioni fra Malta e Italia, due Paesi legati da una storica amicizia?
“Le Relazioni fra i due Paesi sono state sempre buone, sin dalla dichiarazione dell’indipendenza di Malta del 1964. Allora, il Presidente del Consiglio dei Ministri Aldo Moro diede fin da subito una chiara testimonianza di quanto l’Italia rispettasse la sovranità di Malta, offrendo sostegno al nascente Paese. Le sue dichiarazioni non erano parole vuote. L’Italia, infatti, è stata di assistenza in vari settori legati a infrastrutture stradali, telecomunicazioni, cultura e archeologia e nel campo militare, nonché di supporto finanziario. Durante gli anni successivi le relazioni bilaterali si sono sviluppate sempre con spirito di amicizia e rispetto reciproco. L’Italia ha costantemente sostenuto Malta nel suo cammino verso l’adesione alla Unione Europea sin dal 1989, anno in cui ha fatto domanda per diventarne membro. Nel 2024 il nostro Paese festeggerà i 20 anni nell’UE, e in questi due decenni i nostri due Paesi si sono trovati in pieno accordo su diversi temi importanti della politica dell’Unione, ma anche nel contesto Euro-Mediterraneo”.
Dopo una lunga e onorata carriera militare oggi ha l’onore di rappresentare Malta come diplomatico. Come si trova a Roma?
“Rappresento Malta come Ambasciatore in uno degli Stati più importanti per il mio Paese, dal punto di vista bilaterale, regionale e, come già detto, nel contesto dell’Unione Europea. Di questo ne sono consapevole. La dimensione geopolitica del Mediterraneo influenza le decisioni reciproche, creando una rete intricata di relazioni e sfide comuni, che richiedono attenzione e collaborazione. Il Mar Mediterraneo riveste una significativa importanza per le nostre politiche, perché le due nazioni hanno non solo una posizione geografica importantissima, ma condividono anche interessi comuni: sicurezza, cooperazione economica, gestione delle risorse marine e approvvigionamento energetico. Che dire di Roma? Roma, Città Eterna, è unica. Mi trovo bene, e anche se vivere al centro non è sempre facile, mi sento comunque a casa. La ricca storia che ci circonda si riflette in ogni angolo della città, e la fusione di elementi antichi e moderni rende la Capitale d’Italia un luogo davvero unico e affascinante. La cucina è squisita poi, da diplomatico, non posso fare a meno di sottolineare l’importanza strategica legata alla presenza della Città del Vaticano e di Agenzie delle Nazioni Unite, così essenziali per il mondo “turbato” in cui viviamo oggi”.
In generale, lei cosa pensa della politica italiana?
“Provenendo da un Paese con due principali partiti politici e un parlamento unicamerale, posso dire che la politica italiana è un po’ difficile da comprendere. A Malta può sembrare che l’elettorato abbia opzioni più limitate rispetto all’Italia, che ha una scena politica più frammentata, animata da diverse forze politiche. Questa diversità può portare a un maggiore pluralismo e a una rappresentazione più variegata di opinioni, ma possono sorgere anche sfide e dibattiti sulla stabilità del governo e sulla capacità di formare coalizioni funzionali. In questo ambito, a mio avviso, è interessante osservare le dinamiche in evoluzione riguardanti i lavori per la riforma costituzionale”.
Il suo ricordo più bello da Ambasciatore?
“Ho due bellissimi ricordi: il primo è legato alla cerimonia di apertura dell’Ambasciata di Malta ad Ankara, nel corso della quale il Ministro per gli Affari Esteri della Turchia Mevlut Cavuşoğlu mi regalò un dono. Manifestando il mio dispiacere per non avere un regalo per lui, la sua risposta fu: “Lei, Ambasciatore, mi ha dato tanto, mi ha dato un’Ambasciata”. Il secondo risale al 6 luglio 2020, giorno in cui presentai le mie credenziali al Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella”.
E quello più brutto?
“Non ricordo nessun evento in particolare. In generale, non mi sento a mio agio quando le cose non vanno avanti come vorrei, questo sì, mi dà fastidio. Forse questa mia attitudine è da attribuire al fatto che io non sono “nato” come diplomatico. La mia formazione di base, ma anche quella più avanzata, si è plasmata nel mondo militare dove, per la natura stessa del lavoro da svolgere, le parole chiave sono sempre state “analizzare, decidere, sbrigare”. Nell’ambito militare bisogna tenere in mente una cosa, rispettare e mai sottovalutare l’altro in ogni confronto, perché anche l’altro ha i suoi valori e i suoi ideali. In questi sei anni di diplomazia spero di avere imparato che anche la pazienza ha un valore, e non bisogna ignorarla. Detto questo, tornando alla domanda, non mi va di sentire frasi tipo ‘guarda, questo problema lo conosciamo da decenni, non possiamo risolverlo da oggi a domani’. Trovo questo modo di pensare molto negativo, brutto. A mio avviso ogni volta che si presenta un’opportunità, dobbiamo sfruttarla per fare qualcosa di buono”.
Passando alla stretta attualità, nel suo recente viaggio in Francia, Papa Francesco ha voluto rivolgere un messaggio all’Europa, invitando i Paesi del continente a collaborare per “assicurare, secondo le possibilità di ciascuno, un ampio numero di ingressi legali e regolari”, perché, “la soluzione non è respingere”. Qual è il suo parere a riguardo?
“La soluzione non è respingere, e tutti noi dovremmo riflettere sulle parole sagge di Sua Santità. Anche quando si riesce a farlo, respingere significa solo rimandare il problema, sapendo che l’ “ondata” successiva potrebbe essere più ingente di quella precedente, perché tutti i problemi che hanno spinto i migranti nel frattempo non si sono risolti, e anzi, con molta probabilità, sono diventati col tempo più acuti. Per chi fugge l’Europa rimane una meta dove si può condurre una vita migliore, seguire un progetto senza la paura di conflitti interni, malgoverni e ingiustizie. L’Europa, oltretutto, ha i suoi problemi, tra i quali quello demografico, legato al fatto che la sua popolazione sta invecchiando, in futuro avrà sempre più bisogno di manodopera e di giovani lavoratori che possano assistere I Paesi dell’Unione a rimanere commercialmente competitivi a livello mondiale sostenendo, allo stesso tempo, lo stato sociale. La soluzione oggi, a mio avviso, potrebbe essere quella di disegnare e implementare partenariati che creino benefici economici nei Paesi d’origine, molto dei quali sono ricchi di risorse naturali, senza farli sentire sfruttati. Non è facile, certamente, forse è più facile a dirsi che a farsi. Questo modello richiede senz’altro uno sforzo enorme, coraggio, fiducia reciproca e perseveranza”.
Gli scambi commerciali, così come quelli turistici, fra Italia e Malta sono sempre più stretti. Nel corso del suo recente discorso in occasione della Festa nazionale lei ha detto: “Malta ha un’identità unica, plasmata dalla sua storia e dalla sua geografia. Ogni pietra posata ci rende orgogliosi”.
“Il commercio è uno dei pilastri più importanti nelle relazioni bilaterali di qualsiasi Paese, e quello tra Malta e Italia non fa eccezione. L’interscambio commerciale rende l’Italia uno dei Paesi più strategici per Malta. In più, c’è una storia millenaria tra i due Stati e un’affinità culturale che risale a centinaia di anni fa. Il turismo è un pilastro dell’economia, e considerando l’aspetto storico-culturale, l’Italia probabilmente è il Paese più ricco del mondo da questo punto di vista, e non è un caso che oggi sia la meta preferita dai maltesi per le loro vacanze. Anche se piccola, Malta dal canto suo ha da offrire al turista, non soltanto sole e mare blu. Le ridotte dimensioni delle isole rendono il nostro Paese particolarmente attraente, permettendo di “scorgere” sei mila anni di storia in un periodo di appena 5-7 giorni, in un ambiente sicuro e sereno. Il turista Italiano, evidentemente, è consapevole di questa peculiarità tanto che, tra tutti i Paesi, l’Italia si trova al primo posto per il numero dei cittadini che trascorrono le vacanze a Malta. Da qualche anno, poi, l’Italia si trova al primo posto anche per quanto riguarda il lavoro, infatti, il numero di cittadini Italiani che hanno un negozio o un lavoro a Malta supera quello dei cittadini di ogni altro Paese”.
Ultima curiosità: sappiamo che lei è uno stimato pilota di elicotteri, non male per un Ambasciatore avere una abilità così speciale…
“Sono, o meglio, sono stato un pilota di elicottero con specialità SAR marittimo, una specialità che dà speranza ai naufraghi ed è motivo di orgoglio per tutto l’equipaggio dell’elicottero. Questo, proprio grazie all’Italia, che mi diede l’opportunità di ottenere il brevetto militare di pilota nel giugno del 1983. in realtà, l’Italia fu il Paese dove io ottenni anche la formazione militare, fra corsi di fanteria, di elicotterista e persino una formazione avanzata interforze. A livello personale l’Italia mi ha dato tanto, cosi come a livello nazionale l’Italia è stata di grande sostegno a Malta indipendente. Proprio per questo motivo, come le dicevo, quando ho presentato le mie Lettere credenziali al Presidente Sergio Mattarella ho vissuto uno dei momenti più emotivamente intensi delle mie diverse carriere. Volevo allora, e voglio ancora di più oggi, contribuire al meglio delle mie possibilità alle relazioni molto speciali che esistono tra Malta e Italia”.