Stretta amicizia, fiducia reciproca e solidarietà: sono questi i perni su cui si basano oggi le Relazioni fra Romania e Italia, due Paesi legati da Relazioni bilaterali “assolutamente speciali”. Parola di Gabriela Dancau, Ambasciatore in Italia, Malta e San Marino, a Roma dall’aprile del 2022, dopo una lunga esperienza come Capo Missione in Spagna.
Sguardo gentile, profonda passione per il suo lavoro, la diplomatica si è distinta per il suo attivismo sul territorio e un grande senso pragmatico, manifestato in ogni occasione. Laureata presso la Facoltà di Cibernetica, Statistica e Informatica Economica dell’Accademia degli studi di Bucarest, ha conseguito due master, uno in Relazioni internazionali avanzate presso l’Ecole des Hautes Etudes Internationales di Parigi, e l’altro in Cibernetica sempre nella capitale romena.
Prima di ricoprire le funzioni di Ambasciatore è stata, fra l’altro, Console Generale di Romania a Lione e Parigi, Direttrice del Dipartimento Relazioni Consolari del Ministero degli Affari Esteri e Coordinatrice del Centro Visti dello stesso dicastero. In qualità di docente esperto, ha tenuto corsi di specializzazione in materia consolare per il personale diplomatico, per poi far parte del Gruppo di lavoro per la preparazione dell’adesione della Romania all’Unione europea.
Appassionata di diplomazia culturale, percepita come “una finestra aperta verso la comprensione reciproca”, parla francese, russo, spagnolo, italiano e inglese.
Eccellenza, come definirebbe oggi la Relazioni diplomatiche fra Romania e Italia?
“L’Italia è un partner strategico e un caro amico della Romania. Nel corso degli anni, i due Paesi sono riusciti a costruire un rapporto basato su una stretta amicizia, fiducia reciproca e solidarietà. L’eccellente cooperazione bilaterale è sancita dal Partenariato Strategico del 1997, elevato al rango di Partenariato Strategico Consolidato quindici anni fa. L’Italia è il secondo partner commerciale della Romania, con scambi economici al livello record di quasi 20 miliardi di euro, e i legami culturali tra i due popoli hanno sempre avuto un carattere singolare, basato sulla comune eredità latina. Oggi l’Italia ospita la più grande comunità romena al di fuori dei confini nazionali e i quasi 1,2 milioni di connazionali presenti nella Penisola conferiscono una dimensione speciale alle nostre relazioni bilaterali, creando veri e propri ponti tra i due Paesi”.
La fine dell’anno rappresenta sempre un periodo propizio per stilare bilanci sulle attività svolte. In questo 2023 lei si è senza dubbio distinta per la sua importante attività sul territorio.
“Nell’ultimo anno abbiamo lavorato intensamente per incrementare l’interazione politica a livello bilaterale. In primo luogo, ci sono stati diversi contatti tra i Ministri degli Esteri, poi ci sono stati incontri a livello settoriale tra i Ministri dei Trasporti, dell’Economia, delle Imprese e Made in Italy, nonché tra i Ministri del Lavoro. Altri incontri importanti, soprattutto nell’attuale contesto geopolitico, sono stati quelli tra i Ministri della Difesa e tra i Capi di Stato Maggiore. Allo stesso tempo, abbiamo dato un importante impulso al dialogo interparlamentare. All’inizio dell’anno, il Presidente della Camera dei Deputati della Romania ha incontrato il suo omologo italiano a Roma, e successivamente abbiamo avuto una serie di incontri bilaterali a livello di Commissioni Affari Europei, Lavoro ed Esteri. A settembre, ho avuto il piacere di partecipare alla prima riunione del Gruppo di amicizia Italia-Romania, uno dei più numerosi del Parlamento, a riprova dell’importanza che la parte italiana attribuisce alla diplomazia parlamentare. Infine, tenendo conto della struttura economica dell’Italia, quest’anno ho effettuato quattro visite di lavoro in loco, in Toscana, Liguria, Lombardia e Puglia, dove ho anche organizzato, quando è stato possibile, dei forum economici. Ho notato con piacere un’enorme disponibilità da parte delle autorità nei confronti delle comunità romene insediate in queste zone, ma anche una maggiore propensione alla cooperazione con le nostre Istituzioni. Credo che dalla cooperazione regionale e locale tra i nostri Paesi possano nascere nuove sinergie, con risultati positivi sia a livello economico che culturale, per le aziende, ma soprattutto per i cittadini. Abbiamo già ottenuto dei risultati e stiamo per firmare accordi di cooperazione tra la regione Toscana e il distretto di Cluj, tra le città di Cluj-Napoca e Firenze e tra il distretto di Costanza e la regione Liguria”.
Nel corso della recente Festa nazionale lei ha annunciato un vertice fra i governi d’Italia e Romania nella prima parte del 2024. Quali i temi al centro del confronto?
“A quasi 13 anni dall’ultimo Vertice intergovernativo Italia-Romania a Bucarest, quello che stiamo preparando per febbraio 2024 a Roma rappresenta un nuovo e più attivo capitolo della cooperazione bilaterale, che riflette le esigenze di cooperazione derivanti dall’attuale contesto globale, attraverso la firma di una nuova e molto ambiziosa Dichiarazione di Partenariato Strategico. Vogliamo approfondire il dialogo politico e rafforzare la cooperazione settoriale in ambiti quali gli affari esteri ed europei, la sicurezza e la difesa, anche attraverso lo sviluppo della cooperazione transatlantica, il sostegno alle comunità formate da cittadini romeni in Italia e da cittadini italiani in Romania, il settore economico, la politica commerciale, l’energia, l’ambiente, l’agricoltura, la giustizia, gli affari interni, la sanità, la cultura e l’istruzione, il lavoro e la protezione sociale. Ogni Memorandum di cooperazione che verrà firmato a livello ministeriale sarà anche un importante strumento per lavorare in modo coordinato e strutturato. Il Vertice intergovernativo, guidato dai due Primi Ministri di Romania e Italia, offre una ottima opportunità per organizzare un Forum economico a margine dell’incontro, al quale parteciperanno importanti aziende romene e italiane”.
Se le chiedessi di raccontare un aneddoto legato alla sua esperienza da Ambasciatore a Roma, quale episodio le viene per primo in mente?
“Il mio mandato a Roma è iniziato poco dopo la fine di quello di Ambasciatore della Romania in Spagna, e una delle mie ultime azioni a Madrid è stata la presentazione della più grande e importante mostra archeologica mai organizzata all’estero, un’impressionante collezione di manufatti, che ripercorre l’evoluzione storica dell’attuale Romania in un periodo di oltre quindici secoli (VIII secolo a.C. – VIII secolo d.C.). Sono arrivata a Roma convinta di dover portare questa favolosa mostra nella Città Eterna, soprattutto perché parla del passato comune dei due popoli, della Regione conosciuta come Dacia, prima, durante e dopo la conquista da parte dell’Impero Romano. Conserverò sempre nella mia memoria la disponibilità della parte italiana nel favorire l’organizzazione di questa mostra, dato che ho ottenuto un accordo due settimane dopo il mio arrivo a Roma. Oggi, a un anno e mezzo da quell’incontro, e dopo un’ottima collaborazione con le autorità italiane, siamo riusciti ad esporre alle Terme di Diocleziano oltre 1000 reperti provenienti da 47 musei della Romania e della Repubblica di Moldova, all’interno della mostra “Dacia. L’ultima frontiera della romanità”. L’inaugurazione, alla presenza dei Ministri della Cultura di Romania, Italia e Repubblica di Moldova, ha avuto grande successo, attraendo un pubblico numeroso, deliziato dalla bellezza delle opere presentate. Vi invito sinceramente a non farvela scappare, la mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 21 aprile 2024”.
Come si trova a Roma?
“In modo eccellente. Per la disponibilità delle autorità e per la grande presenza di cittadini romeni, mi sento come a casa. Poi, non si può non essere sedotti dalle ricchezze che Roma ha da offrire, la sua arte, la storia, i musei e il patrimonio enogastronomico. Quando il tempo me lo permette, mi piace mettermi nei panni dei romani e sognare il giorno in cui potrò tornare nella Capitale d’Italia, senza il peso dei doveri di Ambasciatore, per godere appieno della ricchezza culturale della Città Eterna”.
In generale, qual è il suo ricordo più bello legato alla sua carriera diplomatica?
“Per un diplomatico di carriera, credo che ogni risultato importante della sua attività professionale rappresenti, a un certo punto, un bel ricordo e allo stesso tempo una piacevole sensazione di lavoro ben fatto, di appartenenza a una famiglia diplomatica che ha saputo scrivere pagine importanti nella storia recente del suo Paese. Dal contributo fondamentale che ho dato alla creazione e all’implementazione della prima applicazione per la gestione delle richieste di visto per i cittadini stranieri, al coordinamento del lavoro consolare del Ministero degli Affari Esteri durante gli intensi periodi di espansione della rete consolare, ma anche durante crisi come la guerra in Libia o in Siria, dallo sviluppo di un rapporto politico tra il proprio Paese e un altro Stato in modo complesso, fino all’organizzazione di eventi di diplomazia culturale nelle Istituzioni estere più rappresentative: tutti sono ricordi preziosi che hanno alle spalle molte ore di lavoro, la passione per il proprio Paese e l’orgoglio di averlo rappresentato con dignità e onore”.
A proposito della Comunità romena in Italia, numericamente oggi la più importante, con oltre un milione di persone residenti al 2022, come ritiene si sia integrata ai giorni nostri?
“Come ho già detto, la comunità romena in Italia conferisce una dimensione molto speciale alle nostre relazioni bilaterali. Innanzitutto, gli 1,2 milioni di connazionali costituiscono la più grande diaspora romena, ma anche la più grande comunità straniera in Italia. In secondo luogo, bisogna tenere conto della natura eterogenea della comunità: dopo 30 anni di immigrazione in Italia, possiamo senza dubbio osservare una maggiore diversità dei profili dei romeni stabilitisi nella Penisola. Stiamo parlando di persone che lavorano nel settore dei servizi e che danno un contributo indispensabile nel contesto della carenza di manodopera in tutto il continente europeo, ma anche di romeni che sono medici, architetti, imprenditori, artisti e persino politici locali. Questo ampio ventaglio testimonia l’elevato grado di integrazione dei romeni, per i quali l’Italia è diventata facilmente una seconda casa. Pertanto, le dimensioni, la natura eterogenea e il grado di integrazione della comunità rafforzano le relazioni bilaterali tra Romania e Italia, creando veri e propri ponti socio-economici, sviluppati organicamente tra i due Paesi”.
Secondo lei l’Italia è un Paese accogliente?
“Come Ambasciatore del Paese con la più grande comunità ho tutte le ragioni per affermare che l’Italia è un Paese accogliente. E la Romania, a sua volta, ha imparato questa lezione dall’Italia e dalla Spagna e, a nostra volta, ora siamo un paese di accoglienza. La Romania concede annualmente quasi 150 mila permessi di lavoro a richiedenti dal Sud-Est asiatico. Il Paese è in una fase di sviluppo in cui il bisogno nazionale di manodopera ci chiede, come amministrazione pubblica, di convincere i cittadini che hanno lasciato la Romania di ritornare. Nel caso dell’Italia di sicuro non abbiamo un compito facile, per la bellezza del Paese, per il calore delle persone, per la facilità nell’imparare la lingua e per l’amore per la cucina italiana”.
Chiuderei con un pensiero verso chi soffre nella vicina Ucraina. La strada della diplomazia, a suo avviso, è ancora percorribile per poter arrivare a una soluzione del conflitto?
“Il recente annuncio del Consiglio Europeo in merito alla storica decisione di aprire i negoziati di adesione all’Unione Europea con l’Ucraina, insieme alla Repubblica di Moldova, è un’ulteriore prova del fatto che la diplomazia funziona con successo. L’avvio dei negoziati di adesione significa che gli Stati membri dell’UE sono interessati a guardare con speranza al futuro dell’Ucraina. In questo momento, il popolo ucraino, nella sua lotta per difendersi dalla guerra d’aggressione della Russia, aveva bisogno di questo incoraggiamento, ma allo stesso tempo una pace possibile deve essere sostenibile e non solo un intermezzo fino a una nuova aggressione da parte della Russia. La Romania ha fornito un sostegno completo e multidimensionale all’Ucraina e al popolo ucraino fin dal primo giorno di guerra e continuerà a farlo finché sarà necessario”.