Nell’80° anniversario della fuga dal lager e nel 75° anniversario della sua uccisione, la “Petite Suite Pilecki” – questo è il titolo dell’opera composta da Marco Patricelli – sarà eseguita il 26 gennaio, alle 18,30, all’auditorium del Conservatorio di Pescara dall’Orchestra sinfonica del “Luisa d’Annunzio” diretta da Adriano Melchiorre.
Il concerto si svolgerà con l’alto patrocinio del Ministero della Cultura di Varsavia, dell’Ambasciata di Polonia e dell’Istituto polacco di Roma, dell’American Jewish Committee e dell’Unione delle comunità ebraiche, nonché delle istituzioni abruzzesi, e vedrà la partecipazione dell’ambasciatore di Polonia in Italia Anna Maria Anders, figlia del generale Wladyslaw Anders, diretto superiore del tenente Pilecki, comandante del 2° Corpo d’Armata polacco in Italia, che riportò la storica vittoria nella battaglia di Montecassino e contribuì alla liberazione dell’Italia.
L’evento è tanto più importante perché permetterà al pubblico di scoprire la storia di Pilecki, un personaggio ancora quasi totalmente sconosciuto fuori dal nostro Paese. Egli si fece volontariamente arrestare dalla Gestapo per farsi imprigionare nel campo di concentramento nazista di Auschwitz con lo scopo di organizzarvi la rete di resistenza e inviare i rapporti sulla situazione nel campo. Il suo rapporto fu il primo documento dai campi di sterminio che arrivò agli Alleati, anche se nella fase iniziale Auschwitz non era propriamente un campo di sterminio. Redatto a novembre 1940, attraverso numerose traversie il documento arrivò prima a Stoccolma e poi a Londra, sede del Governo polacco in esilio, e classificato a marzo 1941. Venne però ritenuto dagli inglesi esagerato. Dopo essere riuscito incredibilmente a scappare da Auschwitz, Pilecki continuò a combattere partecipando attivamente alla lotta contro i nazisti e prendendo parte all’insurrezione di Varsavia. Alla fine della guerra, giunto in Italia (dove a Porto San Giorgio scrisse un rapporto completo nel quale sono riassunte le sue esperienze ad Auschwitz, preziosa testimonianza di quanto accadeva dietro il filo spinato della fabbrica della morte), si offrì nuovamente volontario per tornare in Polonia e cercare di sottrarla allo stalinismo.
La crudeltà della storia personale di Pilecki può essere ritenuta il simbolo della tragica storia della Polonia. Dopo la guerra le autorità comuniste lo considerarono traditore e nemico del popolo. Condannato a morte, giustiziato con un colpo alla nuca il 25 maggio 1948, rimase vittima di un’ingiusta damnatio memoriae. Fino alla caduta del regime comunista nel 1989 le informazioni riguardanti le sue attività furono infatti censurate.
Pescara fu la prima città a rendere omaggio a Pilecki dedicando nel 2011 proprio a lui il Giorno della Memoria durante una cerimonia organizzata con il contributo dell’Istituto della Memoria Nazionale polacco (IPN) (il servizio http://m.youtube.com/watch?v=iuRLBWp04GQ)
La storia di Pilecki è stata raccontata per la prima volta in occidente proprio da Marco Patricelli ne Il volontario (Laterza), tradotto in diverse lingue, bestseller in Polonia. Nel suo libro lo storico pescarese riportò alla luce questo personaggio sconosciuto non solo in Occidente, ma, a causa del lungo oblio, allora anche in patria.
Marco Patricelli, storico, docente, scrittore e giornalista, già insignito di importanti onorificenze polacche (Bene Merito, Croce di ufficiale, Testimone della Storia) e italiane è un autorevole e appassionato studioso della storia contemporanea della Polonia e uno dei suoi più dediti divulgatori in Italia e autore di numerose pubblicazioni sulla Polonia nel periodo del secondo conflitto mondiale. Grazie alla sua autorevole competenza e, soprattutto, al suo grande entusiasmo, molti giovani storici italiani si sono appassionati alla storia del nostro paese.
Patricelli, stavolta in veste di compositore, ha deciso di dedicare una sua seconda opera a questo straordinariamente coraggioso tenente polacco. La Suite sinfonica per grande orchestra in 7 movimenti intitolata a Pilecki sarà suonata il 26 gennaio nella versione adattata all’organico del conservatorio di Pescara, di cui Patricelli è stato studente nelle classi di pianoforte e composizione.