“Ho deciso di candidarmi perché ho vissuto in gioventù gli anni ‘70, anni di una crescita della sinistra e dell’inizio della parabola, del tramonto negli anni ‘80. E trovo che il programma di Unione popolare risponda alle esigenze esistenziali da me fortemente sentite: pace, giustizia sociale, sanità pubblica che funzioni”: lo ha detto Enrico Calamai, candidato nella lista Unione popolare a Roma, al proporzionale, al Senato, in un’intervista rilascia al quotidiano “Il Riformista”.
“Tutte questioni spazzate via – ha aggiunto l’ex console a Buenos Aires, aggiungendo – “mi sento in sintonia con le persone che sono i vertici dei due partiti dell’Unione popolare e soprattutto ritengo che siano due formazioni sensibili alla tematica dei diritti, che è la mia materia, questione non presa per niente in considerazione nell’attuale ventaglio di partiti. Anzi è una materia che non porta ritorni elettorali e invece nel programma di Unione popolare c’è esplicitamente ad esempio il punto, per me centrale, della cancellazione del Memorandum con la Libia che è causa di infinite morti e violenze sistematiche di ogni tipo”.
Enrico Calamai, diplomatico italiano, è detto “lo Schindler di Buenos Aires”, per esser riuscito a mettere in salvo più di trecento perseguitati dal regime militare argentino, ufficialmente documentati o in base a testimonianze di sopravvissuti.