Dopo l’annuncio da parte del Segretario di Stato americano Marco Rubio di un piano di riorganizzazione del Dipartimento di Stato, che prevede tra l’altro la chiusura di diverse Ambasciate e sedi diplomatiche all’estero, secondo indiscrezioni riportate dalla stampa sarebbe ormai quasi certa la chiusura del Consolato Generale degli Stati Uniti a Firenze.
Situato sul lungarno Amerigo Vespucci, per decenni ha rappresentato un punto di riferimento per la Comunità americana in Italia, con una giurisdizione vasta che attualmente comprende Toscana, Emilia-Romagna (escluse le province di Parma e Piacenza) e San Marino.
La sua chiusura avrebbe dunque un impatto significativo per oltre 85.000 americani residenti, considerando anche le 70 università statunitensi presenti nel territorio e le migliaia di studenti che ogni anno scelgono Firenze per il loro percorso di studi.
Secondo Rubio, la decisione è parte di un più ampio piano di razionalizzazione volto a ridurre la burocrazia e i costi del Dipartimento di Stato, che negli ultimi 15 anni ha registrato una crescita senza precedenti. La nuova amministrazione Trump ha deciso di attuare una spending review, eliminando uffici ridondanti e consolidando le funzioni diplomatiche per aumentare l’efficienza.
La possibile chiusura del Consolato ha già suscitato preoccupazione tra la comunità americana e le istituzioni locali. Firenze, infatti, ospita anche numerose aziende americane e un flusso costante di turisti statunitensi, per cui la perdita di un presidio diplomatico potrebbe creare notevoli disagi. Inoltre, la sede consolare è in grado di garantire oggi un servizio di sicurezza h24, che verrebbe meno.
Con la chiusura del Consolato di Firenze, le funzioni consolari potrebbero essere trasferite all’Ambasciata USA a Roma, con una gestione più centralizzata delle risorse.