“Ho sempre interpretato il mio ruolo come una funzionaria al servizio dello Stato, che gioisce per i successi dell’Italia e non per sé stessa”: Cristiana Mele, Console Generale d’Italia a Filadelfia racconta così il suo lavoro animata, come sempre, da un profondo senso del dovere. Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all’Università di Firenze, con un Master in Affari Internazionali con specializzazione in Politiche Ambientali presso la Columbia University, in carriera diplomatica dal 1998, a distinguerla è la sua grande passione per la diplomazia che, unitamente a uno spiccato senso pragmatico, sua principale qualità, la rende un funzionario d’eccezione.
Dopo i primi anni trascorsi alla Direzione per gli Affari Economici, ufficio per l’Europa Centrale e Orientale della Farnesina, per quasi tre decenni, salvo piccole parentesi, ha prestato servizio lontano dalla sua amatissima Italia. Prima a Zurigo, in qualità di Console Aggiunto, poi a Perth, in Australia, sempre come Console, e quindi a New York, dove è stata Consigliera presso la Rappresentanza Permanente d’Italia alle Nazioni Unite, delegata e vicepresidente della Seconda Commissione per la 72° Assemblea Generale dell’ONU in rappresentanza del Gruppo WEOG.
Nel 2021, durante la Presidenza italiana, è stata a capo del gruppo tematico del G20 sulla sicurezza alimentare, negoziando la Dichiarazione di Matera.
Fervente attivista per l’uguaglianza di genere e appassionata di sport e attività all’aperto, Cristiana Mele sta ultimando il suo mandato a Filadelfia.
Console, come si è integrata oggi, a suo avviso, la Comunità italiana a Filadelfia? “Filadelfia ospita una delle più antiche comunità italo-americane e ne è testimone il fatto che la maggior parte di richieste di riconoscimento di cittadinanza iure sanguinis arrivano da persone i cui antenati sono emigrati quattro e più generazioni fa, tanto che la metà degli iscritti in questa anagrafe oggi è costituita in effetti da nati all’estero. Per quanto riguarda gli italiani emigrati più di recente, si tratta di un gruppo vitale e attivo in tutti i settori della vita economica e sociale, veri (e stimatissimi) rappresentanti della professionalità e cultura italiane”.
Proviamo a tracciare un profilo che ben rappresenti gli italiani che vivono lì? “Come accennavo, l’emigrazione più antica è chiaramente fusa con la società americana, con in più una riscoperta e un attaccamento alle origini dei propri progenitori. Per la nuova emigrazione parliamo di professionisti di ogni tipo e in ogni settore, di imprenditori e studenti, impegnati abitanti di due mondi, l’Italia e gli Stati Uniti”.
Lei come si trova a Filadelfia? “Sono alla fine del mio mandato, quel momento in cui si fanno i bilanci. Sono arrivata durante la pandemia ed è stato faticoso ma anche entusiasmante uscirne e riprendere le redini di molte attività che si erano perse. Direi che il bilancio è positivo, ma è naturale che l’Italia è il Paese che non cambierei per nulla al mondo”.
Il Consolato Generale d’Italia a Filadelfia ha un’area di competenza molto vasta che comprende Pennsylvania, Delaware, North Carolina, West Virginia, Maryland, Virginia e New Jersey. Immagino quanto sia complesso coordinare l’attività diplomatica su un territorio così grande. “È vero, in particolare per la diversità di queste aree, la loro vocazione economica, le loro espressioni nella vita politica e sociale degli Stati Uniti. Ma in tutti questi Stati ritroviamo quella comunità italiana così presente e attiva che ho sempre testimoniato in qualunque parte della circoscrizione mi sia trovata e che aiuta tantissimo il nostro lavoro. C’è da aggiungere che abbiamo (e abbiamo avuto) degli eccezionali Consoli Onorari che permettono una distribuzione efficiente dei servizi su tutto il territorio con un’abnegazione ammirevole. Sono molto grata a tutti e credo sia doveroso ricordare che il loro servizio è volontario e allo stesso tempo così essenziale”.
In generale, come definirebbe le relazioni diplomatiche fra Italia e Stati Uniti? “Senza arrogarmi competenze cui saprebbero meglio rispondere i colleghi a Washington, non credo di dire nulla di nuovo se invito a guardare tutti gli indicatori che testimoniano dell’eccellenza dei rapporti fra i due Paesi. Per quanto riguarda la sede di Filadelfia abbiamo avuto in quattro anni una crescita esponenziale delle domande di visto, di passaporti, di cittadinanza. Tutto questo non avverrebbe se non ci fosse vicinanza affettiva e comunanza di vedute fra le due comunità e, nel nostro ambito, siamo fieri di poter contribuire a questo risultato”.
Zurigo, Perth, Roma, Ney York sono le tappe principali della sua brillante carriera diplomatica. Qual è in assoluto il ricordo più bello? “Domanda troppo difficile! Ho ricordi bellissimi in tutte le sedi, momenti indimenticabili che hanno cementato la mia carriera, persone eccezionali che ho avuto la fortuna di incontrare, maratone negoziali per spuntarla su questioni in gioco. Ma ho sempre interpretato il mio ruolo come una funzionaria al servizio dello Stato, che gioisce per i successi dell’Italia e non per sé stessa. Come quando tornavo a casa con un 9 in greco e mia madre mi ricordava che avevo solo fatto il minimo del mio dovere”.
E il più brutto? “Il più brutto è un 31 dicembre sera in Australia quando mi precipitai in ufficio a seguito di un terribile incidente che aveva causato il decesso di un connazionale molto giovane. Con l’aiuto del Ministero e dei Carabinieri rintracciamo i famigliari cui prestare ogni assistenza in quella notte e nei giorni successivi. Per quanto siamo abituati a gestire professionalmente situazioni difficili, l’empatia non viene mai meno e il ricordo di quei momenti è doloroso”.
Nel 2021, durante la presidenza italiana del G20, lei è stata presidente del gruppo tematico sulla sicurezza alimentare, negoziando la Dichiarazione di Matera. Che esperienza è stata? “Semplicemente stupenda! Se dovessi scegliere, il multilaterale è certamente la mia arena preferita e non c’è nulla di più bello che rappresentare l’Italia in quei contesti. Ascoltare gli altri, negoziare, mediare e infine riuscire a mettere d’accordo Paesi con visioni e aspirazioni diverse in un documento unico che faccia fare passi avanti alla comunità internazionale nel suo insieme credo che alla fine sia il motivo per cui molti di noi scelgono questa carriera”.
So che lei è una grande appassionata di sport e che durante gli anni newyorchesi ha animato il gruppo di corsa della Rappresentanza Italiana che nel 2017 ha conquistato il secondo posto di categoria nella maratona relay indoor. Non male! “Grazie! È stata un’impresa di squadra, credo molto nel lavoro di gruppo per raggiungere un obiettivo, nella vita come nello sport. Curiosamente preferisco sport individuali, ma condividendoli col gruppo. Quest’anno abbiamo celebrato la prima giornata dello sport italiano nel mondo e, a Filadelfia, abbiamo naturalmente scelto la boxe, invitando la campionessa Gloria Peritore. Siamo salite insieme sulla scalinata di Rocky, uno dei simboli della città, in un evento di sport contro la violenza di genere: due temi questi che mi stanno molto a cuore. Del resto, io stessa mi dedico a questa disciplina da quando sono arrivata in città!”.
Prossime iniziative in programma? “Tantissime per il 2025! Cominciamo con il cambiare sede, il Consolato Generale si sposterà a febbraio in uffici nuovi in centro città, più funzionali e sicuri per tutti. Sarà anche l’occasione per annunciare tutte le iniziative dell’anno che, come sempre, abbracceranno Cultura, Economia, Cinema, Scienza e ogni altro settore d’interesse per la Comunità e per i nostri amici americani a Filadelfia; come si dice da queste parti: Stay tuned!”.
Intervista di Marco Finelli
Persona stimatissima, dall’animo gentile ed empatico, professionale ed umano.
E’ stato un vero piacre, oltre che un onore, poter collaborare con la Console lo scorso novembre, durante la IX Settimana della Cucina Italiana nel Mondo. Ha accolto il Progetto con entusiasmo ed interesse, supportando il Made in Italy dell’Abruzzo, in questa occasione particolare.
Infinitamente grata alla Console Mele per questa importante opportunità.