“Un’esperienza scioccante, che non avrei mai immaginato di provare perfino nel mio peggior incubo”: inizia così il racconto di Tatiana Orzhekhovskaya, abitante di Nikolaev, capoluogo e centro maggiore dell’Oblast’, città sul Mar Nero, sconvolta da venti giorni di assedio. Una vita tranquilla, un lavoro sicuro in una compagnia di assicurazione ucraina, la passione smodata per il calcio italiano: tutto ora sembra un lontanissimo ricordo per chi, suo malgrado, si trova a fare i conti con la guerra e non riesce nemmeno a pensare un futuro.
Tatiana, ti saresti mai aspettata tutto questo?
Сerto che no. Nessuno nella mia città si sarebbe mai minimamente immaginato di vivere l’esperienza di questi giorni. Posso descrivere le mie sensazioni attuali con una sola espressione, un solo aggettivo: sono scioccata.
Come vivete oggi a Nikolaev?
La situazione non è affatto semplice, come del resto in qualsiasi altra città in Ucraina ora. Siamo sotto assedio, proviamo a difenderci. Le autorità cittadine stanno cercando di mantenere l’ordine, informando sempre i residenti su quanto accade. Alcuni negozi sono aperti, soprattutto le farmacie, alcuni mezzi pubblici prestano una parte del servizio, ma tutto dipende dalla situazione che vive la città in base agli attacchi, tutti noi sappiamo che può cambiare lo scenario in qualsiasi momento.
Come era la vita lì prima che accadesse tutto questo?
La vita era calma, serena, non eravamo svegliati dal rombo dei missili, non sentivamo i suoni di una sirena, e soprattutto non avevamo paura di andare a letto. Le persone vivevano le proprie vite e le proprie preoccupazioni come tutti, semplicemente camminavano liberamente per le strade. Quanto stiamo vivendo qui in questi giorni non può essere descritto a parole, deve essere sperimentato… solo allora si può capire cosa significa avere un cielo “pacifico” sopra la propria testa.
C’erano avvisaglie che potesse scoppiare una guerra fra Ucraina e Russia?
Prima di questi tragici eventi, nessuno avrebbe mai potuto avere un’idea del genere, o solo ipotizzare lontanamente che questa guerra con la Russia potesse persino iniziare. Molti hanno parenti e amici in Russia, ditemi, come è possibile pensare qualcosa di così brutto legata a un Paese in cui vivono persone così vicine.
Vedevate mai militari in giro prima che scoppiasse la guerra?
Si, Nikolaev ha le sue unità militari, e quindi i soldati ci sono sempre stati in città, ma erano ben inseriti nella vita locale e nessuno faceva alcuna attenzione a loro, davvero.
Cosa temi di più per i prossimi giorni?
Temo che tutto questo incubo non finisca così, e possa trasformarsi in una tragedia ancora più grande per tutti.
Riuscite ad avere scorte di cibo e acqua? Le cronache, purtroppo, riportano anche casi di interruzione di elettricità…
Si, ci sono tante difficoltà, in quanto non è sempre possibile andare al supermercato o in farmacia per le medicine, soprattutto quando segnali di allarme avvisano che potrebbero esserci dei bombardamenti in città o nei dintorni. A volte, poi, troviamo i negozi chiusi. Ma, lo ammetto, la cosa spaventosa è che pianо piano inizi ad abituarti a queste condizioni e pensi che, d’ora in avanti, tutto questo sia normale, sia la tua nuova vita.
Come si vive nei rifugi?
Per quanto ne so io, i rifugi sono adatti e sicuri per tutte le persone che possono aspettare lì la fine dei bombardamenti.
Quanto spesso suona l’allarme antiaerea?
Quasi tutti i giorni, a orari diversi, magari al mattino presto, più volte al giorno, la sera e anche la notte, quindi bisogna stare sempre in guardia.
Come sta reagendo la cittadinanza a tutto questo?
I primi giorni, quando tutti erano molto spaventati, non avevamo neppure il tempo di pensare, e al primo suono di una sirena la gente andava nei rifugi. Anche adesso è tutto sommato così, ma molti si sono già adattati a queste condizioni di vita terribili, e magari decidono di non correre più, restare a casa, sapendo che è comunque molto pericoloso.
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Come immagini il futuro dell’Ucraina?
L’Ucraina ha sempre combattuto per il suo futuro e penso che ora questo sia solo il punto più difficile e di svolta in questo percorso. Il nostro futuro dipende da molti fattori, compreso l’esito di questi tragici eventi. Io mi auguro che, comunque, possa essere per tutti luminoso, che le persone possano sentirsi protette, libere, e a tutti gli effetti cittadini del proprio Paese.
Lasciamoci con questo bellissimo segnale di speranza e, perché no, una curiosità più leggera: è vero che fra i tuo hobbies c’è il calcio italiano?
Si amo la musica, e canto un po’. Mi piace molto viaggiare, ma le mie più grandi passioni sono l’Italia e il calcio, uno sport emozionante, appassionato e bello proprio come l’Italia, un paese di amore, bellezza e sole eterno. Amo molto l’Italia, e in Italia amano molto il calcio, quindi posso dire di essere diventata pian piano una grande tifosa, seguendo i campionati di serie A e serie B. Ho anche le mie due squadre preferite, la Roma e l’Ascoli. So che in questi giorni, da quando c’è la guerra, l’Italia aiuta e sostiene molto gli ucraini, e ho scoperto che l’Ascoli ha giocato l’ultima partita con la bandiera ucraina in bella vista sugli spalti. È stato molto emozionante e bello sapere che la mia squadra preferita sostiene l’Ucraina in questo momento difficile. Auguro loro grandi vittorie, anche se in questi giorni, purtroppo, non riuscirò a seguirli.
Grazie Tatiana, e in bocca al lupo.
Grazie a voi, crepi. Pensateci in questi giorni.