“Povera Italia ridotta a colonia, di disoccupazione fabbrica/Crociera turistica condotta da ruffiani/Non più patria di virtù, ma di prostituzione mediatica”. L’esplicita intestazione appartiene all’opera “Uomo libero” di Raffaele Gatta (Nulla die Edizioni, 2023 pp. 86 € 13.00) con la prefazione di Diego Fusaro.
Il libro affronta il declino della coscienza e l’inesorabile decadenza della società, immersa nella sorda e asettica superficialità, muove il sentimento della solitudine, argomenta i voraci e crudeli condizionamenti nelle scelte, riduce la struttura morale a una consapevole e disincantata intangibilità della libertà. Raffaele Gatta pone al centro della sua ricerca poetica il destino dell’uomo in relazione alla sua indipendente capacità di riflettere intorno alle opinioni e al contesto sociale e politico della vita, afferma la responsabilità della verità come la lineare conseguenza dell’equilibrio dell’intelligenza, alimenta la conquista culturale e la conoscenza dell’animo umano contro il subdolo e insidioso vincolo dell’imperativo di ogni principio carismatico.
I testi di Raffaele Gatta aggirano la cinica illusione dei valori e delle ideologie, dimostrano la critica efficace per difendere l’impegno politico e la meditazione dell’attualità storica, commentano l’isolamento dell’uomo in relazione alla possibilità di comprendere dialetticamente le correnti contrastanti della personalità, fondono il concetto fragile e instabile dell’uguaglianza con l’esempio dell’ambiguità democratica, legittimano il sentimento collettivo di ogni educativa rivendicazione. Il poeta conferma il desiderio di regolare attraverso le leggi dell’intelletto la percezione della realtà, nella sua immediatezza esegetica, insegue la ragione attiva di ogni divenire, propone la concezione del mondo osservando la corrispondenza di una fenomenologia che raggiunge l’universalità nell’intuizione dell’essenza. Esamina la sensazione disgregante e timorosa del carattere dell’uomo, l’espressione speculativa dell’identità, la disarmante alienazione, il tradimento di ogni artificiosa necessità che trasfigura l’anima dell’uomo in mercanzia.
“Uomo libero” illumina la dottrina del pensiero, risponde puntualmente all’accostamento contemporaneo introspettivo delle suggestioni ingannevoli, rispecchia compiutamente la finalità matura delle riflessioni nel percorso esistenziale e intellettuale, identifica la consapevolezza della perdita dell’umanità con l’oscurità compromessa del comportamento pubblico. Raffaele Gatta ascolta la persuasione occulta del silenzio, assiste al disorientamento delle voci, sentenzia la nullità in ogni sistema di devastazione etica nel distacco imperturbabile dell’universo politico, distingue la scrittura interpretativa della coscienza naturale e l’intento di estendere la volontà del cambiamento nella consistenza sensibile della parola, l’impegno del linguaggio nella riflessione filosofica. Accoglie la sottile e acuta tonalità del presentimento attraverso il passaggio di un malessere invisibile ma evidente nella fibra ontologica dei versi, spiega la rappresentanza del consenso, traghettando tra ragione e suggestione, il materialismo spirituale. Decifra la morente e sconcertante condizione dell’individualità come deriva nichilista sull’instabilità, riconosce il depistaggio delle false solidarietà, insegue la direzione illuminante dell’equilibrio nella trascendenza poetica dell’essere.
Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti”