“Una storia di carta. Vita di un editore” di Cesare Verlucca (Hever Edizioni, 2017) celebra con raffinata e colta discrezione la vita dell’editore Cesare Verlucca, conferma la generosità nel divulgare l’arte della narrazione in tutte le sue sfumature, grazie alla talentuosa curiosità intellettuale di un uomo che ha partecipato con grande vitalità e spirito di libertà alla pubblicazione di tanti, originali libri.
Cesare Verlucca compie il suo itinerario biografico partendo dall’inizio, rivive struggenti episodi immersi nella lieve e delicata nostalgia di chi ha saputo coltivare i propri sogni e difendere le proprie ispirazioni, rievoca insoliti e originali avvenimenti descritti con una magistrale e fluida padronanza delle proprie origini, promuove il coraggioso detto proverbiale di non arrendersi mai e darsi per vinto a misura e metro di tutte le cose nella vita.
Il cammino di Cesare Verlucca si snoda attraverso destinazioni romantiche e sentimentali, incrocia sempre il desiderio di inseguire un nuovo stimolo da raggiungere per continuare a coltivare la passione e lo slancio verso ogni nuova possibilità. Il libro sottolinea l’ebbrezza coinvolgente di Cesare, delinea il destino intrigante di un vissuto, carico di sorprendenti incontri e imprevedibili relazioni, riassume la luminosa fiducia delle numerose attività, nella progressione della sensibile cronologia della memoria, nella destinazione magica di ogni luogo dell’anima in cui si congiungono determinazione, tenacia e risolutezza.
L’autore illustra il lungimirante manifesto di una brillante e profetica responsabilità nella volontà di volere e di agire all’interno di ogni obiettivo, con la valorosa consapevolezza che ogni viaggio comincia con il primo passo.
Cesare Verlucca è l’emblema creativo di una personalità preziosa, raccolta tra le pagine vibranti, intense e commoventi, ritrae il magnifico e autentico ritratto attraverso la rifinitura descrittiva della propria vivacità, è maestro efficace dell’espressività. Consegna al libro la suadente ed entusiasmante cronaca emotiva, espone un resoconto dettagliato delle vicissitudini umane con la trascinante e carismatica potenza delle parole, inclinate lungo gli argini incantevoli della ricordanza. Cesare Verlucca attraversa, nel suo memorabile racconto, la disperazione della mancanza, i presentimenti delle difficoltà, conosce profondi dolori e brucianti sofferenze, trattiene la malinconia del rimpianto, presenta il dono di una natura indelebile, diventa un punto di riferimento riconoscibile nella permanenza della propria attivissima disponibilità a comprendere il valore dell’umanità, ad arricchire il catalogo delle emozioni, a incoraggiare l’aspirazione a muovere l’attenzione verso il futuro, sempre, oltrepassando l’inquietudine dell’incertezza.
Un libro avvincente, interessante, invitante per il lettore che si fa complice con lo scrittore ammaliatore. L’autore decanta il ritmo elegiaco dei ricordi, il profumo rapito del tempo interiore, abita la residenza fedele degli affetti, rivela le sollecitazioni dell’esistenza, premiata dai folgoranti insegnamenti di Adriano Olivetti, dai sagaci aneddoti personali, dall’indiscutibile fascinazione delle esperienze. Richiama una natura divertente e ironica, rimaneggia il patrimonio universale della saggezza con la spigliata e splendida condotta linguistica. La piacevolezza di leggere Cesare Verlucca non ha età (ho la fortuna e il privilegio di coltivare un sincero scambio epistolare con lui) perché è sempre il miglior modo di brindare alla vita.
Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti”