Nella splendida cornice della Sala Accademica del Conservatorio di Santa Cecilia, a Roma, ieri sera è andato in scena il concerto “Dalla Repubblica di Moldova all’Italia: un ponte per la pace”. Fortemente voluto dall’Ambasciata del Paese candidato a entrare nell’Unione Europea, l’evento, come ha avuto modo di spiegare nel suo discorso di apertura l’Ambasciatore S.E. Anatolie Urecheanu, ha rappresentato un’occasione non solo per ribadire il legame storico fra Moldova e Italia e l’importanza delle relazioni diplomatiche fra i due Paesi, ma anche per riflettere sull’importanza della pace a livello internazionale, in un momento storico molto complesso, che ha visto peraltro la Repubblica di Moldova distinguersi nell’accoglienza dei profughi in fuga dal conflitto in Ucraina.
In una sala gremitissima, in cui spiccava la presenza di numerosi diplomatici, fra cui l’Ambasciatore ucraino Yaroslav Melnyk, e l’Ambasciatrice di Romania Gabriela Dancau, non sono mancati momenti molto suggestivi, sulle note dei solisti Natalia Roman (soprano), Diana Lupascu (violino), Constantin Beschieru (violino) e Andrei Harabagiu (viola), accompagnati dalla Mitteleurope Chamber Orchestra.
Particolarmente toccante l’esecuzione del Valzer “Fiara mea blanda si gingasa” del compositore moldavo Doga (dichiarato dall’Unesco capolavoro musicale del XX secolo), magnificamente interpretato dalla soprano Natalia Roman, che ha chiuso il concerto fra gli scroscianti applausi del pubblico in piedi, omaggi floreali ai musicisti e richieste di bis.
“La musica è il linguaggio universale dell’umanità” si leggeva sul programma dell’evento, ed è proprio questo il messaggio unito a una speranza di pace che ha voluto dare l’Ambasciata di Moldova a Roma, in una serata riuscitissima e molto partecipata, con un parterre di assoluto valore, anche grazie all’impeccabile lavoro dei consoli onorari Roberto Galanti, Alessandro Signorini, Domenico De Candia e Carlo Caruzzo, molto attivi nel promuovere la Repubblica di Moldova in Italia.