“Il conflitto russo-ucraino oltre che cambiare la geografia, in termini di ridefinizione dei confini con annesso squilibrio militare, sta producendo una crisi economica globale che durerà anni”: la Senatrice Marinella Pacifico, membro della Commissione Affari esteri ed emigrazione di Palazzo Madama, nonchè Segretaria del Comitato parlamentare Schengen, Europol e immigrazione, non nasconde la sua preoccupazione per i tempi che verranno.
Senatrice, quali le possibili ripercussioni per il nostro Paese?
L’Italia è uno dei Paesi più esposti e ne risentirà per anni. L’esposizione di alcune banche con la Russia è inevitabilmente un fattore di rischio. Così come saranno penalizzati i gruppi economici e di commercio che nel decennio passato avevano creduto e investito nel mercato russo.
Può la strada della diplomazia ancora essere percorsa? Quali frutti può dare?
La diplomazia e l’unica strada che possiamo ancora percorrere. La definirei la più nobile delle arti della politica, di cui l’Italia negli anni passati ha dato saggio di bravura. Tradizionalmente non si intrecciava mai con il dicastero della Difesa e per questo era stimata nel mondo. La diplomazia deve essere percorsa facendo attenzione anche alla sfumatura di chi la interpreta, perché in diplomazia anche i particolari sono sostanza. Potrei citare infiniti episodi per confutare ciò che sto dicendo. Temo tuttavia che in questa fase l’Italia non possa esercitare una politica estera propria, per vari fattori riconducibili alla mancanza di quegli elementi succitati. Vede, noi siamo un Paese che negli anni ’80 in Libano, dilaniato da una guerra per procura da parte di molti Paesi con decine di fazioni in lotta e centinaia di attacchi a tutti gli eserciti presenti sul posto non ha riportato alcun attacco al nostro contingente militare, l’unico a non essere stato mai sfiorato. Questa era la nostra politica estera.
L’Europa, ora, si trova a fare i conti con il dramma dei profughi…
Certamente l’Italia è un Paese solidale e ancora una volta mostriamo la nostra faccia migliore. Siamo di fronte a numeri spaventosi. Secondo stime dell’ONU si potrebbe arrivare a 7 o 8 milioni di profughi, donne e bambini che necessitano di cure aggiuntive. Il numero previsto per l’Italia dovrebbe aggirarsi sulle 700 mila persone. Un numero che richiederà molti sacrifici per il nostro Paese, ma che siamo ben disposti a sopportare.
Che ruolo reciterà il nostro Paese negli aiuti?
L’accoglienza è nella nostra cultura. L’Italia si sta organizzando. Le Prefetture hanno dato disposizioni su come ricevere le famiglie che scappano dalla guerra. Un esempio per tutti è quello del sindaco di Venezia e presidente di Coraggio Italia, che ha ospitato nella sua casa due famiglie con tre bambini.
Gas: l’Italia sembra alla ricerca di fonti di approvvigionamento diversificate…
Partiamo con molto ritardo. È naturale che in un mercato così performante, quale quello dell’energia, non avere risorse disponibili ci espone ad accettare i prezzi che il mercato offre. Se vediamo le oscillazioni al rialzo nel mercato del gas di Amsterdam, comprendiamo che il Paese sarà oggetto di speculazione. Diventa difficile calmierare i prezzi sotto la pressione di un Paese che ci rifornisce per quasi la metà del fabbisogno energetico. Va bene l’approvvigionamento diversificato, ma sia chiaro che per avere autonomia ormai ci vorranno anni. Nel frattempo lo cerchiamo sul mercato con le incognite delle speculazioni.
Lei è Presidente della Sezione bilaterale di Amicizia Italia-Tunisia. Quali le attività in programma?
Ho svolto diverse missioni in Tunisia ed altre ne ho in programma. Il presidente Saied mi ha invitata a Tunisi e andrò con molto piacere. La Tunisia sta affrontando un periodo delicato di crisi economica e finanziaria, aggravata dalla emergenza COVID, durante il quale la politica si sta riorganizzando con una serie di riforme sia nel campo costituzionale che istituzionale, ma soprattutto in quello giudiziario. Tutto questo lavoro, che sta coinvolgendo anche i cittadini e i gruppi di interesse, terminerà con libere elezioni alla fine di quest’anno. In virtù della mia funzione, sono intervenuta sulla questione dell’invio illegale dei rifiuti dalla Campania in Tunisia. Una situazione risolta sotto l’aspetto diplomatico tra Farnesina e Tunisi attraverso il suo Relatore Generale alle Dispute di Stato, Mohamed Belrhoma, con il rientro in Italia dei rifiuti e il pagamento del deposito degli stessi nel porto di Sousse per i 700 giorni di permanenza. Di certo in Italia ci aspettiamo risvolti giudiziari. Un progetto di notevole importanza riguarda la cooperazione industriale di sostenibilità energetica con sviluppo di soluzioni smart grid e di integrazione di energie rinnovabili. Un accordo internazionale che parte dallo scambio di energia elettrica attraverso un cavo sottomarino tra Italia e Tunisia, con finanziamento UE e privato dei contraenti Steg e Terna.
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