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Truffe online:  Federcontribuenti, sui social falsi test con abbonamenti nascosti

Redazione by Redazione
1 Dicembre 2025
in Curiosità
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Truffe online:  Federcontribuenti, sui social falsi test con abbonamenti nascosti
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Federcontribuenti lancia un nuovo allarme su una truffa che si sta diffondendo rapidamente sui social network, soprattutto su Facebook e Instagram, e che sfrutta la curiosità degli utenti con finti test di intelligenza, quiz matematici o valutazioni della personalità presentati come prodotti di autorevoli centri di ricerca. Dietro la promessa di un risultato “scientifico” o di un attestato personalizzato, si nasconde invece un sistema studiato per attivare abbonamenti nascosti e addebiti automatici. Il meccanismo è semplice ma molto efficace. Dopo aver completato il test, all’utente viene chiesto un pagamento minimo per ottenere il risultato finale. È proprio quel clic apparentemente innocuo a far scattare l’inganno: nei Termini e Condizioni, poco visibili e scritti in caratteri minuscoli, si nasconde l’attivazione di un abbonamento ricorrente dal costo ben più elevato, che può arrivare fino a 60 euro al mese o addirittura alla settimana. Le segnalazioni ricevute mostrano un fenomeno ormai capillare, che colpisce soprattutto chi utilizza pagamenti digitali veloci. Il rischio aumenta ulteriormente per chi ha attivato sistemi come Apple Pay, Google Pay o Samsung Pay. Una volta effettuato il micro-pagamento iniziale, gli addebiti successivi vengono registrati automaticamente, anche per servizi mai richiesti e talvolta relativi a contenuti per adulti. Nessuna ulteriore conferma, nessun avviso: il denaro viene prelevato finché l’utente non si accorge della trappola e blocca la carta. Federcontribuenti invita quindi a non cliccare mai, nemmeno per il test gratuito, e soprattutto a non accettare certificati o attestati finali: è in quel momento che si convalida l’adesione all’abbonamento occulto. Chi si accorge di addebiti sospetti deve bloccare immediatamente la carta e informare la propria banca, chiedendo l’apertura della procedura di disconoscimento degli addebiti. La rapidità è essenziale per limitare i danni. L’associazione chiede infine la massima diffusione dell’allerta: solo una corretta informazione può impedire che sempre più utenti cadano in una trappola digitale costruita su misura per colpire i più distratti.

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