Una passione smisurata per i libri, soprattutto per quelli scritti dai diplomatici, la promozione della cultura italiana all’estero vissuta come una vera e propria missione, una forte attitudine ad insegnare ai giovani quello che per lui è il lavoro più bello del mondo: Stefano Baldi, diplomatico di carriera dal 1989, è oggi Rappresentante Permanente d’Italia presso l’OSCE a Vienna.
Umbro di Città della Pieve, già Ambasciatore d’Italia in Bulgaria dal 2016 al 2020 e Responsabile della formazione della Farnesina, fra i tanti incarichi ricoperti si segnalano quelli di Capo dell’Unità per la Cooperazione scientifica e tecnologica della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese e di Capo dell’Ufficio Statistica della Farnesina. Nel corso di una lunga e onorata carriera ha prestato servizio presso le più importanti Rappresentanze multilaterali, come quella Permanente d’Italia presso l’Unione Europea a Bruxelles e quella presso l’O.N.U., sia a Ginevra che a New York, affiancando da sempre il servizio diplomatico con una assidua attività accademica in molte Università italiane, tenendo seminari e corsi di affari internazionali, in particolare di diplomazia multilaterale.
Le sue ricerche più recenti si concentrano sul management per i diplomatici, sui social media per gli affari internazionali e su vari aspetti legati alla memoria diplomatica. Curatore di oltre 30 libri, il suo sito web “La penna del diplomatico” è divenuto negli anni un punto di riferimento per gli addetti ai lavori, con oltre 1400 volumi censiti.
Ambasciatore, nei giorni scorsi, con una lodevole iniziativa, la Rappresentanza Permanente d’Italia presso Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa ha pubblicato un volume a carattere divulgativo, in inglese, intitolato “Inside the OSCE”, che spiega in modo chiaro ed accurato il funzionamento e le attività dell’Organizzazione.
“Da quando sono in servizio a Vienna e mi occupo di OSCE, ho dovuto spesso spiegare cos’è l’OSCE e cosa fa. Ed altrettanto spesso mi sono trovato a dover spiegare la differenza fra l’OSCE e l’OCSE (che ha sede a Parigi) che a causa dell’assonanza degli acronimi vengono confuse. Da qui il desiderio, con gli altri miei collaboratori in Rappresentanza, di realizzare una o più pubblicazioni di facile accesso per illustrare l’Organizzazione e le sue attività. In realtà prima di questo volume in inglese, abbiamo pubblicato un libro dal titolo “L’Italia nell’OSCE” che contiene molte informazioni sul nostro ruolo e il nostro impegno nei vari settori in cui ha competenza l’Organizzazione. Credo che sia molto importante curare anche l’aspetto divulgativo di quella che è la nostra azione diplomatica per far capire meglio la complessità e l’importanza delle relazioni internazionali. Per questo motivo abbiamo deciso di rendere liberamente disponibile i volumi online nella loro versione digitale (ndr https://diplosor.wordpress.com/collana-di-libri )”.
Grande il suo impegno volto a divulgare la cultura Italiana oltre confine. Ricordiamo ad esempio la mostra di pannelli dedicata al pittore rinascimentale Pietro Vannucci, detto “Il Perugino”, che sta facendo il giro del mondo.
“Quando si ha la fortuna e la responsabilità di rappresentare un Paese così ricco di cultura e tradizioni è quasi obbligatorio diffondere e promuovere il nostro patrimonio. C’è solo l’imbarazzo della scelta fra musica, arte, design, letteratura, cinema e tanto altro. Ho sempre trovato la “diplomazia culturale” come uno degli aspetti più affascinanti e potenti del nostro lavoro, grazie al quale possiamo dar fondo alla nostra creatività. La mostra di pannelli che ho realizzato in occasione dei cinquecento anni dalla morte del “Perugino” è un buon esempio in cui sono riuscito a conciliare il mio lavoro, con i miei interessi e con le mie origini (visto che sono nato a Città della Pieve, città natale del “Perugino”). Sono molto contento che la mostra sia stata ben accolta da molti colleghi Ambasciatori e dai direttori di Istituti italiani di cultura. Ciò ha permesso di esporla già in 12 Paesi, in 4 continenti, ed altri allestimenti sono programmati prima della fine dell’anno. Ammetto una leggera punta di orgoglio per aver portato il “Perugino” nel mondo! (ndr https://perugino500.wordpress.com/ )”.
E, restando sulla stretta attualità, ricordiamo anche la sua iniziativa di realizzare un video dedicato ad una ventina di Ambasciate quale contributo alla conoscenza di piccoli tesori, poco noti, che l’Italia possiede all’estero.
“Le Ambasciate e le residenze degli Ambasciatori d’Italia all’estero sono dei tesori spesso poco conosciuti in Italia, ma molto apprezzati all’estero. Palazzi storici di particolare rilevanza che appartengono al demanio italiano e che costituiscono la migliore carta da visita per un Paese come il nostro. Alcuni Ambasciatori hanno pubblicato libri per valorizzare tale patrimonio. Sono oltre cinquanta le nostre sedi diplomatiche nel mondo per le quali sono stati realizzati volumi monografici, ed in alcuni casi anche più di uno (ndr http://baldi.diplomacy.edu/diplo/booksres.htm ). Chi si è più impegnato in questo complesso compito è sicuramente l’Ambasciatore Gaetano Cortese che ha creato una collana di libri dedicati alle Ambasciate e che ha curato fino ad oggi oltre 40 volumi, considerando numerose traduzioni in lingua locale. A lui va il plauso per tutte le ricerche e per il successo di questo progetto editoriale. Io mi sono semplicemente limitato a realizzare un video basato sui suoi volumi … (ndr https://diplosor.wordpress.com/mostra-ambasciate/ )”.
Scrittore e diplomatico. A quale carriera è legato di più Stefano Baldi e per quale motivo?
“Io sono innanzitutto un diplomatico. Una scelta di professione (o come viene definita da alcuni di “missione”) e di vita che ho fatto tanti anni fa e che, oltre a darmi molte soddisfazioni, mi ha permesso di rappresentare il mio Paese e farlo conoscere ed apprezzare. Lo considero un privilegio oltre che una sfida continua. Ancora oggi fatico a pensare un lavoro che mi sarebbe piaciuto di più. Quella dello scrittore è un’attività accidentale o collaterale, anche se reiterata nel tempo. Io ho pubblicato saggi, spesso legati al mio lavoro, sempre connessi alle mie passioni ed ai miei interessi. Per me scrivere rimane un’occasione per condividere con gli altri ciò che ho imparato e, allo stesso tempo, un modo per soddisfare la mia curiosità attraverso le ricerche e gli approfondimenti che lo scrivere impone”.
Scrittura e Diplomazia si uniscono in ogni caso in un connubio perfetto nel suo sito, molto conosciuto fra gli addetti ai lavori, dal titolo suggestivo: “La penna del diplomatico”.
“Il progetto “La penna del diplomatico” è nato oltre venti anni fa insieme all’Ambasciatore Pasquale Baldocci che purtroppo è venuto a mancare pochi giorni fa. Nasce dalla semplice, ma affascinante idea di catalogare e di far conoscere i libri scritti da diplomatici italiani. All’inizio della nostra ricerca erano poche centinaia. Oggi sono oltre 1400…. È stata una progressiva presa di coscienza della rilevanza e della varietà di questa nicchia di scrittori. Oggi il progetto si è molto allargato anche ad altri aspetti della pubblicistica diplomatica, fra cui i libri relativi alla nostra Ambasciate all’estero di cui abbiamo già parlato, o le interviste agli autori in occasione dell’uscita dei libri. Poiché da sempre ritengo che la condivisione delle ricerche sia un elemento imprescindibile delle stesse, tutto il materiale relativo al progetto è disponibile su un sito dedicato che nel tempo si è notevolmente arricchito e costituisce ormai un punto di riferimento per chi effettua studi sui diplomatici italiani (ndr https://baldi.diplomacy.edu/diplo)”.
Qual è il suo ricordo più bello da Diplomatico?
“Scegliere un solo ricordo in quasi trentacinque anni di carriera è un’impresa impossibile perché fortunatamente di momenti significativi sul piano professionale e su quello personale ce ne sono stati tanti. Un ricordo particolare è quello del periodo trascorso come primo capo dell’Ufficio di statistica del Ministero degli Affari esteri dal 2000 al 2002. Potrebbe sembrare un incarico che esula dalle attività strettamente legate alla diplomazia, ma per me è stata l’occasione per ideare e creare l’Annuario statistico del Ministero, una pubblicazione in cui sono raccolti tutti i dati e le statistiche relativi alla struttura e alle funzioni del Ministero. Dopo oltre venti anni l’Annuario continua ad essere realizzato (è disponibile sul sito ufficiale del Ministero) e sono disponibili ormai serie storiche di dati ventennali, basati sulla mia impostazione iniziale della pubblicazione. Si tratta di un patrimonio importante – sia per l’analisi interna, sia per la trasparenza dell’operato dell’Amministrazione – di cui oggi si ha maggiore consapevolezza che non venti anni fa. Mi fa sempre piacere pensare che ho dato un mio piccolo contributo alla creazione di uno strumento utile ed apprezzato”.
E da scrittore?
“Come ho detto mi sento più un ricercatore che pubblica saggi che non uno scrittore vero e proprio. Le mie ricerche sono spesso legate alle varie competenze acquisite nel corso della carriera. Uno dei volumi più particolari che ho realizzato e a cui tengo molto è quello intitolato “Manuale di management per diplomatici. Come attrezzarsi” scritto a quattro mani nel 2016 con il mio amico, purtroppo scomparso, Eduardo Gelbstein. Fu un tentativo di colmare una lacuna nella formazione dei diplomatici che oltre ad essere degli attori di politica internazionale devono anche essere dei buoni dirigenti pubblici a capo di strutture più o meno complesse come Ambasciate e Consolati. Questo libro, come la maggior parte delle mie pubblicazioni, è disponibile gratuitamente in versione digitale sul mio sito personale (ndr https://baldi.diplomacy.edu) e spero che possa essere utile anche in un ambito più ampio di quello diplomatico a cui è in primo luogo destinato”.
Chiuderei questa intervista, se è d’accordo, con qualche consiglio di lettura…
“La prima tentazione sarebbe quella di selezionare alcuni titoli tra quelli scritti da diplomatici, visto il mio ruolo di “divulgatore” in questo campo. Ma preferisco resistere a questa tentazione perché finirei inevitabilmente per non poter rendere merito a tanti autori e a tanti titoli che ritengo siano di grande interesse. Per chi è curioso in tal senso può sempre consultare il blog, sempre dedicato ai diplomatici scrittori, che aggiorno con le nuove uscite (ndr https://diplosor.wordpress.com ). Invece utilizzo questa opportunità per condividere un’abitudine che mi accompagna da molto tempo, vale a dire il ricorso agli audiolibri (senza per questo tralasciare la lettura dei libri cartacei). È un’esperienza che consiglio, soprattutto se accompagnata ad una bella e sana passeggiata. Per chi volesse iniziare consiglio la bella serie di audiolibri di George Simenon letti dal bravissimo Giuseppe Battiston. Scoprirete un nuovo modo di apprezzare alcuni romanzi che rappresentano la storia del giallo e vi regalerete qualche piacevole ora di intelligente distrazione”.
Bravissimo, chapeau! Condivido la passione per Simenon.
Bellissima fotografia di un ‘vero’ , sincero e appassionato rappresentante della nostra Diplomazia, con la D maiuscola. Uomo e instancabile pensatore, ‘architetto’ di 1000 e una proposta per il bene di tutti, a partire dal
suo amato Paese. Esempio raro e unico !
E io mi sento onorato della sua amicizia.