“Ritengo che il conferimento di questo Premio rappresenti un simbolo di apprezzamento, da parte della Sua Accademia, del lavoro svolto dal Parlamento europeo. Allo stesso tempo esso costituisce un incentivo a continuare i nostri sforzi e il nostro impegno a favore della pace”: è quanto scrive Roberta Metsola in una lettera inviata a Sante De Angelis, recapitata con sorpresa qualche giorno fa. Un attestato di stima importante, a coronamento di anni di profonda dedizione a una causa della quale il Rettore Presidente dell’Accademia Bonificiana ha fatto una ragione di vita: promuovere il ricordo e la dottrina del Pontefice Bonifacio VIII, assieme all’ideale più alto di Pace nel mondo.
David Sassoli, Antonio Tajani, Romano Prodi, Rita Levi Montalcini, Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi sono solo alcuni dei nomi illustri ad aver ricevuto prima dell’attuale Presidente del Parlamento Europeo l’ambito riconoscimento, in una lista lunghissima, nella quale spicca il nome di San Giovanni Paolo II.
Grande Ufficiale, professore, giornalista e postulatore delle Cause dei Santi in Vaticano, Sante De Angelis, in qualità di fondatore e Rettore dell’Accademia Bonifaciana di Anagni, nonché Presidente del Premio Internazionale Bonifacio VIII “per una cultura della Pace”, accetta volentieri il nostro invito a ripercorrere le principali tappe di una storia straordinaria, partendo proprio dall’ultima.
Presidente, l’Accademia Bonifaciana ha conferito al Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola il Premio Bonifacio VIII, riconoscimento che ha come scopo fondamentale quello di promuovere i valori della pace e della convivenza tra i popoli. “Quell’istante che abbiamo vissuto a Roma, lo scorso 24 febbraio, ha rappresentato un momento importante nella costruzione delle coscienze e nella consapevolezza del binomio tra Europa e i valori fondanti della Pace, della Democrazia e della Solidarietà. È stato senz’altro un momento alto e indimenticabile per tutti i partecipanti. È stato per l’Accademia Bonifaciana, un grande onore poter essere stati inseriti ed inclusi nel quadro dell’impegno della Presidente per la campagna istituzionale rivolta ai cittadini per il voto alle Elezioni Europee di sabato 8 e domenica 9 giugno 2024, e nella felice e unica circostanza in cui dialogherà con i rappresentanti dei giovani in Italia e gli studenti presenti presso lo spazio Europa “David Sassoli” dove, da parte della Metsola, è emerso un messaggio di speranza e di fiducia nell’Europa, contro le paure che spingono a un ritorno alle logiche nazionali e allo scetticismo prodotto dal difficile momento economico. L’Europa rappresenta un’importante occasione per i giovani e noi ci sentiamo a pieno titolo cittadini europei. Si è levato anche da parte della nostra Accademia un messaggio di speranza e di fiducia nell’Europa, con la richiesta ai politici di aiutare i giovani a crescere in questa loro convinzione, creando collegamenti e favorendo la partecipazione delle associazioni giovanili ai processi decisionali, perché le loro speranze bussano con sempre maggiore urgenza alla porta dell’Europa politica e chiedono risposte che non tradiscano l’idea di pace e protezione sociale che sta nel nostro e loro Dna.
Base di tutto, è migliorare la qualità e l’efficacia dell’istruzione e della formazione, favorire creatività, innovazione, spirito imprenditoriale e offrire a tutti i giovani europei le stesse opportunità di istruzione e formazione. La nostra ultima “insignita” è la più giovane Presidente della storia del Parlamento europeo, eletta con un’ampia maggioranza di 458 voti, è la 17esima Presidente dal 1979, da quando cioè esiste il voto diretto dell’Eurocamera, ed è la terza donna a ricoprire questa carica dopo Simone Veil e Nicole Fontaine. Attiva in politica fin da giovane, è stata membro della formazione giovanile del Partito Nazionalista, un partito di centro-destra di impostazione europeista e membro del Partito popolare europeo ed è associato all’Unione Democratica Internazionale, di cui è stata anche Segretaria generale. Il 12 novembre 2020 venne eletta prima Vicepresidente vicaria del Parlamento europeo, per poi subentrare l’11 gennaio 2022 come Presidente del Parlamento europeo ad interim dopo la scomparsa di David Sassoli. Metsola ha quasi sempre votato in linea con le indicazioni del suo gruppo, sostenendo le posizioni del Ppe in più del 90% delle volte nell’attuale legislatura. Da Eurodeputata maltese della commissione Libertà Civili ha lavorato sul dossier immigrazione e sul report contro l’omofobia e le discriminazioni di genere. Ma non ha mai appoggiato i testi che sostengono l’interruzione di gravidanza «un diritto umano», infatti, lei, è nota per le sue posizioni anti-abortiste (Malta è l’unico Paese dove l’aborto è ancora illegale), si è anche distinta in temi delicati e sui diritti civili, lavorando su una serie di questioni, dalla migrazione alla corruzione, fino ai diritti delle minoranze identitarie. Nel saluto che avevo predisposto per la cerimonia, ringraziavo infatti la Presidente per le sue battaglie politiche ed ideologiche, in particolare per la sua difesa della vita, perché il diritto alla vita – come dice papa Francesco – è il primo dei diritti umani. Abortire equivale a uccidere chi non ha modo di difendersi. Questa è stata la motivazione principale, oltre per il suo attuale ruolo Istituzionale, per la quale abbiamo voluto attribuirgli il nostro massimo riconoscimento, da me proposta e poi approvata dal Comitato Scientifico presente con una degna rappresentanza e dal nostro Eccellentissimo professor Mons. Enrico dal Covolo, Presidente dello stesso Comitato, con Mons. Manuel Del Rio Carrasco, Presidente della Giuria del Premio”.
Com’è nata l’idea di istituire questo Premio? “Il Premio Bonifacio VIII è nato in occasione del settimo centenario dello “schiaffo di Anagni” e della morte del Pontefice Benedetto Cajetani, (1303 – 2003), in contemporanea, quindi, con la fondazione dell’Accademia Bonifaciana stessa, che per ricordare questo avvenimento storico, ha ideato questo “conferimento” unico nel suo genere, perché tiene in considerazione la perdonanza bonifaciana e l’attuale periodo che stiamo vivendo, dove la Pace in alcuni punti del mondo è ancora un’ utopia. È un evento dedicato al nostro Papa Bonifacio, che, con la creazione del primo Giubileo della storia della Cristianità, ha consegnato all’umanità un’importante occasione di riflessione spirituale e di perdono. Per questo ci sentiamo di dare rilievo e valore ad una cultura che sia sempre rivolta alla Pace, tanto è vero che l’1 ottobre 2003 il Premio fu consegnato, dal sottoscritto, accompagnato dall’Autore della scultura, sopra tutti al nostro San Giovanni Paolo II, Pontefice, di venerata memoria, artefice e araldo della Pace nel mondo, nonché tra l’altro, già cittadino Onorario di Anagni dal 31 agosto 1986. Realizzando tale proposito, infatti, è sembrata piacevole anche la coincidenza con l’indizione da parte dell’attuale Pontefice Francesco, del Giubileo straordinario della Misericordia, nel 2015, onorando il Papa del Primo Giubileo, il quale volle annunciare ed aprire l’Anno Santo del 1300 per la pacificazione tra gli uomini in un periodo tanto irrequieto, come tali sono state e sono le intenzioni di Papa Bergoglio nel celebrare questa ricorrenza e quella del prossimo Giubileo del 2025 “Peregrinantes in Spem”.
Tra gli insigniti ricordiamo il compianto On. David Sassoli e l’attuale Ministro degli Esteri On. Antonio Tajani. “Si esatto, oltre ai due già Presidenti del Parlamento Europeo citati nella domanda, mi piace giustamente aggiungere anche l’altro loro collega, il polacco Jerzy Karol Buzek e il già Presidente della Commissione Europea professor Romano Prodi. Molto vivo però è il ricordo che abbiamo noi tutti della premiazione fatta a David Maria Sassoli, nel luglio 2021 ad Anagni, dove ebbe a dire tra l’altro: “…è un grande onore essere qui con voi oggi, in questo luogo così ricco di storia, cultura e spiritualità. In questa città, che nel medioevo è stata baricentro delle rivalità tra Papato e Impero, si sono scritte pagine fondamentali per la nostra storia europea. Oltre ad aver dato i natali a ben quattro Pontefici, Anagni – ha detto Sassoli – è stata a lungo residenza e sede papale e, soprattutto, luogo di nascita di Bonifacio VIII, da molti definito come l’ultimo grande Papa medievale, uomo di ingegno, di diritto e di grandi ambizioni politiche, a cui si deve, ad esempio, l’istituzione del Primo Giubileo universale della Chiesa cattolica e la fondazione, nel 1303, dell’Università “La Sapienza” di Roma, tutt’oggi uno degli atenei più importanti d’Europa. Ricevere questo riconoscimento (il Premio Bonifacio VIII), oggi, nell’anno in cui ricorrono i 700 anni dalla morte di Dante, assume un valore ancora più importante perché il sogno del Sommo Poeta, che ha vissuto una Firenze dilaniata da lotte intestine e rivalità politiche, era quello di vedere un’Europa unita, “universale”, ma anche “particolare”, dove la Croce e l’Aquila, ovvero i simboli del Papato e dell’Imperatore rimanessero legati al tempo e allo spazio”.
La premiazione dei Presidenti Buzek e Tajani, avvenne in modo ufficiale, invece, a Bruxelles nella sede del Parlamento Europeo. L’Onorevole Tajani, nello stesso anno che ricevette il Premio, in occasione della sessione autunnale, partecipò ed intervenne ad Anagni alla consegna dei vari conferimenti, ed in particolare a quella del dottor Gianni Letta, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ma in ventidue edizioni, il palco del “Bonifacio” ha visto alternarsi a ritirare il premio anche eminenti personaggi della Chiesa, tra cui possiamo ricordare gli Eminentissimi Cardinali Josè Saraiva Martins, Jorge Mejia, Andrzej Maria Deskur, Jean-Louis Tauran, Zenon Grocholewski, Renato Raffaele Martino, Javier Lozano Barragan, Paul Poupard, Achille Silvestrini, Jorge Medina Estevez, Crescenzio Sepe, Angelo Comastri, Angelo Scola, Walter Kasper, Giovanni Lajolo, Julian Herranz Casado, William J. Levada, Francesco Marchisano, Walter Brundmuller, Raymond Leo Burke, Velasio De Paolis, Paolo Sardi, Franc Rodè, Agostino Vallini, Lorenzo Baldisseri, Edwin Frederick O’Brien, Kurt Koch, Ernest Simoni, Marc Armand Ouellet, Dominique Mamberti, Angelo Bagnasco, Fernando Filoni, Augusto Paolo Lojudice, José Tolentino de Mendonca, Silvano Maria Tomasi, Pierbattista Pizzaballa, Luis Antonio Gokim Tagle, Victor Manuel Fernández, Mauro Gambetti, Gianfranco Ravasi; della società civile, politica, militare e scientifica; il Premier Ucraino On. Yulia Tymoshenko; i Presidenti della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi, il Premio Nobel Rita Levi Montalcini, il Senatore Giulio Andreotti, il Senatore Nicola Mancino, l’On. Gianfranco Fini, l’On. Roberto Fico, l’ On. Irene Pivetti, il prof. Francesco Paolo Casavola, il prof. Giorgio Lattanzi, l’astronauta Umberto Guidoni, il Generale Claudio Graziano, gli Ammiragli Guido Venturoni e Paolo La Rosa, il Cav. Gr. Cr. Dott. Domenico Giani), della cultura (il prof. dott. Giuseppe dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, il prof. Lorenzo Ornaghi, il prof. dott. Renato Guarini, il dott. Paolo Gambescia) e così via”.
Qualche mese fa lei ha ricevuto un attestato di ringraziamento dall’Ambasciata Ucraina presso la Santa Sede, per il suo impegno a favore della Pace. In generale, qual è il rapporto dell’Accademia con il mondo della diplomazia? “Sì, vero. Nell’aprile scorso, ho ricevuto un attestato di Benemerenza per l’Accademia Bonifaciana e un attestato di Benemerenza e di Amicizia riservato al sottoscritto, da parte dell’Ambasciatore dell’Ucraina presso la Santa Sede ed il Sovrano Militare Ordine di Malta, il signor Andrii Yurash “per il lodevole impegno e dedizione per la promozione della pace e della comprensione internazionale e la sua vicinanza e solidarietà al popolo dell’Ucraina”. Devo dire con orgoglio, che fin dai primi anni di lavoro la Bonifaciana, tramite il sottoscritto ha sempre tenuto in considerazione e soprattutto ha sempre voluto una concreta collaborazione con le Ambasciate accreditate presso la Repubblica Italiana e presso la Santa Sede. Moltissime sono state le Nazioni coinvolte, attraverso i loro rappresentanti diplomatici, sia con visite nelle loro sedi, ma soprattutto con la loro presenza ad Anagni o in alcuni casi anche in viaggi organizzati nei loro Paesi. Mi piace ricordare che nella sola edizione del 2008, furono ben diciotto gli Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede presenti nella sessione del Premio per assistere al conferimento del Bonifacio VIII all’allora decano e Ambasciatore dell’Honduras Alejandro Valladares Lanza. Ma la lista di diplomatici “bonifaciani” è molto lunga, possiamo tornarci su con approfondimenti, in una delle prossime interviste”.
Qual è il suo ricordo più bello legato alle attività dell’Accademia? “Nel celebrare quest’anno i 21 anni dell’Istituzione dell’Accademia Bonifaciana e i 22 anni del Premio Bonifacio VIII, penso ad uno scrigno pieno di preziosi: i fatti della nostra storia, le bellezze interiori e le testimonianze delle persone che da diciassette anni sono passate nella nostra sede, o nei luoghi che abbiamo visitato, la carità che si è vissuta, le belle tradizioni che hanno accompagnato e nutrito la fede del popolo della Bonifaciana, sparsa ormai in tutta Italia e all’estero, i nomi, i volti, le voci, le persone. Persone, che purtroppo, ora non sono più con noi fisicamente… e anche di quelle Persone che hanno contribuito a fare della nostra Istituzione un pezzo di Provvidenza, magari piccolo, certamente non perfetto, ma pur sempre bello. Nominare solo un ricordo in più di un ventennio di intensa attività accademica, culturale, sociale e umanitaria può essere riduttivo, ma posso dire che oltre al “conferimento” annuale del “Bonifacio VIII”, sia esso internazionale, che nazionale, la nostra Istituzione fa anche formazione, attività di solidarietà sociale da dieci anni con il Ministero della Giustizia e l’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) per l’espletamento della pena in forma alternativa presso la propria sede; senza dimenticare quella umanitaria attraverso la collaborazione diretta con le nostre Forze Armate in terra di missione con le Nazioni Unite e la NATO, introducendo la funzione CIMIC (Civil-Military Cooperation), tesa ad agevolare il coordinamento e la cooperazione tra la componente militare e le organizzazioni civili presenti in area di operazioni. In tal senso ricordo qui con piacere le numerose visite nelle missioni in Libano e in Kosovo. La Bonifaciana, inoltre, ha una proficua attività editoriale con la propria casa editrice LBE ed un suo periodico di informazione “Il Bonifacio” dal 2006.
Quale riconoscimento può riceve oggi una cultura della pace? E quale cultura della pace ispira la protezione della vita umana? La saggezza che deve ispirare il nostro atteggiamento nei confronti dell’“umanità”, infatti, deve tener conto della qualità etica e spirituale della vita in tutte le sue fasi. Il compito della vita è l’educazione di una persona umana e delle sue qualità spirituali e relazionali, poter curare le sue ferite, l’amore per la comunità. E ora tocca a noi continuare secondo le sfide di questi tempi, con coraggio, con amore al nostro credo religioso, senza tralasciare il dialogo con le altre religioni… tenere i rapporti con le Istituzioni dello Stato che ci ha dato i natali e con i fratelli, specialmente i più bisognosi, con generosità ed inventiva, fermi nella fede come il primo dei nostri insigniti: San Giovanni Paolo II, certi che la provvidenza non ci abbandona mai, come ci ha insegnato e testimoniato il nostro Papa Bonifacio VIII, del quale la mia nobile città di Anagni, conserva viva la memoria. La meta che ci prefiggiamo è allora, naturalmente, quella che ci auspicò direttamente Wojtyla, nel 2003, in occasione della consegna del Bonifacio alla Sua persona e cioè che “l’Accademia Bonifaciana contribuisca con ogni utile iniziativa alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno, nella promozione degli autentici valori umani e cristiani, e che il ”Bonifacio” diventi il segno nel mondo di una vera cultura della Pace e un momento insostituibile e di grande prestigio per promuovere la terra di Ciociaria”.
Prossime attività in programma? “Stiamo organizzando la cerimonia di chiusura dell’Anno Accademico, a cui hanno dato l’adesione già numerosi parlamentari, membri del Governo e della Santa Sede. Ci sarà la premiazione dell’On. Vjosa Osmani – Sadriu, dal 4 aprile 2021 Presidente della Repubblica del Kosovo dopo esserne stata dal novembre 2020 al marzo 2021 Presidente ad interim. Il Capo di Stato verrà ad Anagni, in occasione dell’inaugurazione dell’Ambasciata presso la Santa Sede insieme al primo Ambasciatore della stessa il professor Vehbi Miftari, che già abbiamo avuto modo di conoscere ed apprezzare durante la cerimonia di apertura dell’Anno Accademico 2023-2024. A coronare il tutto ci sarà la presenza della Banda della Polizia di Stato, che renderà ancora più solenne la manifestazione”.