Il Circolo degli Esteri ha ospitato oggi una solenne commemorazione dedicata all’Ambasciatore Bruno Bottai (1930–2014), figura eminente della diplomazia italiana, la cui carriera ha attraversato decenni cruciali della storia internazionale.
A dare il saluto di apertura è stata l’Ambasciatrice Maria Assunta Accili, Presidente del Circolo, che ha ricordato con commozione il tratto umano e istituzionale di Bottai, sottolineando il suo impegno per la proiezione culturale dell’Italia nel mondo. A seguire, si sono alternati gli interventi di autorevoli protagonisti della vita diplomatica e accademica: gli Ambasciatori Umberto Vattani e Giampiero Massolo, il professore Francesco Perfetti e l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli. Ognuno ha offerto una riflessione personale e storica sul ruolo svolto da Bottai, tracciando un ritratto vivido di un uomo che ha saputo coniugare rigore istituzionale e visione culturale.

Entrato in diplomazia a soli 24 anni, Bruno Bottai ha ricoperto incarichi di altissimo profilo: Ambasciatore a Londra durante l’era Thatcher, due volte Rappresentante presso la Santa Sede, Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri dal 1987 al 1994. La sua firma ha accompagnato passaggi decisivi della politica estera italiana, dalla Farnesina alla Presidenza del Consiglio, fino alla Comunità Europea.
Dopo il congedo dalla carriera diplomatica, Bottai ha continuato a servire l’Italia attraverso la cultura, assumendo la presidenza della Società Dante Alighieri e della Fondazione Internazionale Premio Balzan, con l’obiettivo di promuovere la lingua italiana e il dialogo tra le civiltà.
A moderare l’incontro è stato Angelo Polimeno Bottai, che ha saputo intrecciare testimonianze e ricordi con sensibilità e profondità, restituendo al pubblico il senso di una vita dedicata al servizio dello Stato e alla promozione dei valori universali.

La commemorazione ha rappresentato non solo un momento di memoria, ma anche un’occasione per riaffermare, oggi più che mai, l’importanza della diplomazia come strumento di pace, dialogo e cultura. L’eredità dell’Ambasciatore Bottai continua a ispirare le nuove generazioni di servitori dello Stato e di costruttori di ponti tra i popoli.


