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L’eredità di Boris Biancheri: i giovani diplomatici riscoprono un gigante della Farnesina

Redazione by Redazione
8 Luglio 2025
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L’eredità di Boris Biancheri: i giovani diplomatici riscoprono un gigante della Farnesina
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di Arturo Varè

Un diplomatico, uno scrittore, un intellettuale. Una figura poliedrica come modello per chi oggi si affaccia alla carriera al servizio dello Stato. La Farnesina intitola quest’anno il corso di formazione dei suoi nuovi Segretari di Legazione all’Ambasciatore Boris Biancheri Chiappori, gigante della diplomazia italiana scomparso nel 2011. Per celebrarne la figura, non solo come servitore dello Stato ma anche come uomo di cultura, si è tenuta una giornata di studio a Villa Madama, un’occasione per trasmettere concretamente il suo insegnamento alle nuove generazioni.

Nato nel 1930, Biancheri ha incarnato un ideale di servizio fondato su competenza, rigore e discrezione. La sua carriera lo ha visto protagonista in sedi prestigiose come Tokyo, Londra e Washington e ricoprire incarichi di vertice al Ministero, fino a quello di Segretario Generale. Fu un attore chiave in passaggi delicati della nostra storia, come la gestione della crisi albanese. Ma il suo profilo andava oltre la diplomazia: fu anche scrittore raffinato, presidente dell’ANSA e dell’ISPI, contribuendo in ogni ambito con la sua esperienza e la sua sensibilità.

A tracciarne il ritratto è stato un mosaico di testimonianze autorevoli. Durante la giornata di studio, dopo un inquadramento storico del Prof. Luca Riccardi, alcuni ambasciatori hanno ricostruito il Biancheri diplomatico: dallo stile di leadership discreto ma efficace (Amb. Stefano Ronca), all’eleganza intellettuale (Amb. Antonio Zanardi Landi) e alla professionalità nei momenti di crisi (Amb. Sergio Mercuri). Il quadro è stato poi completato esplorando le sue altre anime: quella di uomo dei media, con l’impegno all’ANSA nella gestione dell’informazione in tempi di crisi ricordato da Stefano Polli, e quella di guida di istituti culturali, con il rilancio dell’ISPI evidenziato da Paolo Magri in un videomessaggio. A Fernando Gentilini, infine, il compito di analizzare il suo raffinato stile di scrittore. Un ricordo personale e profondo è stato poi condiviso dalla moglie, la Professoressa Flavia Arzeni Biancheri, che ha unito la sfera pubblica e quella privata, restituendo l’immagine di un uomo dalla visione coerente.

L’eredità di Biancheri non è stata solo evocata, ma resa tangibile attraverso tre progetti concreti. Innanzitutto, la pubblicazione “Boris Biancheri Chiappori. Diplomatico, scrittore e pubblicista. Scritti scelti”, una raccolta ragionata dei suoi articoli, saggi e interventi che ne rivelano la lucidità analitica e la grande capacità di spiegare processi complessi con chiarezza. Il volume è disponibile gratuitamente online, per rendere il suo pensiero un patrimonio condiviso.

Accanto al libro, una mostra di tredici pannelli ha ricostruito con rigore cronologico le tappe della sua vita, intrecciando fotografie d’archivio e testi per raccontare non solo una carriera, ma una visione del mestiere diplomatico. Particolarmente intenso, infine, il video realizzato per l’occasione, centrato su un intervento registrato dello stesso Biancheri. Ascoltare la sua voce ha permesso ai presenti di cogliere in modo diretto il suo stile riflessivo, la sua leadership mai ostentata e la sua visione pragmatica delle relazioni internazionali.

Dietro il successo dell’iniziativa c’è stato il lavoro appassionato degli stessi giovani diplomatici a cui il corso è intitolato. Coordinati dal Ministro Plenipotenziario Stefano Baldi, i Segretari di Legazione in prova hanno svolto una serie di ricerche di testi e immagini, trasformando un omaggio in un interessante esercizio di metodo, sintesi e spirito di squadra. Un percorso di scoperta che ha reso l’esempio di Boris Biancheri non un semplice ricordo, ma una fonte viva di ispirazione su come servire il Paese: con intelligenza, discrezione e un profondo senso delle istituzioni.

Arturo Varè

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