Il Marocco è finito nel mirino dei gruppi di animalisti: mentre il Regno si prepara ad ospitare il Mondiali di calcio del 2030 assieme a Portogallo e Spagna, le autorità sono accusate di abbattere i cani randagi facendoli sparire dalle strade.
Video online mostrano cani uccisi o avvelenati con stricnina, un alcaloide tossico che a volte viene usato come pesticida, mentre una petizione online lanciata dall’International Animal Coalition per porre fine alle “uccisioni violente di cani per le strade e le spiagge del Marocco” ha già raccolto quasi 75.000 firme. E c’è chi stima che in tutto il Paese ci siano almeno tre milioni di randagi (cifre ufficiali tuttavia non esistono) a rischio di essere uccisi con metodi brutali, come avvelenamento, sparatorie e incenerimenti.
L’Ambasciata del Regno del Marocco, attraverso un comunicato diffuso oggi, ha voluto prendere una posizione netta sulla vicenda: “In seguito alla circolazione di accuse infondate riguardanti presunti atti di maltrattamento di cani randagi in Marocco, comprese affermazioni di presunti abbattimenti e avvelenamenti – si legge nella nota della sede diplomatica – l’Ambasciata del Regno del Marocco a Roma afferma che tali accuse sono prive di fondamento e non perseguono la tutela del benessere animale, ma risultano strumentalizzate con l’obiettivo di compromettere l’immagine del Marocco, che continua a essere una destinazione turistica privilegiata da milioni di visitatori in tutto il mondo.
A questo riguardo, – prosegue il testo – l’Ambasciata respinge fermamente qualsiasi affermazione, esplicita o implicita, che faccia riferimento a decisioni o misure autorizzanti o tolleranti il maltrattamento degli animali, in particolare dei cani randagi e desidera apportare gli elementi d’informazione riguardanti alcune misure sanitarie e giudiziarie volte a garantire il benessere animale. Il Marocco ha intrapreso, già in tempi precoci, un percorso per affrontare in maniera efficace, sostenibile ed etica la complessa questione dei cani randagi, nelle sue dimensioni di salute pubblica e animale. Le azioni intraprese si fondano sul rispetto del quadro giuridico nazionale, degli impegni internazionali, del patrimonio culturale, dei progressi scientifici e delle buone pratiche internazionali in materia di benessere animale. Dal 2019, la strategia nazionale si basa sul metodo TNR (trap – neuter – release), che prevede: cattura dei cani randagi da parte di agenti comunali formati; sterilizzazione, vaccinazione, identificazione e trattamento veterinario; rilascio degli animali nel loro habitat di origine.
E’ stata operata inoltre un’accelerazione dell’attuazione dal 2023 – continua il comunicato – con l’apertura di strutture idonee per l’accoglienza degli animali catturati e di vari rifugi intercomunali, ed è prevista la realizzazione, entro la fine del 2025, di ulteriori cinque rifugi in grandi città marocchine, con estensione programmata a una decina di altre città per una copertura nazionale: un investimento statale di circa 24 milioni di dollari, oltre al contributo delle collettività territoriali. Campagne di sensibilizzazione periodiche, in particolare nelle scuole, sono promosse dal Ministero della Salute, dall’ONSSA e dagli uffici comunali di igiene.
Il 10 luglio 2025 – sottolinea poi l’Ambasciata – il Consiglio del Governo ha adottato un progetto di legge sulla protezione degli animali randagi e la prevenzione dei rischi connessi, attualmente in esame presso il Parlamento. Tale progetto mira a garantire un equilibrio tra la tutela e le cure necessarie agli animali randagi, il rispetto del loro diritto alla vita e la sicurezza dei cittadini.
I tribunali marocchini emettono regolarmente sentenze sia su casi di maltrattamento animale che di responsabilità in seguito ad aggressioni canine. Le autorità pubbliche – si legge infine nel comunicato – restano pienamente disponibili a collaborare con tutti gli attori nazionali e internazionali sinceramente impegnati a favore del benessere animale, della salute pubblica e della sicurezza”.