“La scelta del giorno della Festa Nazionale non è occasionale, il 28 novembre 1443 segna la data della valorosa resistenza degli albanesi contro l’impero ottomano sotto la guida dell’eroe nazionale Giorgio Castriota Scanderbeg, uno dei protagonisti che più contribuirono alla conquista dell’indipendenza dell’Albania, un grande eroe nazionale, condottiero e patriota”: lo ha sottolineato nel suo discorso di benvenuto l’Ambasciatrice di Albania presso la Santa Sede, Majlinda Frangaj, in occasione della celebrazione della Festa Nazionale del Paese balcanico, che si è tenuta ieri al Parco dei Principi di Roma.
Numerose le Autorità civili e religiose presenti al ricevimento organizzato dall’Ambasciata albanese presso la Santa Sede e il Sovrano Ordine di Malta, assieme ad esponenti della comunità arbereshe, arrivati da diverse parti d’Italia. L’evento si è aperto con l’ascolto dell’inno nazionale del Vaticano e con l’esecuzione al pianoforte di quello albanese. A seguire i saluti istituzionali dell’ambasciatrice Majlinda Frangay, che ha sottolineato l’importanza della Festa nazionale della Repubblica di Albania: “Questa festa è portatrice di valori positivi, strettamente connessi al patriottismo e alla coesione popolare. il 28 novembre – ha ricordato la diplomatica – le strade dell’Albania si tingono di rosso e nero, fiumi di persone con vestiti tradizionali e un’aquila dipinta nei vestiti sfilano nella maggiori città, dove si organizzano feste con cibi e musiche tradizionali, e le bandiere nazionali restano issate. Gli albanesi hanno sempre avuto sete di libertà, violata per troppo tempo da dittature feroci”.
L’Ambasciatrice ha poi rievocato le tappe principali vissute dal popolo albanese dopo l’ottenimento dell’indipendenza. Importante quanto accaduto una volta caduto il comunismo, con l’abolizione delle interdizioni religiose verificatasi nei primi anni Novanta e la conseguente costruzione di chiese e moschee. “Oggi l’Albania è un Paese moderno – ha concluso la diplomatica – candidato a entra nell’Unione europea”.
Tante le emozioni suscitate poi dalla benedizione alla cerimonia impartita da Ernest Simoni, unico sacerdote sopravvissuto alla dittatura comunista, che ha trascorso 28 anni della sua vita in carcere: “Gli uomini sono capolavori di Dio – ha detto il Cardinale -, il nostro popolo conosce la storia e, pur avendo sofferto, ha mantenuto sempre un cuore generoso”. Poi rivolgendosi ai tanti diplomatici presenti, Simoni ha aggiunto: “Siate tutti portatori di un messaggio di pace, volto all’amore e alla fraternità”.
Come da tradizione, gli ospiti della Festa hanno poi potuto degustare tante specialità culinarie albanesi, assistendo poi al simbolico taglio della torta. Immancabile la musica dal vivo per allietare i partecipanti.