Un signore di 90 anni, residente in Francia da oltre trent’anni ed ex dirigente delle Ferrovie dello Stato, mi ha scritto chiedendomi, in qualità di Presidente del Comites Grecia, un parere sulla legge n. 207/2024, che per il 2025 esclude dalla perequazione le pensioni pagate all’estero.
Una norma a mio avviso sbagliata, che rappresenta una ferita silenziosa, e che va denunciata con forza. Mi rivolgo in particolare alle Istituzioni italiane, ai rappresentanti eletti, ai nostri referenti diplomatici. Mi chiedo: davvero possiamo tollerare che l’Italia dimentichi i suoi figli all’estero proprio nel momento in cui sono più vulnerabili? Chi si è sacrificato per il nostro Paese merita attenzione, giustizia e pari diritti. La geografia, infatti, non può cancellare la nostra identità.
Il Signore in questione avrebbe potuto scrivere alle Istituzioni di Parigi, invece ha scritto a me. Forse perché altrove non ha ricevuto risposte. O forse perché ha percepito, anche da lontano, che in Grecia c’è chi ascolta anche chi non ha più voce.
La mia risposta è arrivata in poche ore e, forse, ha colpito nel segno, visto che lo stesso signor Dentato mia ha immediatamente scritto una seconda email, piena di gratitudine, ma anche di lucidità politica e sensibilità. Cito testualmente: “Entrare in contatto con una persona come Lei, impegnata in Grecia in un ruolo di rilievo per i connazionali lì residenti, ha per me anche un significato personale profondo. La misura che esclude la perequazione ai pensionati all’estero è in contrasto non solo con i principi costituzionali, ma anche con norme del diritto europeo e le convenzioni internazionali, e colpisce chi ha contribuito a far crescere l’Italia anche da oltre confine”.
Personalmente, mi sono impegnato non solo a sostenere la denuncia di questa ingiustizia, ma anche a mettere in contatto il signor Dentato con altri connazionali che hanno il medesimo problema, al fine di creare una rete di testimonianze e, magari, di azione comune.
Questa vicenda, infatti, non riguarda solo un singolo pensionato, ma tutti gli italiani che hanno lasciato il Paese senza mai smettere di sentirsi parte dello stesso. Ed è nostro dovere, come rappresentanti dei Comites, intercettare le istanze più fragili, più silenziose, più lontane. Perché è su questo che si misura, a mio avviso, la serietà delle istituzioni.
Il Comites – Grecia invita i connazionali in Europa e nel mondo a segnalare situazioni simili. Il rispetto per chi ha lavorato tutta la vita per l’Italia, infatti, non può essere pregiudicato dai confini geografici, né da logiche di bilancio.
Costantino Salis – Presidente Comites Grecia