La mostra “La diaspora latinoamericana in Italia negli anni ’70. Fotografie e ritratti di Cecilia Fajardo” ospitata dall’Instituto Cervantes di Roma nella sede della Sala Dalí dal 23 ottobre al 12 novembre 2025, realizzata dall’Ambasciata della Colombia in Italia nel quadro del piano di promozione del Paese all’estero e dall’Instituto Cervantes di Roma, con il supporto della Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck di Storia dell’Arte, dell’Istituto Italo Latinoamericano (IILA) e dell’Università delle Ande, Bogotá, a cura di Maria Clara Bernal, Luis Antonio Silva e Patricia Zalamea, vuole documentare attraverso oltre quaranta fotografie inedite dell’artista colombiana Cecilia Fajardo, nata nel 1936, i rapporti culturali tra scrittori, artisti, cineasti e musicisti iberoamericani che trovarono in Italia un terreno fertile e stimolante durante gli anni del dopoguerra. L’esposizione sarà inaugurata giovedì 23 ottobre 2025 alle ore 18.00.
Le attività di questi circoli sono state fissate in istantanee da Cecilia Fajardo per tutti gli anni Settanta e testimoniano come diverse città italiane, e Roma in particolare, nutrissero un interesse speciale per i loro incontri e le loro produzioni culturali. Le fotografie di Cecilia Fajardo documentano anche il momento dinamico e complesso dell’Italia dell’epoca attraverso scene di vita quotidiana, manifesti politici nelle strade, graffiti, mostre, sfilate di moda, personaggi di quel particolare periodo storico, ricreando l’atmosfera e il clima di quegli anni. In mostra anche una sezione particolare con ritagli di giornali, documenti, pubblicazioni dell’epoca, lettere, riviste che attestano la sua attività iniziale di illustratrice.

La mostra
L’Italia è stata un luogo nevralgico per la creazione di collegamenti tra gli intellettuali latinoamericani che qui hanno trovato uno spazio creativo e corroborante nel periodo del secondo dopoguerra. Negli anni Quaranta e Cinquanta spiccano gli scambi del poeta colombiano Jorge Zalamea Borda con Giorgio de Chirico e le sue traduzioni di St. John Perse a Roma, così come la gestazione del romanzo Las ceremonias de verano della critica colombo-argentina Marta Traba a Castelgandolfo e la formazione artistica del pittore Fernando Botero a Firenze. Il Bel Paese rimane un luogo centrale anche per le generazioni successive. Personaggi come Roberto Matta, il pittore cileno che si stabilisce a Tarquinia all’inizio degli anni Settanta creando una comunità artistica, il regista argentino Fernando Birri, il compositore argentino Astor Piazzolla e lo scrittore spagnolo Rafael Alberti, trovano in Italia una dimora sicura per diversi decenni, un rifugio dalle dittature dei rispettivi paesi aprendo, a loro volta le porte, a decine di altri ispanofoni. Per tutti loro, il soggiorno in Italia è fondamentale per la propria produzione artistica.
Tra il 1972 e il 1979, Cecilia Fajardo vive a Roma insieme a suo marito, il giornalista colombiano Alberto Zalamea e si dedica alla realizzazione di reportage fotografici su diversi personaggi ed eventi culturali che hanno segnato il decennio in Italia. Insieme si dedicano ad intervistare diversi scrittori, cineasti, musicisti e artisti latinoamericani di passaggio in Italia in quel decennio — da Manuel Scorza ad Astor Piazzolla —, così come varie personalità del mondo della cultura, come Pier Paolo Pasolini e Eugène Ionesco. Visitano chi risiede in Italia, come il pittore cileno Roberto Matta a Tarquinia, e viaggiano per documentare le mostre di colombiani in diverse parti d’Italia. Accolgono diversi amici in città, come i pittori Luciano Jaramillo, Gloria Martinez, Gabriel García Márquez e Rafael Alberti. Cecilia Fajardo registra questi incontri con la sua macchina fotografica, lasciando così una documentazione sulla diaspora e sui movimenti degli intellettuali latinoamericani.
Sempre negli anni Settanta, in Italia arrivano figure come Gabriel García Márquez e Julio Cortázar, che appaiono insieme in una foto mentre partecipano ad una conferenza, lo scrittore peruviano Manuel Scorza, il pittore cubano Wifredo Lam, il compositore venezuelano Alirio Díaz e lo scrittore paraguaiano Augusto Roa Bastos. Talvolta, l’obiettivo di Cecilia Fajardo li cattura in momenti di riflessione; altre volte, li mostra in diverse fasi dei loro processi creativi o nello studio. Il dietro le quinte delle interviste ci introduce nel mondo più intimo di questi personaggi.

Le mostre, come quella di Grafica colombiana organizzata dall’IILA nel 1973, sono una testimonianza dell’atmosfera artistica e degli interessi reciproci: dall’Italia verso l’America Latina e dall’America Latina verso l’Italia.
La partecipazione di ciclisti famosi al Giro d’Italia, come il colombiano Martín Emilio Rodríguez, noto come “Cochise”, è documentata insieme alle sfilate di moda, dove si scopre come protagonista la modella colombiana Marlene Henríquez. La presenza di figure di spicco latinoamericane in questi spazi culturali italiani riflette quindi stretti legami a molti livelli. Allo stesso tempo, le fotografie documentano incontri ed eventi legati ad altre figure internazionali ed italiane, come ad esempio il drammaturgo rumeno Eugène Ionesco oppure lo scrittore italiano Alberto Moravia.
Queste fotografie testimoniano da una parte le connessioni intellettuali ed artistiche che orbitavano e si incontravano in Italia in modi diversi, dall’altra gli eventi principali e i personaggi pubblici dell’Italia di quel periodo. Cecilia Fajardo, inoltre, armata della sua Rolleiflex e di un occhio allenato a cogliere i momenti più significativi delle scene a cui assisteva, è riuscita a documentare i dialoghi e i silenzi condivisi tra artisti e intellettuali europei e latinoamericani, sia nella vulnerabilità di vivere lontano dal proprio Paese, sia nell’incontro con l’altro.

Note biografiche di Cecilia Fajardo
Nata a New York nel 1936 da genitori colombiani, Cecilia Fajardo inizia a lavorare a Bogotá all’età di quindici anni come illustratrice, fino a diventare direttrice artistica delle principali agenzie pubblicitarie della Colombia alla fine degli anni Sessanta. Insieme ad altre figure come le giornaliste Gloria Pachón e Nohra Parra e la critica d’arte Marta Traba, appartiene quindi ad una delle prime generazioni di donne che lavorano professionalmente in Colombia. Le sue illustrazioni degli anni Sessanta trattano temi molto vari, come la campagna, il caffè, il turismo, il cinema e la lettura, e sono realizzate per le principali riviste del Paese, come Flash, Semana e Ilusión, o su commissione della Federazione dei coltivatori di caffè, della Caja Agraria o del quotidiano El Tiempo. Dopo aver lasciato la pubblicità, Cecilia Fajardo si dedica completamente alla fotografia e al ritratto. Durante il suo soggiorno a Roma negli anni Settanta, studia all’Istituto Nazionale del Restauro. Le sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche in Italia e in Colombia, come ad esempio la Banca della Repubblica, la Banca Cafetera, la Pontificia Università Javeriana di Bogotá e l’Istituto Italo Latinoamericano di Roma.

INFORMAZIONI MOSTRA
“La diaspora latinoamericana in Italia negli anni ’70. Fotografie e ritratti di Cecilia Fajardo”
Sede: Instituto Cervantes di Roma, Sala Dalí, Piazza Navona 91, Roma
Periodo: 23 ottobre – 12 novembre 2025
Orario: da martedì a venerdì dalle 14.00 alle 20.00; sabato dalle 12.00 alle 20.00; domenica e lunedì chiuso
Ingresso libero
Per informazioni: tel +39 06 6861871; pnavona@cervantes.es
Sito: https://roma.cervantes.es/it/
Ufficio Stampa Instituto Cervantes di Roma: paolasaba@paolasaba.it

