”I connazionali iscritti all’ Aire non possono avere la carta d’identità elettronica nel Comune di nascita o di domicilio in Italia, ma devono richiederla all’Ambasciata italiana dello Stato dove sono residenti o presso gli uffici consolari (ma non in tutti i Paesi). Se vogliono avere la Cie dunque devono recarsi presso la nostra rappresentanza diplomatica, perchè nel Comune di nascita o di domicilio rilasciano per gli italiani residenti all’estero e iscritti all’ Aire solo la carta d’identità in formato cartaceo”. Lo denuncia Federcontribuenti secondo cui, se un nostro connazionale si trova nel Paese estero di residenza, è costretto a recarsi nelle Ambasciate che sono ubicate nelle Capitali.
Oltretutto, la carta d’identità cartacea ”è un documento non conforme al regolamento Ue 2019/1157, che prevede la validità di soli documenti con standard biometrici a partire dal 3 agosto 2026”.
“Molti imprenditori, liberi cittadini e pensionati che sono iscritti in Aire e risiedono all’estero spesso vivono e lavorano lontano dalla Capitale del Paese di residenza – sottolinea Stefania Zanarella dell’Ufficio di Presidenza di Federcontribuenti – e sono costretti a percorrere anche migliaia di chilometri per raggiungere la loro destinazione”.
“La cosa strana – rileva l’esponente dell’Associazione dei contribuenti e consumatori italiani – è che tutti i giorni leggiamo del progresso che ha fatto la digitalizzazione nella nostra pubblica amministrazione ma, evidentemente, tra il Ministero degli Esteri e il Ministero dell’Interno non c’è dialogo riguardo questo problema. Riteniamo – conclude Zanarella – questa situazione molto stravagante che costringe i nostri connazionali quando sono in Italia ad accettare solo la carta d’identità cartacea, oppure a tornare nel Paese estero di residenza e recarsi in Ambasciata. Facciamo appello affinchè tale impedimento venga risolto dai Ministeri competenti”.