Dopo oltre trent’anni di assenza dalla governance della FAO, la Colombia torna a far parte del Consiglio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO). L’importante risultato è il frutto del lavoro diplomatico e strategico svolto dal Ministero degli Affari Esteri, dal Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale e dalla Missione Permanente della Colombia presso le Nazioni Unite a Roma.
L’ufficialità della nomina si è avuta durante la 44ª Conferenza della FAO, alla quale ha partecipato una delegazione colombiana, guidata dalla Ministra dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, Martha Carvajalino, e dalla Rappresentante Permanente della Colombia presso le Nazioni Unite a Roma, l’Ambasciatrice Jhenifer Mojica.

Da sottolineare che l’entrata della Colombia nel Consiglio arriva un anno dopo la riapertura dell’Ambasciata colombiana presso la FAO a Roma che, di fatto, ha permesso al Paese di rafforzare la propria presenza istituzionale e di riprendere un ruolo di primo piano nei forum multilaterali per la governance alimentare e lo sviluppo rurale. A ciò si aggiunge il fatto che la Colombia ospiterà la CIRASR, ovvero la Conferenza Internazionale sulla Riforma Agraria e lo Sviluppo Rurale 2026, a distanza di ben 20 anni.

Il Paese, tra l’altro, ricopre anche un seggio nella Giunta Esecutiva del Programma Alimentare Mondiale dall’1 gennaio 2025.
Secondo l’Ambasciatrice Jhenifer Mojica, l’elezione della Colombia al Consiglio della FAO avviene in un contesto chiave, poiché mancano solo sette mesi alla Seconda Conferenza Internazionale sulla Riforma Agraria e lo Sviluppo Rurale, che si terrà a Cartagena de Indias dal 24 al 28 febbraio 2026. Questo vertice globale riunirà governi, organizzazioni internazionali, società civile e mondo accademico, per promuovere politiche efficaci in materia di territorio, sicurezza alimentare e sviluppo rurale sostenibile.
In questo modo, e in conformità con le linee guida del governo nazionale, la Colombia riafferma il suo impegno affinché la diplomazia sia al servizio dello sviluppo, della giustizia sociale e della trasformazione delle aree rurali come pietra angolare della pace e dell’equità, cercando di contribuire efficacemente alla sicurezza alimentare e alla lotta contro la povertà in tutto il mondo.
