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La Chiesa Italiana delle Isole Orcadi in Scozia

Redazione by Redazione
15 Dicembre 2025
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La Chiesa Italiana delle Isole Orcadi in Scozia
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di Stefano Benazzo*

La (cosiddetta) Chiesa Italiana delle Isole Orcadi (Scozia) è frutto di una straordinaria vicenda bellica. Nel 1943, circa 500 prigionieri di guerra italiani (fatti prigionieri in Nord Africa dagli inglesi), furono internati nelle Isole Orcadi (Orkney Islands). Grazie alla benevolenza dei guardiani del campo, furono autorizzati a costruire una chiesa (lunga 23 metri), con la facciata in muratura e la navata costituita da due baracche Nissen (metalliche, con la volta a semi cerchio). La chiesa è ben conservata, viene utilizzata dai fedeli, il parroco locale vi officia, matrimoni vi vengono celebrati, ed è stata dichiarata monumento nazionale in Scozia. Non è l’unico esempio di italiani all’estero (ad esempio, durante la costruzione di Grandi Opere edilizie, soprattutto in Africa) che costruirono chiese e cappelle. Ma la Chiesa delle Orcadi è particolare: è stata costruita in prigionia, come del resto alcune altre in Gran Bretagna e in USA.

Il principale attore di questa straordinaria vicenda è uno dei reclusi, un cittadino di Moena, che nella vita civile dipingeva immagini religiose, e che convinse gli inglesi ad aiutarlo. Si chiamava Domenico Chiocchetti. Numerosi altri suoi commilitoni parteciparono all’impresa. E’ morto nel 1999.

Dal punto di vista architettonico la chiesa non ha particolare interesse. Dal punto di vista emozionale la chiesa ha un valore immenso. Quegli uomini trovarono la forza di reagire, senza parole o promesse vane: portarono a termine la loro iniziativa, simbolo di speranza, ignari di ciò che il futuro avrebbe riservato al mondo, senza contatti con le rispettive famiglie. Essi (i loro discendenti, ormai, essendo trascorso tanto tempo) sono rimasti amici della popolazione locale, e persino dei guardiani del Campo 60. L’Inghilterra ha dato in quell’occasione un magnifico esempio di civiltà, umanità e tolleranza. La Chiesa delle Orcadi lo dimostra: ha fatto diventare amici dei nemici.

Un libro è stato scritto sulla Chiesa da un autore inglese, Philip Paris; il Circolo italiano di Aberdeen lo ha intervistato; questo è il link (https://www.youtube.com/watch?v=MutoGduwmh8). Il libro è stato tradotto in italiano (La chiesetta della pace, Curcu & Genovese, 2016). Il Comitato per la Preservazione della Cappella italiana è attivo nelle Isole Orcadi.

Oltre ad essere fotografo di relitti spiaggiati sulle coste del mondo, ho costruito finora 23 modelli architettonici, in legno, in cartone, in resina. La Chiesa delle Orcadi è uno di essi.

Il mio modello della Chiesa delle Orcadi è degno di figurare accanto ad altri illustri modelli architettonici come San Miniato al Monte, la Cappella Rucellai, la Divina Sapienza, Santa Maria della Consolazione, Castel del Monte, San Pietro, Notre Dame, alcune chiese russe di 300 anni fa, una chiesa norvegese di 800 anni fa, una chiesa rumena di 300 anni fa, San Basilio, una sinagoga, una moschea, la chiesa memoriale di Sant’Alessandro e numerose altre. La Chiesa delle Orcadi testimonia la fede, la speranza e la fiducia dei suoi costruttori, non diversamente da ciò che provavano i costruttori di cattedrali o di basiliche. Il modello è attualmente esposto nel museo delle Isole Orcadi.

L’Uomo conosce da millenni il senso della parola “resilienza”. I militari italiani prigionieri alle Orcadi forse non la conoscevano, ma hanno dimostrato di possedere questa caratteristica in modo eccelso. Il modello rende loro omaggio, come gli altri modelli di edifici di culto rendono omaggio ai loro costruttori ed ai fedeli che vi si sono raccolti nei secoli.

Il rapporto fra la fotografia di relitti spiaggiati (che mi appassiona da 56 anni) e la costruzione di modelli architettonici di edifici di culto (arte che pratico da 25 anni), è semplice: gli uomini affidano i loro corpi alle navi e le loro anime alle chiese. La centralità dell’Uomo è ovvia in entrambi i casi. E’ comunque un modo di omaggiare i nostri antenati. Nel caso dei relitti: architetti, costruttori, manutentori, marinai ignoti, ma anche emigranti, soccorritori in mare, sommozzatori, migranti. Quanto ai modelli: architetti, capomastri, manovali, maestri d’ascia, scultori, pittori…

*Ambasciatore d’Italia a r

www.stefanobenazzo.it

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