“La storia dell’Argentina moderna è stata fortemente permeata dalla presenza degli emigrati europei e, tra questi, quelli italiani hanno avuto un ruolo molto rilevante”: Caio Mussolini introduce così il suo libro “Italiani d’Argentina”, presentato oggi a Palazzo Madama, assieme ai Senatori Andrea De Priamo e Roberto Menia, e Paola Vegliantei, Presidente dell’Accademia della Legalità in Italia e nel mondo.
Il volume racconta la storia dell’immigrazione italiana in Argentina nel XIX e XX secolo, con l’arrivo di centinaia di migliaia di uomini e donne che lasciarono il Bel Paese alla ricerca di una vita migliore, dando inizio ad un processo di trasformazione e reciproca influenza culturale, ancora oggi facili da riscontrare nella vita quotidiana, nel linguaggio, nelle abitudini alimentari e in molti altri comportamenti e aspetti peculiari degli argentini.
“Nelle pagine del mio libro – spiega Caio Mussolini – racconto le tante vicissitudini che furono costretti ad affrontare i nostri concittadini e, soprattutto, l’influenza culturale che gli stessi hanno sempre avuto in un Paese così lontano. L’emigrazione verso l’Argentina è stata qualcosa di singolare e forse unico, considerando che è molto difficile trovare in altri posti del mondo un’influenza così forte dei nostri connazionali”.
Oggi, non a caso, in Argentina risiede una comunità di italiani tra le più importanti del Sud America, quantificabile secondo gli ultimi dati in più di un milione di persone, mentre gli oriundi sarebbero più di 15 milioni.
“La lettura di questo libro – ha detto il Senatore Andrea De Priamo – ci permettere di conoscere tante storie legate agli italiani, popolo di emigranti in un Paese che io definisco “fratello” come l’Argentina, ma anche le difficoltà che hanno segnato il loro percorso. Ritengo il lavoro di Caio Mussolini molto utile anche per avviare una riflessione sull’immigrazione di oggi, e ragionare su quella che può essere una buona immigrazione, compatibile dal punto di vista culturale e valoriale e in grado di far inserire le persone nel tessuto economico sociale… cosa diversa da una immigrazione non regolata e illegale”.
“Questa pubblicazione – ha aggiunto il Senatore Roberto Menia – ci ricorda un’Italia che forse in molti non ricordano più. La grande migrazione italiana in Argentina fu soprattutto quella della seconda metà dell’ottocento, e lasciò un’impronta che resta ancora oggi nei palazzi, nella lingua e nella cultura del Paese sudamericano. L’Italia ha lasciato tanto dall’altra parte del mondo e noi dovremmo sapere richiamare a noi e in qualche modo far rivivere questa storia”.
Il libro offre una visione d’insieme del fenomeno delle migrazioni italiane in Argentina, ed evidenzia l’influenza, sia positiva che negativa, esercitata dai nostri connazionali durante il XIX e XX secolo nei diversi settori della società: industriale, operaio, sindacale, agricolo, politico, culturale, artistico, linguistico e sportivo.
Partendo proprio dalle ragioni che hanno favorito l’emigrazione dal nostro Paese verso l’estero, e i motivi storici e sociali che invece hanno favorito l’immigrazione in Argentina, il libro si propone anche di confutare, con fonti bibliografiche e ricerche storiche, l’idea che i nostri connazionali venissero accolti con le braccia aperte e senza problemi. In Argentina non era così. La vita di molti dei nostri connazionali era infatti caratterizzata da grandi sacrifici, lotte, sofferenze e anche da speranze deluse e fallimenti. Inoltre, contrariamente a quanto si pretende di far credere oggi, nessuno regalava nulla né tantomeno loro lo pretendevano.
“Per quanto ci riguarda – ha detto Paola Vegliantei, Presidente della prima Accademia della Legalità in Italia e nel mondo – vogliamo portare avanti i nostri valori, la nostra cultura e le nostre tradizioni italiane nel mondo, e le pagine di “Italiani d’Argentina” raccontano proprio questo, la fatica dei nostri emigranti, la loro capacità di insediarsi in ogni dove e la loro eccellenza”.
Il libro di Caio Mussolini offre anche elementi di riflessione e valutazione sui fenomeni migratori in atto verso l’Italia e le potenziali conseguenze future anche dal punto di vista sociale. Elementi che potrebbero contribuire ai dibattiti in corso in merito all’immigrazione e agli immigrati, di cui abbiamo bisogno, per alleviare il problema demografico che attanaglia l’Italia da oramai trent’anni. Suggerendo ad esempio, la necessità di iniziative politiche che possano favorire il ritorno in Italia dei discendenti degli emigrati in quei Paesi che oggi sono afflitti da gravi crisi economiche e sociali, come il Venezuela, il Brasile o l’Argentina.