Si parlerà non di scenari futuri, ma del presente dell’intelligenza artificiale, evidenziando tematiche ancora sconosciute al grande pubblico, nella conferenza che Milagros Miceli terrà alla John Cabot University (JCU) di Roma il prossimo 24 ottobre.
Quando si dibatte di IA, il pensiero va repentinamente al dietro l’angolo, al cosa ci aspetta o accadrà nei prossimi anni, e alle relative preoccupazioni in prospettiva. Pochi si interrogano su quello che sta succedendo ora, in merito alle “modalità” di creazione della stessa IA.
“Non esiste una IA etica senza un lavoro etico sui dati”, questo il titolo della conferenza, che porrà al centro dell’attenzione non solo i pregiudizi e gli squilibri inerenti alla raccolta e alla classificazione dei dati, ma anche i casi di sfruttamento del lavoro sui quali questi processi si fondano.
Milagros Miceli è una sociologa e informatica che studia i meccanismi di assemblaggio dei dati e i processi di sfruttamento del lavoro alla base dell’addestramento delle intelligenze artificiali. Guida il gruppo di ricerca “Data, Algorithmic Systems ed Ethics” dell’istituto Weizenbaum di Berlino. È inoltre impegnata presso il Distributed Artificial Intelligence Research Institute (DAIR), fondato e diretto da Timnit Gebru (fuoriuscita dal team Ethical A.I. di Google, in polemica con le scelte dell’azienda, e recentemente nominata da Time Magazine fra le cento persone da “tenere d’occhio” sul tema dell’Intelligenza Artificiale).
L’evento è promosso dal Dipartimento di Comunicazione della JCU, nell’ambito del ciclo “Digital Delights and Disturbances”, incentrato su una serie di incontri con ospiti internazionali.
«Il discorso sull’Intelligenza Artificiale è polarizzato tra allarmismi di estinzione dell’umanità da una parte, e toni entusiastici e iper-celebrativi dall’altra. Ma la questione che Milagros Miceli e tutto il lavoro del team di DAIR fondato da Timnit Gebru mettono al centro è quella dello sfruttamento nascosto dietro a processi che percepiamo come automatizzati. Oggi l’Intelligenza Artificiale è innanzitutto lavoro umano spesso mal pagato, subappaltato nel sud del mondo o a categorie deboli come i rifugiati. “L’Intelligenza artificiale è come un pupazzo controllato dagli umani”, scrive la Miceli. Che noi pensiamo, invece, in termini quasi magici, soprannaturali», ha spiegato Donatella Della Ratta, docente di Comunicazione della John Cabot University, organizzatrice dell’evento.
Appuntamento martedì 24 ottobre a Roma, dalle ore 18.30 alle 20.30, nell’Aula Magna Regina della John Cabot University, in via della Lungara 233, Trastevere.
Per informazioni e prenotazioni scrivere a ddd@johncabot.edu.