Nella splendida cornice dell’Antico Refettorio di Trinità dei Monti, oggi, si è tenuto un Seminario organizzato dall’Ambasciata di Bulgaria presso la Santa Sede in occasione dell’ottantesimo Anniversario del salvataggio degli ebrei bulgari destinati alla deportazione durante la Seconda Guerra Mondiale. Un evento estremamente significativo, di cui si ha ampia documentazione nei testi contenuti negli Archivi di Stato in Vaticano e in Blugaria, oggetto di analisi approfondita degli studiosi.
Dopo il breve intervento iniziale di S.E. Bogdan Patashev, Ambasciatore della Bulgaria presso la Santa Sede, hanno preso la parola, introdotti da Rev.mo P. Bernard Ardura, Presidente del Pontificio Comitato di Scienze storiche, la professoressa Rumyana Christidi dell’Università di Sofia St. Kliment Ohridski e il dottor Johan Icks dell’Archivio di Stato Vaticano.
Tutti hanno sottolineato come ottant’anni fa sia stata sventata un’autentica tragedia, con un esempio di grande coraggio da parte di chi, all’epoca, impedì che decine di migliaia di innocenti venissero condotti nei campi di concentramento.
“Abbiamo cercato di aprire un po’ gli Archivi e capire cosa ci raccontano di quei tempi – dice l’Ambasciatore Patashev, aggiungendo – purtroppo vediamo anche oggi che succedono cose atroci e non riusciamo a comprendere dove sia la verità. Come hanno sottolineato gli illustri relatori intervenuti durante il Seminario, è sempre la verità a patire durante la guerra. Noi bulgari – sottolinea il diplomatico – siamo fieri dei nostri antenati che, negli anni tragici, come nel 1943, con l’ausilio di numerosi attori fra coloro che guidavamo la società civile e autorità politiche, e grazie al supporto della Chiesa ortodossa, si mobilitarono in massa per impedire le deportazioni di quanti avevano cittadinanza bulgara. Molti ebrei bloccati fra Instanbul e Palestina – ricorda Patashev – non avendo i visti per viaggare, furono messi in salvo con documenti bulgari che permisero ai nostri connazionali di superare i confini per rientrare in Patria. Si trattò di un’operazione molto delicata, ma grazie a Dio efficiente, e non a caso i numeri registrano che gli ebrei in Bulgaria prima della Seconda Guerra Mondiale non sono diminuti, ma anzi cresciuti da 48.000 a 50.000 unità. Purtroppo, va ricordato, proprio in quegli anni alcuni territori bulgari vennero occupati dalle forze armate naziste e da quelle zone, purtroppo, gli ebrei furono deportati a Treblinka, dove persero la vita. Per quanto ci riguarda, oggi abbiamo aperto le pagine degli Archivi relative a quel periodo storico, con l’augurio che, studiandole con onestà e serietà, ci possano permettere di raggiungere quella “verità” in grado di istruirci, e che possa anche esserci d’ausilio per prendere decisioni importanti in futuro”.
A proposito del celebre salvataggio degli ebrei bulgari è in corso a Sofia un’interessante e articolata mostra. L’esposizione, contraddistinta da numerosi documenti risalenti alla prima metà del Novecento, è visitabile presso la Biblioteca nazionale della Capitale bulgara.