“A fronte delle gravissime violenze in atto contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza, Cisgiordania e resto della Palestina, in considerazione anche del procedimento avviato dalla Corte Penale Internazionale nei confronti del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, chiedo alle strutture del Comune di Bologna di interrompere ogni forma di relazione istituzionale con i rappresentanti del suddetto Governo e con tutti i soggetti ad esso direttamente riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di porre fine al massacro in corso o dare cure e accoglienza alle persone in fuga dai territori in guerra, fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato”: è quanto si legge in una nota diffusa dal Comune di Bologna, che riporta le dichiarazioni del sindaco Matteo Lepore.
“Questa posizione – si legge ancora nel testo – è assunta nei confronti dell’attuale Governo israeliano, non del popolo israeliano, né tanto meno delle persone di religione ebraica e delle comunità ebraiche presenti a Bologna, da sempre protagoniste del dialogo interreligioso e dell’impegno contro ogni forma di violenza. Così come il nostro Comune, coerente con i valori della Costituzione Repubblicana, contrasta ogni forma di antisemitismo, razzismo e discriminazione, ovunque esse si manifestino.
Ciascuno di noi è chiamato a fare quanto è nelle proprie possibilità, nel pieno rispetto delle leggi e delle competenze costituzionali, per contribuire a fermare le violenze in corso.
Ringrazio – conclude il primo cittadino – il Presidente Michele De Pascale per avere deciso di fare altrettanto per la nostra Regione”.