Continuano gli appuntamenti di Visioni Sarde. A pochi giorni dalla tappa del 9 febbraio di Alghero, la rassegna del giovane cinema sardo vola in Norvegia. Il 15 sarà a Bergen, seconda città del Paese nordico, adagiata sui versanti di una montagna che si affaccia sul mare. Circondata da sette colline e sette fiordi, è una città affascinante senza eguali nel mondo. Oltre all’incanto del territorio, vanta un importante centro culturale che ospita prestigiosi musei, siti storici e numerosi eventi artistici, tra cui il festival di musica jazz più grande del Paese. Bergen è una città universitaria con tantissimi studenti che rendono la vita notturna intensa e molto vivace. Ed è proprio nella sua Università che l’Istituto Italiano di Cultura di Oslo, diretto da Raffaella Giampaola, ha voluto e organizzato l’incontro con il cinema sardo.
Visioni Sarde propone in Norvegia nove opere isolane di alto livello che, seppur non legate da una tematica predisposta, hanno il comune obiettivo di valorizzare la Sardegna, il suo paesaggio così come il suo ineguagliabile patrimonio storico e identitario.
I cortometraggi sono in lingua originale, alcuni recitati in sardo con sottotitoli in italiano e inglese.
La rassegna raggiunge così l’obiettivo di promuovere la lingua e la cultura sarda e di favorire la conoscenza della Sardegna in Norvegia, nella consapevolezza che anche il cinema costituisca un’importante occasione di dialogo tra culture diverse.
Visioni sarde si conferma, in altri termini veicolo della cultura sarda e prezioso strumento di promozione delle ricchezze ambientali sarde nel mondo e mezzo per tutelare e diffondere la limba ravvivando in tal modo i legami spirituali degli emigrati all’estero con l’isola e alimentando tra gli stranieri il desiderio di visitare l’isola.
Giovedi 15 febbraio all’Auditorium dell’Università saranno proposti:
Dalia di Joe Juanne Piras. Thriller drammatico che racconta di una psicologa infantile alle prese con un caso molto delicato e complesso. Smarrimento e ossessioni si avvicendano fino a confondersi; Giu’ cun giuali di Michela Anedda. Giù cun Giuali sono cugini diversissimi tra loro: uno è pulito e ordinato, l’altro è sporco e irriverente. I due, giocando, trovano un modo per andare oltre le apparenze; Incappucciati, Foschi di Nicola Camoglio. Una coppia viene a contatto con una banda di rapitor- e sperimenta sulla propria pelle la realtà incerta degli anni 70 in Sardegna; La punizione del prete di Francesco Tomba, Chiara Tesser. Un avido prete e un astuto cieco avviano una lunga trattativa che porterà la furbizia di uno a prevalere sull’avarizia dell’altro; Quello che è mio di Gianni Cesaraccio. Quattro ex soldati malati terminali compiono una rapina dietro l’altra per riprendersi ciò che lo Stato gli ha negato; Ranas di Daniele Arca. Due amici affrontano alcune sfide che metteranno a dura prova il loro coraggio, la loro concezione della vita e il loro rapporto con la morte; Spiaggia libera di Ludovica Zedda. Un confronto tra generazioni e la difficoltà di trovare un equilibrio tra sogno e realtà nella cornice senza tempo di una spiaggia deserta; Ti aspetto qui di Gabriele Brundu. Un bambino di 9 anni si ritrova a dover ristabilire un equilibrio nella sua vita dopo un evento sconvolgente che mette a dura prova il suo spirito gioviale; Tilipirche di Francesco Piras. Un’invasione di cavallette costringe un allevatore ad abbandonare le attività e ad affrontare l’impossibile passaggio del testimone al figlio.
Una selezione di cortometraggi diversi per stile e contenuti. Divertenti, drammatici, accattivanti e poetici, trattano temi di valore universale che non lasceranno indifferenti gli spettatori norvegesi.
Il successo della rassegna “Visioni sarde” è il risultato della collaborazione tra Cineteca di Bologna, Sardegna Film Commission e gli Istituti Italiani di Cultura all’estero, che condividono ogni anno la promozione del Cinema Made in Sardegna con il comune obiettivo di valorizzare la Sardegna, con itinerari culturali di grande risonanza, il cui percorso è curato dal Circolo Sardi di Torino “Antonio Gramsci” e dall’associazione bolognese “Visioni da Ichnussa”.