Il giardino di Piazza Lorenzini, a Roma, è stato scelto ieri come luogo per ricordare il 24 aprile 1915 e commemorare nella Capitale le vittime del genocidio, nella Giornata della Memoria del popolo armeno.
Molte le autorità presenti alla Cerimonia, particolarmente sentita, tra le quali il Vice Presidente del Consiglio e Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, l’Ambasciatrice della Repubblica d’Armena in Italia Tsovinar Hambardzumyan, l’Ambasciatrice della Lega Araba Inas Mekkawi, il diplomatico Bruno Scapini, il Senatore Andrea De Priamo, l’europarlamentare Anna Cinzia Bonfrisco, Mons. Fabrizio Turriziani Colonna, assieme ai rappresentanti dell’Associazione Italo Araba Assadakh, con il vice Presidente Mohammad Youssef e il responsabile del cerimoniale Marwa al Khayal, che hanno portato i saluti del Presidente Abdulkader Omeich.
Il genocidio del 1915 iniziò a Costantinopoli nella notte tra il 23 e il 24 aprile, nelle case degli intellettuali, degli studiosi, dei poeti. In un solo mese, più di mille armeni furono deportati verso l’interno dell’Anatolia e massacrati lungo la strada. Arresti e deportazioni furono compiuti in massima parte dai Giovani Turchi. Nelle marce della morte, che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento.
“La Giornata della Memoria del popolo armeno – ha detto il Senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo – rappresenta un’occasione per rinsaldare ulteriormente il rapporto di amicizia con il popolo armeno e per celebrare quello che, a più di un secolo di distanza, è un genocidio dimenticato e addirittura in taluni casi negato. Il ricordo delle tragiche vicende del popolo armeno è uno strumento importante per vincere la battaglia del riconoscimento del genocidio e, soprattutto, un modo per ribadire la ferma condanna di ogni forma di persecuzione”.
In tutta Italia e nel mondo sono state organizzate iniziative, convegni, incontri, preghiere, per ricordare, si legge in una nota del Consiglio per la comunità armena di Roma, “il milione e mezzo di armeni e per ribadire insieme il forte ‘mai più’ contro ogni violenza e contro ogni crimine contro l’umanità”. Lo slogan scelto per la cerimonia commemorativa di quest’anno è “La forza di un popolo che sfida l’oscurità dell’indifferenza”, rappresentato nell’immagine “da un uomo che scala una montagna arrivando in cima, come simbolo di fatica, ma anche di forza. Mentre la sfida all’indifferenza e all’oscurità viene presentata come l’alba alla quale l’uomo volge il suo sguardo di speranza, tenendo in mano la bandiera che rappresenta il popolo armeno”.
Giovedì 2 maggio, alle 18.30, presso l’Institut français Centre Saint-Louis di Roma, sarà proiettato il film vincitore del premio della giura del Francofilm Festival “Aurora’s Sunrise” di Inna Sahakyan, che narra la storia vera di una sopravvissuta al genocidio armeno.