In vista della seconda Conferenza Internazionale sulla Riforma Agraria, che si terrà a Cartagena nel febbraio del 2026, il Vice Ministro degli Affari Esteri della Colombia, Mauricio Jaramillo Jassir, si trova in questi giorni a Roma per una serie di appuntamenti in agenda.
Lo abbiamo incontrato nella sede dell’Ambasciata della Colombia presso la FAO.
Vice Ministro, questo è un momento storico durante il quale in Colombia si parla molto di “diplomazia per la pace”. “Esattamente. Anzitutto, va detto ce la pace è un proposito dello Stato, non un interesse momentaneo del governo attuale. Da tempo, dagli anni 80, tutti i governi che si sono avvicendati alla guida del Paese hanno i fatti cercato di trovare un accordo di pace interno. La differenza adesso sembra essere che, pur registrando il multilateralismo un momento critico, la comunità internazionale si sta interessando alla Colombia. E, per quanto ci riguarda, noi dobbiamo sostenere il ruolo della comunità internazionale. L’Italia, fra l’altro, è sempre stato una Paese alleato e molto vicino alla Colombia ed è a mio avviso necessario continuare ad avere questo sostegno perché la pace della Colombia è un tesoro dell’umanità”.
In agenda lei ha fissato anche incontri in Vaticano. Sentite la Chiesa Cattolica vicina in questo percorso di pace? “La Chiesa cattolica in Colombia è sempre stata un fattore importante per la pace, da quando il Paese ha iniziato concretamente a compiere grandi sforzi per l’ordine sociale, con l’intenzione di applicare il diritto internazionale umanitario, lavorando per la liberazione di persone rapite e per la riduzione della violenza. Nel corso della storia la Chiesa Cattolica ci è stata sempre vicina, ponendosi anche come mediatore per tanti negoziati, come ad esempio attualmente avviene con l’esercito di liberazione nazionale. Vorrei sottolineare poi il ruolo dei Pontefici, a partire da quello di Papa Francesco, da sempre molto vicino al popolo colombiano. Oggi ci aspettiamo la stessa vicinanza anche dal nuovo Papa, Leone XIV. Di recente il Presidente della Colombia, Gustavo Petro e la Ministra degli Esteri Laura Sarabia, a Roma, hanno parlato proprio dell’importanza della pace in Colombia con il Santo Padre”.
Purtroppo, nonostante gli sforzi per la pace, in Colombia si registra ancora violenza. E’ dei giorni scorsi l’attentato a Miguel Uribe, candidato alla Presidenza. “Senza dubbio una situazione molto grave. Non si è trattato solo di un attacco al governo, ma è stato un attacco alla democrazia colombiana, contro le Istituzioni e lo Stato di diritto. Episodi come questi fanno riflettere ancora di più sull’importanza di una pace, che sia “totale”. Ogni volta che in Colombia uccidono una persona in un attentato voluto da chi ha interesse nel conflitto armato con lo Stato, noi alziamo la voce, affinché ci sia pace nel nostro Paese. Una pace che, iniziando dal basso, possa arrivare a tutti i territori della nazione. Cosa dire, siamo molto preoccupati e adesso stiamo tutti lavorando per capire e intervenire. Lo stato colombiano sta reagendo per cercare i motivi di un fatto così efferato, per prendere i responsabili intellettuali e materiali dell’attentato. Ad ogni modo, devo dire che in nessun momento abbiamo avvertito di essere tornati ai tempi passati, durante i quali si vivevano le peggiori situazioni in termini di violenza, mi riferisco soprattutto a quello che ha vissuto la Colombia negli anni 80 e negli anni 90. Adesso dobbiamo rendere attuale la pace trovata con tutti i gruppi armati negli ultimi quarant’anni. Questo attentato così terribile deve ricordarci, con fermezza, che la pace è e resta un obiettivo dello Stato e della società colombiana”.