Molto rumore per nulla. Così potremmo definire in estrema sintesi l’esito del G7 appena svoltosi a Borgo Egnazia in Puglia. Le posizioni annunciate al vertice dai Big Seven non hanno infatti, in sostanza, che confermato decisioni già in precedenza assunte e concordate anche se in altre sedi. Sull’Ucraina si è espresso pieno e irrevocabile sostegno ad una guerra in cui la vittoria occidentale sembrerebbe tuttavia col tempo perdere vieppiù di credibilità. Perfino la decisione di un prestito di 50 miliardi di dollari a Kiev (da finanziarsi con i proventi dei fondi russi congelati) era stato già previsto in sede UE.
Su Gaza, al di là della condanna di Hamas e di un blando invito rivolto a Israele perché non esageri nell’azione bellica non ci si è spinti oltre. Nessuna vera prospettiva risolutiva ne è emersa; e ancora si discute su un eventuale “cessate-il-fuoco” senza che venga previsto un decisivo impegno di Gerusalemme ad una pace definitiva. Sul clima, l’ormai prossimo scenario da “battage pubblicitario”, nulla di nuovo si è concordato ribadendosi solo la conferma di eliminare i fossili entro il 2050 per raggiungere, entro la stessa data, l’obiettivo di “emissioni zero”. Perfino il tanto dibattuto tema dell’Intelligenza Artificiale non è riuscito ad imporsi oltre l’annuncio di un auspicato piano d’azione per una maggiore “inclusività” nel mondo del lavoro; e ciò a dispetto peraltro del riferimento fatto dal Papa alla necessità di trovare un’”etica” che ci guidi nell’applicazione della AI al mondo umano. Sfumate e prive di consistenza, infine, le altre tematiche toccate dal vertice, quali l’Africa, le migrazioni e il Piano Mattei. Solo sull’aborto c’è stata una significativa divergenza di posizioni tra Italia e Francia limitandosi la Meloni – spuntando l’orgoglio di un Macron determinato ad includere l’aborto tra le priorità del vertice – ad acconsentire ad una generica citazione sulla “promozione della salute e dei diritti in ambito sessuale e riproduttivo”.
Un vertice, insomma, che si sarebbe potuto ben risparmiare anche per evitare la pessima immagine che ne è uscita per l’Italia a causa della polemica insorta sulle inadeguate condizioni di ospitalità (la nave da crociera Mikonos Magic) che sarebbero state riservate inizialmente alle Forze dell’Ordine impegnate per la sicurezza del vertice. Condizioni alle quali ha fatto riscontro – non di certo rimediando alla nostra reputazione – lo sfarzo imponente del contesto ambientale della lussuosa “location” in cui il vertice ha avuto luogo.
A fare da controcanto a Borgo Egnazia, il discorso di Putin a Mosca indirizzato ai vertici del suo Ministero degli Affari Esteri. Ancora una volta il Presidente russo rilancia l’idea di una pace con l’Ucraina. Si dice disposto a sedersi al tavolo di un negoziato per discutere di condizioni in fondo ancora accettabili considerato lo stato della situazione militare sul terreno. Anche perché – sottolinea il Capo del Cremlino – la continuità del conflitto e la prospettiva di una sua ulteriore “escalation” muterebbero in futuro le condizioni di base per una trattativa cambiandone conseguentemente le poste in gioco.
Se, dunque, da parte occidentale si insiste nel mantenere una guerra contro la Russia fuori di misura, puntando su una sorta di gara di resistenza in cui l’ultima chance per evitare il peggio è continuamente fatta rimbalzare dai player occidentali su Mosca, in un progressivo crescendo di rischio implicato dalle rispettive mosse dei contendenti, da parte russa non ci si risparmia nel proporre soluzioni conciliative, e non solo con riguardo all’Ucraina. Significative in tal senso sarebbero peraltro le recenti proposte avanzate in sede internazionale da Putin intese a rilanciare l’idea del disarmo e a vietare, quale impegno collettivo, la militarizzazione dello Spazio cosmico. Peccato che la caparbia ostinazione delle lobby d’oltre oceano preferisca, invece, portare lo scontro ai limiti dell’olocausto, e conta per questo su un lento ma progressivo indebolimento dell’avversario dimenticando, peraltro, che la Russia, rimasta inascoltata fin dalle prime fasi dell’allargamento ad Est della NATO, sta combattendo oggi una guerra non di aggressione – come la propaganda occidentale ce la vuole presentare – bensì di estrema difesa della propria sicurezza per sottrarre la integrità territoriale del Paese alla minaccia delle ogive missilistiche piazzate con disinvolta spavalderia dalla NATO proprio lungo l’arco dei suoi confini, alle porte di casa!
Non comprendere questo sottile, ma fondamentale dettaglio geopolitico, significa a nostro avviso voler mistificare scientemente la Storia per impedire ogni forma di redenzione dai suoi errori.
Mi sembra che il resoconto sia in accordo con quanto è accaduto. TURISMO POLITICO
Ma qualcuno forse sperava realisticamente in qualcosa di meglio?
Standing ovation 👏👏👏