Una Ferrari rosso fiammante davanti al Consolato a testimoniare l’orgoglio di essere italiano. “Mi creda, sono felice di parcheggiarla qui ogni giorno” ammette Franco Valobra, Console Onorario d’Italia dal cognome altisonante. Torinese di nascita, arrivato a New Orleans nel 1982 per aprire la filiale della casa di gioielleria di famiglia, fondata dal bisnonno nel 1905 in Piemonte e per anni fornitrice ufficiale della famiglia reale, il Cavaliere è oggi un importante punto di riferimento per la comunità italiana che vive in Louisiana, cui dedica buona parte del suo tempo.
Presidente della Orleans Sheriff’s Office Foundation, Valobra riveste diversi ruoli in numerosi board, come ad esempio nella Harris County Sheriff’s Office Foundation, nel President’s Council of the Methodist Hospital Group e nell’Italian-American Chamber of Commerce, solo per citarne alcuni. Fondatore del Ferrari club della Louisiana, si occupa anche di fund-raising, con particolare riguardo alla salute dei bambini, sostenendo organizzazioni come UNICEF e Texas Children’s Hospital.
A distinguerlo la sua intraprendenza nel lavoro, che lo ha portato ad avere un grande successo negli States, ma anche il suo altruismo. Nominato Console Onorario d’Italia nel settembre del 2023, da circa un anno, da italiano di successo, ha deciso di restituire qualcosa al suo Paese natale, prendendo a cuore i problemi dei connazionali che, proprio come fece lui tanto tempo fa, hanno deciso di trasferirsi in Louisiana.
La conversazione scorre via piacevolissima.
Il Consolato italiano a New Orleans, nel prossimo mese di settembre, festeggerà il suo primo anno di attività. Stilando un bilancio, come giudica la sua esperienza da Console? “Si tratta di un’esperienza che giudico estremamente positiva, non solo per i molteplici commenti entusiasti ricevuti dai connazionali venuti nei nostri uffici, ma soprattutto per la soddisfazione che io e la direttrice del Consolato proviamo ogni qualvolta riusciamo a risolvere un problema o a facilitare un’azione consolare a beneficio degli italiani che si rivolgono a noi”.
Inevitabile in questa intervista parlare di quanto gli americani oggi apprezzino il “Made in Italy” considerato che, nel 1982, lei si è trasferito a New Orleans proprio per aprire la filiale della casa di gioielleria di famiglia, fondata dal suo bisnonno nel 1905 a Torino… “Il “Made in Italy” è indubbiamente motivo di grande orgoglio per tutti gli Italiani e, al contempo, fonte di grande apprezzamento per il nostro Paese in tutto il resto del mondo. Con la mia famiglia, nel nostro piccolo, abbiamo voluto dare un contributo in tal senso, presentando negli Stati Uniti, per oltre 40 anni, le nostre interpretazioni della cultura e del disegno gioielleristico Italiano, riscuotendo devo dire un successo molto incoraggiante. Ora è compito della quinta generazione continuare questa tradizione”.
Sappiamo anche della sua passione per un altro marchio italiano apprezzato in tutto il mondo: la Ferrari. “A mio avviso risulterebbe davvero difficile per chiunque essere Italiano e non provare orgoglio per il marchio nazionale più famoso del Bel Paese. Per quanto mi riguarda, per anni ho corso con le Ferrari amatorialmente, e adesso colleziono queste meravigliose autovetture. Mi creda, ogni giorno provo una grande gioia non solo nel guidarle, ma soprattutto a parcheggiarle di fronte al Consolato Onorario”.
Come si trova a New Orleans? “Benissimo. New Orleans è una città che possiede un grande fascino e una storia ricchissima. Senza dubbio è la città che oggi definirei come la più “europea” in America, una città dove si può camminare moltissimo e dove in ogni angolo, particolarmente nel quartiere francese, si può restare colpiti dalla cultura e dalla musica, o essere affascinati dalle tradizioni e dal divertimento della gente”.
In generale, chi sono e cosa fanno gli italiani che vivono in Louisiana? “La comunità Italiana a New Orleans ha una storia ricca e complessa. L’immigrazione dal Sud della Penisola nel 19.imo secolo ha contribuito in modo indelebile allo sviluppo della città e della regione. Il nostro genio creativo e la nostra indomabile etica nel lavoro sono ben visibili qui e testimoniati tutt’oggi dalle splendide strutture architettoniche che si trovano per strada. Molte sono anche le storie di successo degli Italiani emigrati qui”.
A suo avviso, quindi, possiamo parlare di una comunità italiana felicemente integrata a New Orleans? “Esattamente. La comunità Italiana è parte integrante della società di New Orleans. Nostri connazionali hanno fatto registrare qui carriere importanti nel campo giuridico, in quello politico, e soprattutto nel business, lasciando la loro impronta in città e segnando in modo indelebile gli ultimi 150 anni di storia. Importante poi, a mio avviso, è anche sottolineare come gli italiani siano riusciti a trasmettere qui principi cardine della nostra società, come l’importanza della famiglia e la passione per le arti”.
Qual è il suo ricordo più bello da Console? “Gli abbracci ricevuti da una intera famiglia che ho aiutato a percorrere con successo l’iter per ottenere i passaporti Italiani”.
E il più brutto? “Per me è frustrante non essere in grado, a volte, di soddisfare le richieste di alcuni cittadini americani di chiare origini Italiane sulle tracce dei propri avi, emigrati moltissimi anni fa: vorrei poter aiutare sempre tutti a riscoprire le proprie radici”.
Il 2024, fra l’altro, è proprio l’Anno del Turismo delle Radici, e inevitabilmente stanno aumentando in tutto il mondo le persone desiderose di esplorare le proprie origini e ristabilire un legame con il passato, attraverso viaggi di ritorno ai luoghi di provenienza delle famiglie. Questo tema dunque è sentito anche a New Orleans? “Moltissimo, e ne sono estremamente felice. Spesso mi viene chiesto di poter intraprendere comunicazioni con i sindaci delle città di origine, per poter ridisegnare la storia dei propri avi oppure per contattare familiari fino al momento sconosciuti. E, mi creda, lo faccio sempre con gran impegno e con molto piacere”.
Prossime iniziative in programma del Consolato? “Nel 2025 ho intenzione di organizzare una Festa della Repubblica per il 2 di Giugno a New Orleans, mentre durante tutto quest’anno continuerò a organizzare incontri e a partecipare a pranzi e ricevimenti con il Corpo Consolare della Louisiana, con l’intento di consolidare le relazioni tra i colleghi. Ma, soprattutto, voglio incrementare l’organizzazione di eventi che riuniscano la comunità italiana e in qualche modo fortifichino amicizie al suo interno, sia a New Orleans che in Louisiana…. e – ride – se ai miei eventi ci saranno delle Ferrari, meglio ancora!”.
Intervista di Marco Finelli