di Chiara Cavalieri
Nella Sala Giubileo dell’Università LUMSA di Roma, giovedì scorso, si è tenuta la seconda edizione della Tavola Rotonda Internazionale “Women and Diplomacy: Voices from the World”, promossa da Welcome Association Italy (WAI), in collaborazione con il mondo accademico e diplomatico.
L’iniziativa, unica nel panorama nazionale, ha riunito ambasciatrici provenienti da quattro continenti e delegazioni universitarie italiane e straniere, in un dialogo intergenerazionale dedicato al futuro della diplomazia internazionale.
Nel suo intervento di apertura, il Vice Segretario Generale di WAI, Carlo Palumbo, ha ricordato la filosofia dell’incontro, spiegando che lo stesso non si limita a essere “un convegno tradizionale, ma piuttosto rappresenta un laboratorio di dialogo in cui esperienza diplomatica e nuove generazioni costruiscono insieme linguaggi, soluzioni e valori condivisi. È qui – ha spiegato – che si forma la diplomazia del futuro“.
A condurre i lavori è stato Andrea Carlo Martinez, giornalista e ricercatore in relazioni internazionali, mentre i saluti istituzionali sono stati portati dal Rettore della LUMSA, prof. Francesco Bonini, assieme allo stesso Carlo Palumbo.
Durante i sei panel tematici, moderati da accademici e rappresentanti del mondo associativo, le relatrici hanno condiviso esperienze personali, percorsi di carriera e visioni sul ruolo delle donne nella costruzione di una diplomazia più inclusiva e sostenibile.
Il primo confronto, dal titolo “Women and Diplomacy: Visions that Open Dialogue”, moderato da Foad Aodi (AMSI/WAI), è stato animato da un dibattito sul valore della cooperazione interculturale e sull’importanza di un linguaggio diplomatico che sappia coniugare competenza, empatia e visione globale. Tra le protagoniste, l’ambasciatrice Mirjana Jeremic (Serbia) e la rappresentante di Turchia Elif Çomoglu Ülgen che, nei loro interventi, hanno messo in luce la crescente necessità di un approccio inclusivo nelle relazioni multilaterali.
Il secondo panel, intitolato “From the African Continent: New Perspectives for Global Diplomacy”, ha visto gli interventi delle ambasciatrici Nogozene Bakayoko (Costa d’Avorio) e Cyrille Ganou Badolo (Burkina Faso), che hanno sottolineato il contributo crescente delle donne africane nei processi di mediazione e di pace.

Nel terzo, moderato da Maddalena Celano, si è parlato di “Latin America: The Beating Heart of Social Diplomacy”. Le ambasciatrici Monica Robelo Raffone (Nicaragua), Ligia Margarita Quessep Bitar (Colombia), Mirta Granda Averhoff (Cuba) e Teresa Subieta Serrano (Bolivia presso la Santa Sede) hanno illustrato il modello della “diplomazia sociale”, in cui l’attenzione alla giustizia e alla comunità si intreccia con le relazioni internazionali.

Nel quarto panel “Asia Between Tradition and Diplomatic Innovation” l’ambasciatrice Vani Rao (India) ha offerto una riflessione sul rapporto tra tradizione, innovazione e leadership femminile nella diplomazia del XXI secolo.

Alla “Female Leadership in Europe: Experiences and Perspectives” è stato poi dedicato il panel successivo, moderato da Chiara Cavalieri, Vicepresidente del Centro Studi UCOI-UCOIM, con la partecipazione di Anne Eastwood (Principato di Monaco) e Nita Shala (Kosovo), protagoniste di interventi dedicati al ruolo delle donne nella promozione dei diritti umani, nella governance europea e nelle missioni internazionali.
L’ultimo panel di giornata “Arab Diplomacy and the Mediterranean: A Bridge Between Cultures”, moderato da Talal Khrais (Assadakah), ha offerto uno sguardo sul Mediterraneo come ponte tra culture, con la partecipazione dell’ambasciatrice Asmahan Abdulhameed Al Toqi (Yemen).

Ampia la partecipazione delle delegazioni universitarie, tra le quali erano presenti “LUISS Women in International Affairs”, “European Youth Network”, “IRIS”, “Co-mai”, “Hortensia Association” e rappresentanze delle Pontificie Università Romane, che hanno posto interessanti e approfondite domande alle relatrici, contribuendo al dibattito con proposte e riflessioni.
In chiusura, è stata presentata l’opera “Hope 2025” dell’artista Karen Thomas, realizzata per l’occasione come simbolo della resilienza e della forza femminile nella diplomazia.
L’incontro ha confermato il crescente impegno di “Welcome Association Italy” nel promuovere il dialogo interculturale e la cooperazione internazionale attraverso una prospettiva femminile e valoriale.